martedì 19 marzo 2013


Reportage Long Distance Calling + Sòlstafir + Sahg - 11/03/2013

Giornata davvero lunga e piena di sorprese quella che si è svolta a Milano per assistere all'unica data italiana di un gruppo, anzi di tre gruppi che stimo molto, ma andiamo con ordine.

Trovandomi a Bologna dal giorno prima mi dirigo in stazione a prendere il regionale delle 7:52 per Milano Centrale.Come al solito la certezza di arrivare in stazione c'è, il partire o l'arrivare a destinazione no.
Stranamente va tutto bene, anche troppo.Il viaggio fortunatamente prosegue senza intoppi e quindi arrivo a destinazione in orario.Non credo riuscirò mai ad abituarmi al caos di questa città...non faccio a tempo a dirigermi alla metro che vengo travolto da una massa umana senza fine che devia in ogni direzione.
Prendo la linea gialla, destinazione Rogoredo, zona che mi è nuova dato che non l'avevo mai frequentata fino ad ora.Mi ritrovo in mezzo a capannoni industriali, condomini e qualche bar e negozio.
Mi dirigo quindi all'unico albergo nei paraggi per lasciare i bagagli e vado a mangiare qualcosa.
E comincia quindi la perlustrazione dell'area in primis per trovare il locale dove si sarebbe svolto il concerto.La dea bendata è ancora dalla mia parte e in una quindicina di minuti raggiungo il Lo-Fi, minuscolo club a cui fanno compagnia edifici abbandonati (con tanto di vetri rotti), fabbriche, treni che sfrecciano a pochi metri e solitarie strade percorse da poche macchine.
In giro a parte qualche furgone o operaio in pausa non si vede anima viva, in ogni caso data la bella giornata di sole faccio due passi.Nel frattempo arriva un grupetto di persone che scopro poi lavorano nel locale e in seguito finalmente compare da distante il tourbus dei gruppi.
Dopo qualche manovra un po' alla volta scendono tutti i musicisti che come al mio solito gentilmente su richiesta mi concedono firme e foto.Si dimostrano anche parecchio socievoli soprattutto gli headliner e i Sahg.E' un continuo avanti e indietro di persone e strumenti.I ragazzi delle bands mi offrono pure da bere dicendomi pure di chiedere loro se avessi avuto fame o sete che provvedevano subito.Mi sentivo in imbarazzo ad essere trattato così.Il tempo passa e vengo pure invitato a seguire il soundcheck, cosa che non mi era mai successa.Ancora stupefatto e sempre più imbarazzato mi ritrovo a vagare nel locale osservando l'allestimento del tavolo merchandise, le prove dei volumi dei numerosi strumenti presenti sul pavimento.Ed infine non chiedetemi perchè lo feci ma dato che mi venne chiesto quanto fosse lontano il centro e come arrivarci mi sono offerto di far da guida alla band headliner.Mai me lo sarei aspettato di accompagnare i tedeschi lungo il tragitto fino alla stazione, poi la metro fino in centro, visita al duomo, cena a base di pizza,  olive ascolane e gelato ed infine tra varie chiacchierate li ho riaccompagnati fin quasi nuovamente al locale per poi dirigermi per un po' in albergo dopo averli salutati.
Purtroppo credendo che il concerto cominciasse più tardi rispetto all'orario previsto come accade sempre di solito, arrivo al locale mentre la prima band è verso la fine del set quindi comincerò da lì :

I primi ad esibirsi sono i Sahg, band che stimo moltissimo e che stasera danno una granitica prova di potenza ed energia.Il loro doom-stoner dal vivo è una garanzia e dà una bella scossa ai presenti (purtroppo davvero pochi ma comunque attenti, partecipi e calorosi).Purtroppo non posso dire molto dato che gli ultimi minuti passano in un soffio e comincia il cambio palco.

Seguono i Sòlstafir e qui il sound seppur per certi aspetti sia simile alla band precedente in questo contesto si amplia e assimila influenze dal rock psichedelico degli anni 60/70 combinate con linee melodiche che profumano di poesia del nord.Il gruppo sa giocare bene sull'alternanza tra l'etereo/atmosferico (rappresentato degnamente dalla hit Fjara) e le bordate rock "alternativo"/stoner che comunque non risultano mai eccessivamente pachidermiche o stordenti ma cercano di insinaursi assieme alla melodia per creare un vortice spaziale dove far galleggiare l'udito.Band molto particolare che sicuramente merita attenzione.La setlist è corta, appena una manciata di pezzi però molto lunghi che tengono incollato il pubblico al palco.La particolare voce del chitarrista/cantante trasporta tutti nelle desolate e fredde lande della loro terra di origine e gli ottimi musicsti che lo accompagnano creano il giusto ambiente sonoro senza scenografie o effetti scenici inutili dando in particolare spazio all'ultimo disco in studio Svartir Sandar.Insomma un grande concerto, già fin qui sarebbe da rimanere soddisfatti ma manca ancora il piatto forte che avrebbe lasciato tutti estasiati!!!

Tempo per un veloce soundcheck e si presentano in tutta la loro dirompente energia i Long Distance Calling, autori di un post-rock strumentale venato di prog e psichedelia con qualche pennellata metallica.La scaletta spazia dal primo album fino alle novità introdotte dall'ultimo disco ovvero alternando le migliori hit strumentali create nel corso degli anni come la sognante Aurora, l'esaltante The Figrin D`an Boogie oppure la meravigliosa Apparitions a pezzi del nuovo corso ovvero quelli presenti nel nuovo album fresco di stampa Inside the Flood.Le novità infatti sono più massicce in questi brani dove fa la comparsa il nuovo tastierista
Marsen Fischer che si occupa anche di diverse parti cantate e devo dire che il tutto risulta decisamente intrigante andando ad arricchire la proposta dei tedeschi che ora si fa ancora più versatile e dinamica rispetto alle sporadiche incurisoni vocali degli ospiti dei precedenti album.Tralasciando la riuscitissima setlist che non ha fatto altro che ricevere applausi, cori e incitamenti (e un continuo headbanging collettivo) il vero segreto della band è il riuscire a non annoiare dato che il rischio suonando questo genere è sempre dietro l'angolo.E' un continuo incanto, un aprire le porte ad un altro mondo grazie alla musica, la gente oggi si accontenta di cose banali, di musichette senza anima, di pezzi che sanno di nulle e che danno poco o niente.Un musicista che crea magia è un qualcuno che raggiungerà sempre il cuore delle persone con la sua arte e i Long Distance Calling con il loro talento hanno coinvolto tutti dal primo all'ultimo con la loro passione, la loro genuinità e il loro mettersi in gioco continuamente.Tecnicamente poi la band è uno spettacolo, soprattutto mi è piaciuto molto il lavoro di batteria, ma in generale tutti hanno dato un eccellente prova.I vincitori della serata anzi, tutti e tre i gruppi hanno trionfato, tre generi simili ma diversi, e ognuno di loro ci ha fatto emozionare a modo suo e questo ha già ripagato tutti dei soldi spesi del biglietto, anzi andando oltre.E chi se la dimentica una giornata così ?


A fine concerto saluto quanti più musicsti possibile facendo le ultime foto ricordo e tra abbracci, strette di mano e ultimi acquisti al merchandise inizia l'inquietante passeggiata del rientro in mezzo a una nebbia lugubre, personaggi bizzarri ed edifici che sembravano spiarti.

Un sentito ringraziamento poi al locale, gestito da appassionati che credono davvero in quello che fanno!!!!
Fa sempre piacere trovare clubs come questo, che seppure piccolo era accogliente e trasmetteva sincertità e passione.

Alla prossima compari!!!!

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