lunedì 9 dicembre 2013


Reportage The Sade + Tony La Muerte - 01/12/2013

Per un motivo o per un altro sono mancato parecchio dal Punky Reggae Pub ma stasera una visitina era d'obbligo perchè si festeggia l'uscita del secondo disco di una band che con il debutto era entrata nel mio stereo e ci è rimasta per parecchio.
Fa sempre più freddo ma si tiene duro, non ci si lascia abbattere dal clima avverso o dalle stesse situazioni che ci mettono in ginocchio.La musica è lì che ci aspetta, per raggiungerla basta poco, non serve essere colti o dotti per apprezzarla, basta solo farla entrare dentro di noi.
Nonostante non fossi al massimo della forma sono uscito comunque.A volte si pensa che una persona in meno non faccia differenza, ma se la pensassimo tutti così la scena morirebbe lasciando solo polvere sugli amplificatori rimasti accesi senza che possano urlare la loro rabbia.La gente si muove sempre meno per andare ai concerti delle bands locali e per quei pochi che ancora lo fanno è diventata una sorta di "siamo in missione per conto di Dio" celebre detto dei fratelli Blues.
Bene si parte, il sole sta già tramontando investendo gli occhi con tonalità cremisi dorate fino a lasciar spazio ad un manto grigio scuro che pian piano inghiotte tutto.
Il locale è semi o quasi del tutto deserto ma si riempirà in maniera considerevole con il proseguimento della festa.Nell'attesa mi sparo due tramezzini nonostante non abbia chissà quale appetito.Ed ecco che comincia la prima band :

Anzi qua è il caso di parlare di one-man band in quanto c'è solo una persona che si districa tra chitarra, voce, una cassa e un rullante (entrambe suonate con i piedi).Come molte volte mi capita mi trovo davanti ad un musicista sconosciuto e quindi con curiosità mi sono messo ad ascoltare le note assolutamente senza compromessi e anticonformiste di Tony La Muerte, musicista che scaraventa sul pubblico con piglio anarchico e cinico delle canzoni che sembrano provenire dal Mississipi vestite però come se fossero dei punk o forse qualcosa di più pesante.Un lupo trasvestito da pecora ?Potrebbe essere così, ma veniamo allo show.Il "ragazzotto" (un trentenne di aspetto a metà tra il grunge e lo stoner) declama inni acidi sulla società che ci circonda assaltando gli ascoltatori con una bizzarra (ma neanche tanto) miscela di blues/southern (protagonista assoluta la chitarra slide), punk/hardcore (soprattutto a livello di testi e qualche concessione aspra e spiritata a livello vocale) e percussioni sparate a tutta violenza.Questa attitudine stradaiola, secca e minimale, diretta mi ha fatto ricordare quei musicisti che suonano in strada, quei bluesman che puoi trovare in città americane disseminate tra bancarelle di musicassette e ubriaconi.E' un suono vero, puro, poco ortodosso ma costruito con le palle.Diverse canzoni sono state molto interessanti anche se magari si capiva poco o tendevano ad assomigliarsi ma di questo piccolo show qualcosa mi è rimasto.Quella sensazione che mi capita spesso, quel sentirsi perplessi, pieni di dubbi ma desiderosi di ripetere comunque l'impresa di ascolto.Gli applausi erano tutti meritati, e alla prima occasione andrò a rivederlo per comprendere meglio il pensiero di Tony!

Veloce cambio palco ed è tempo per accogliere la presentazione del secondo disco dei The Sade (side project ricordiamolo, del chitarrista degli Ojm).Sullo sfondo compare la scritta II, il trio sale on stage, luci rosse e via di rock'n'roll dannato e diciamo "sexy".C'è un velo dark che si insinua malefico tra le note della band, un che di gotico, drammatico ma comunque in versione "easy" che non si prende troppo sul serio.Lontano dallo stereotipo stile Him o "vampiro o niente".Qui a parlare deve essere la musica e i ragazzi pensano bene di macinare quante più canzoni ad alto voltaggio possibili.Il loro punk-rock oscuro energico coinvolge, dà quella scarica di adrenalina che hai bisogno tutti i giorni.I pezzi nuovi non erano niente male, forse mancano un po' della freschezza e della potenza di quelli del primo album ma per dare un opinione migliore me li devo ascoltare su disco quindi rimandiamo il commento dei nuovi brani al prossimo live.
Per i restanti brani la band ha convinto il numeroso pubblico presente risultando deflagrante con una sezione ritmica che pestava come un indiavolata (complimenti in particolare al lavoro di batteria, una vera mitragliartice rock!) abbinata alle vocals del chitarrista Andrea che non manca di pennellare sulle corde interessanti spunti di vari generi che siano rock, blues o punk.La voce è oramai il marchio della band, calda, tetra ma comunque intrisa di rock-blues e dannatamente efficace.Peccato data la presenza di David Martin al mixer non sia stato suonato un gran pezzo come Dead Man's Bones, un lento acustico tra i miei preferiti.
Concludendo gran bel concerto con gente appassionata che si ritrova per condividere una grande passione.E poi dicono che la gente non socializza più nella realtà.Ora mi metterò ad ascoltare il nuovo disco che non potevo non acquistare dato il prezzo bassissimo.

Un ringraziamento come sempre al Punky per dare spazio alle bands, ai gruppi che hanno suonato e al pubblico presente!!!

Alla prossima compari!!!

mercoledì 4 dicembre 2013


Reportage Bleeding Eyes + Captain Mantell + Mondo Naif - 30/11/2013

Serata fredda, gelida in tutti i sensi.Tutti rinchiusi a casa,in discoteca o pub per fighetti di dubbio gusto per eludere il minaccioso clima, ansioso di mietere ogni vittima possibile.C'è però una chiamata, un richiamo per quei pochi di questi tempi che ancora possono dire di sentirci ancora bene.No non si tratta del Bat-segnale, di un allarme di evacuazione o di una guerra imminente.Qualcuno ha preparato una serata particolare dove non serve essere qualcuno, non serve apparire o far vedere a tutti che siamo importanti.A questo qualcuno non interessa di che partito sei, cosa indossi, quanti soldi hai o che accidenti di macchina hai.
L'importante è esserci, condividere quella che si chiama passione per la musica, supportarla, amarla e dare il massimo del sostegno.Non stiamo parlando di matrimonio ovviamente ma quasi, un rapporto duraturo che si instaura tra le persone grazie ad essa.E fa piacere rivedere molti conoscenti accumunati dall'arte oramai dispersa tra radio, tv e politici incompetenti al servizio di uno stato che non fa nulla per garantirne la sopravvivenza.
Stasera ammetto che sono distrutto fisicamente oltre che in parte mentalmente ma non posso mancare.
Finito il turno alle 20.15, cambio vestiario e mi dirigo da amici per cenare e discutere piacevolmente di qualsiasi cosa ci permetta di rilassarci, sulle note dei Grand Magus.
Bene, partenza per Santi Angeli attraverso buie strade solitarie, case senza luci e ombre minacciose.Il paese non è da meno, sembra una "Silent Hill dei poreti" per citare il famoso videogame, con una punta di ironia ovviamente.Il locale si trova diciamo "in centro" ed è l'unico luogo dove si intravede qualche anima di numero superiore alle 4 unità.
Conoscenti, amici, amici di amici, conoscenti di amici...siamo tutti lì per passare una bella serata.Dopo aver conversato è ora di iniziare :

Con piacere rivediamo on stage i Mondo Naif, trio montebellunese dedito ad uno sfiziosa collezione di brani infarciti di ruvidezza grunge, annichilenti bordate stoner, malinconici testi in italiano, dolenti ondate sonore sfioranti il doom e tanto blues.E' una musica adatta al periodo, crepuscolare, ghiacciata pregna di un certo modo di intendere il dolore, le esperienze vissute, la vita quotidiana così tragicamente statica.I ragazzi anche stasera non si fanno pregare e accendono i propulsori a tutta potenza.I suoni sono ottimi e permettono di godersi il concerto fino in fondo.Il sound "Sotterraneo" del gruppo (oramai un nuovo stile musicale) è come sempre una garanzia.E io che una volta non mi soffermavo a dedicargli il giusto tempo.Mi scuso nuovamente e pubblicamente per averli snobbati.O forse è anche la propria personale crescita musicale che ha influito.
La setlist privilegia il per ora unico, LP, un nuvoloso viottolo ribollente della rabbia chitarristica di Alberto che fa letteralmente urlare il suo strumento affondando ogni nota nelle orecchie dei presenti con ottimi giri doom/stoner e assolo davvero potenti e con melodie mai assenti ma bilanciate con la furia omicida.
Il lavoro di batteria è sempre una garanzia di potenza ed efficacia e la giusta dose di creatività.Il basso è il consueto pugno allo stomaco, fa tremare la terra.La voce è un incrocio tra la drammaticità del blues e l'acidità del grunge.Che dire insomma ?Un inizio di serata così fa ben sperare per un finale altrettanto grandioso!!!!

Tempo di spararci una pizza (nonostante l'ora tarda ci siamo concessi lo stesso lo sfizio) che comincia la seconda band ossia i Captain Mantell, band a me sconosciuta.Trattasi di un duo chitarra+voce e batteria che mi ha ricordato molto Gli Sportivi come attitudine.In realtà mi è stato detto che la band era composta da tre persone e comprendeva un tastierista suonando un genere più sperimentale.Stasera invece la band punta più su di uno show rock grezzo ed essenziale.Minimale nel suo percorrere il pentagramma.Non bada a chissà quali orpelli ma  a scuotere con ritmo e groove.Non male come concerto però non sono stato preso più di tanto.Ascoltando in seguito i pezzi in versione trio sul web ho notato diversi spunti davvero interessanti e facendo il confronto con i pezzi eseguiti durante la serata la differenza si sente notevolmente.Sarebbe stato più spettacolare eseguire i brani con le varie sperimentazioni, in versione rock secondo me hanno perso.Buon concerto comunque.Da rivedere!!!!

Ed eccoci al finale.L'oscuro personaggio di cui parlavo all'inizio sta per arrivare...pericoloso, terribile, marcio, inquietante ma squisitamente vero, fiero di ciò che è, genuino e sincero, non ha paura di dire quello che pensa.Un essere scomodo che mette in mostra il lato peggiore che si nasconde dietro al falso buonismo della società moderna...chiamatelo come volete e ricopritelo di qualsiasi aggettivo...verrà comunque presentato durante il concerto scortato dai suoi fedeli Bleeding Eyes che oggi festeggiano l'importante anniversario di 10 anni di carriera.Un punto di arrivo ma anche di partenza, un momento per fare il punto della situazione ed il pubblico non aspettava altro per scatenarsi.Ma una nota deve essere chiarita ossia il livello indecoroso dei volumi.I due gruppi precedenti avevano suoni perfetti (ad opera se non sbaglio del bassista Marco dei BE), gli headliner invece hanno sofferto di un audio letteralmente tempestoso.Non si capiva nulla, gli strumenti andavano e venivano.La batteria era decisamente bassa tranne che sui primi brani...basso e chitarra ritmica altrettanto...la solista e la voce a colpi si sentivano bene altri no...Davvero un peccato ma in compenso c'è stata energia e parecchio coinvolgimento a partire dai cambi di costume del cantante Simone, assolutamente memorabili!
E finalmente durante la setlist viene menzionato il personaggio misterioso in questione : l'Arrotino, pezzo che è diventato la loro Ace Of Spades o la loro Smoke on The Water, la canzone che meglio rappresenta la band e il suo pensiero.Un pensiero che prende forma in brani come Pozzo senza Fondo o Cruel World e si dipana tra mitragliate sludge/stoner direttamente sulle gengive, psichedelia malata e blues ad alto tasso alcolico grazie all'ottimo lavoro chitarristico di Jason supportato da Luigi alla seconda chitarra.La voce è l'urlo che esprime il disprezzo per lo schifo di società che ci circonda, un ruggito aspro che esprime alla perfezione i contenuti dei pezzi.La sezione ritmica per quanto come il resto poco udibile ha fatto il suo lavoro fino in fondo.Anche oggi c'era nuovamente ospite Ama per alcune parti esclusive di tastiera/elettronica ma purtroppo anche lui si udiva poco.
Peccato che lo show fondamentalmente si sentisse male e non sia durato poi così tanto ma va bene così.Massimo supporto ragazzi.Auguroni per questi 10 anni!!!Al prossimo concerto!!!!

Si è fatto decisamente tardi e tra saluti alle bands, rientro e tutto si son fatte le 2 di notte ma in fondo anche questo è Rock'n'Roll!!!!

Alla prossima compari!!!!

martedì 3 dicembre 2013


Reportage Ivy Garden of the Desert - 29/11/2013

Le cose molte volte cambiano, i tempi cambiano, i nostri pensieri anche forse.Ci sono giornate che vedi ovunque problemi su problemi come pure in questo momento.Tutti noi cerchiamo conforto in qualcosa, che sia una spalla amica che sia prendere per mano le nostre passioni e stare in loro compagnia.Fortunatamente all'interno del mio personale arco vitale riesco a trovare sempre qualcosa che attenui quel senso di soffocamento e oppressione che purtroppo molte volte mi assillano.Citando Tolkien..."molto di ciò che era si è perduto...", ma una flebile fiammella brucia ancora da qualche parte, debole ma ancora viva.
Stasera ci si dirige anche se come preannunciato, con l'animo un po' malconcio, ad un locale che mi era totalmente ignoto.Partito di buon ora durante il tragitto sbaglio strada e dopo diversi tentativi "post-fantozziani" imbocco finalmente la presunta strada giusta che mi porta ad un parcheggio.
Da lì dopo aver offeso il GPS condendo il tutto con imprecazioni varie scopro che il posto era giusto dietro l'angolo a farsi grasse beffe del sottoscritto.
Il concerto per fortuna non era ancora iniziato e così dopo aver conversato con conoscenti ed amici prendo posto.La sala concerti si trova al piano superiore di un delizioso edificio a due piani.Sono rimasto piacevolmente stupito dal "Principe in Bicicletta", se avrò occasione ci tornerò!Ok cominciamo :

Dopo aver assistito alla registrazione in studio ero curioso di vedere cosa la band avrebbe combinato on stage, se l'affiatamento, la padronanza strumentale e il coinvolgimento fossero aumentati.
Sinceramente non mi aspettavo che in così poco tempo ci fosse un tale incremento.Sapete quell'alchimia speciale che si crea tra le persone ?Quel flusso energetico che lega i musicisti quando suonano assieme ?E' come un viaggio con una partenza ed una fine.Un cammino che gli Ivy Garden Of The Desert iniziano tra di loro combinando gli ingredienti sonori per il loro piatto fumante a base di stoner rock dove convivono aromi pregni di epici squarci pinkfloydiani (Enchanting Odissey, che fa volare come sempre), terremotanti assalti frontali (Viscera, stasera mi sembrava un pochino rallentata ma sempre devastante), illusori salti nel passato (1991) che ricordano a mio parere la scena grunge modello Nirvana.I pezzi presentati purtroppo non sono molti ma ci pensano la diabolica "I" (dall'incedere ai limiti del doom) e la nuova...la nuova...no meglio non dire il titolo per il momento, un pezzo molto interessante con una parte ritmica finale davvero portentosa.
Ottima la risposta di pubblico, la sala era bella piena e non sono mancati applausi di incitamento per ogni canzone.Nulla da dire sulla prestazione tecnica, tutti e tre stanno affilando sempre di più le loro doti.Paolo al basso è il diciamo "matto" del gruppo per le movenze allucinate ma per capire dovreste vederlo e capirete.Alexander oramai è integrato alla perfezione, potente, deciso e vario, un motore perfetto che integrato al basso stende il tappeto perfetto per il cantante Diego che con la sua voce calda (ma che sa graffiare ogni qualvolta serve) e la sua chitarra rappresentano l'ultimo preparativo per il viaggio.Da lì tutto è pronto per trasportare lo spettatore in un tour che ognuno può apprezzare e vivere a modo suo.Nonostante ci sia un velo triste, forse cinico, forse maledetto, ma è una caratteristica che serve a far uscire quel male di vivere che abbiamo dentro ed esorcizzarlo.
E piano piano, ma neanche tanto, si arriva alla fine senza nemmeno accorgersene.Unico neo forse era la chitarra che ogni tanto andava giù di volume ma per il resto gran concerto!!!!
Al prossimo live!!!

Alla prossima compari!!!

venerdì 29 novembre 2013


Reportage Metaltrashfactory - 23/11/2013

Cari lettori (qualcuno che legge i miei post c'è, non sarete tanti ma vi ringrazio, ognuno di voi è speciale).
Molte volte mi sono state poste domande come : "Perchè lo fai ?", "Ma non ti stufi mai ?", "Ma non chiedi soldi per quello che fai ?", "Ti rendi conto che vai a sentire sconosciuti ?Magari bands che non avranno futuro e che non conosce nessuno o quasi ?", "Non sei stanco ad uscire dopo dieci ore di lavoro ?"...
La lista poi si allungherebbe e ingloberebbe "millemila" varianti e non finiremmo più di parlarne e come risultato la mia tastiera prenderebbe fuoco.
Una risposta esaustiva è..."Non me ne frega nulla di quello che pensano gli altri!".Io forse sono un povero fallito che crede ancora nell'arte, nella musica, nel suo essere veicolo di cultura e di aggregazione.
Io seguo una passione e dedico ad essa tutto il tempo ed energia che posso dare anche se magari non porterà a nulla...ma sono convinto che a qualcosa si arriva.Molte volte ammetto che è dura continuare, trovare la forza di uscire, fare ore tarde e l'indomani arrivare cotti al lavoro.Ma se nessuno seguirà più la musica resteremo schiavi di canzonette estive, musiche sempre più sintetizzate e melodie senza anima.

Stasera fa un freddo micidiale, l'inverno è arrivato come un ondata impetuosa scagliatasi contro una scogliera del nord ma ciò non mi impedisce di uscire e dirigermi alla vicina Birreia Old Saloon di Pederobba.
Stasera si esibirà una band che conosco da diverso tempo di cui i musicisti oramai li posso chiamare amici dato l'ottimo rapporto che si è creato e non solo con loro.Anche se di dimensioni esigue c'è una piccola scena che mette da parte la gelosia e cerca di aiutarsi e supportarsi per non farla morire.
E quindi dopo essere arrivato al locale e aver chiacchierato un' pochino di musica la band è pronta per scendere in campo :

I montebellunesi Metaltrashfactory salgono sul palco e cominciano la loro opera di distruzione mentale.
Averli visti tante volte però mi rende difficile ogni volta scrivere qualcosa di diverso quindi vedrò anche stavolta di provare a descrivere un loro show.
Diciamo che stavolta ho visto una maturazione che fino ad ora c'era sì, ma non in maniera così marcata.Ho notato più coesione, più affiatamento, una crescita come musicisti insomma che mi ha fatto molto piacere.
Constatare dei miglioramenti in una band che segui da molto dà sempre soddisfazioni.
Il loro particolare thrash metal quasi meccanico nel suo incedere stasera spazza via ogni dubbio su cosa la band possa offrire.Nell'insieme il suono è una sorta di "Arancia Meccanica" in versione musicale, un mostro cibernetico sonoro composto da ritmiche fredde, glaciali, forse anche industriali ma che non manca di ammaliare con delle melodie subdole che lasciano spazio quando meno te lo aspetti a sfuriate affilate come lame (Lost in the snow).Ma al gruppo piace molto sperimentare e destrutturare il sound che rese famosi i Metallica con Master of Puppets, combinandolo con il post-thrash dei Machine Head.Ne esce fuori quindi un ventaglio di pezzi che se su disco brillano di una luce particolare, dal vivo vengono potenziati e resi ancora più volenti e d'impatto.Durante la serata verranno proposte anche delle canzoni nuove cantate in dialetto veneto (sarà questo il nuovo corso che intraprenderà la band ?) che non andranno fortunatamente a rendere il sound accessibile a orde di maniaci della nuova moda musicale punk/rock a base di testi di dubbio gusto sempre espressi in dialetto.Come dicevo, stasera il gruppo era in forma a mio parere e finalmente sono riuscito ad intravedere una certa ricerca di personalità nel cantato.Qualcosa si sta muovendo, una timbrica personale piano piano sta spuntando fuori (ironico merito forse del nuovo look alla Scott Kelly ?), una via di mezzo tra l'aggressivo e un certo modo di intendere la melodia cospargendola di polvere.
La setlist oltre a qualche cover tra cui spicca una dei Sepultura, attinge anche oggi dall'unico (almeno per ora) full lenght, disco che vive viaggiando su diversi binari attingendo da qualsiasi cosa lo possa rendere più furbo.Furbizia che emerge sulle note di pezzi come NewLife PT.II (occhio agli assolo di chitarra) oppure Horizon of Event (parte quasi industrial per poi mutare come un camaleonte) che dal vivo davvero acquista una marcia in più con i suoi cambi di tempo.Anche Desert Warm possiede delle peculiarità che se sviluppate potrebbero riservare molte sorprese.
Concludendo, gran concerto, prestazione ottima di tutti (stavolta si sentiva anche meglio il lavoro di basso).Ora li attendiamo al varco per il secondo disco che speriamo non tardi ad arrivare.
Bravi fioi!!!!(perdonate l'incursione in dialetto veneto ma ci stava bene!!!).

Dopo di loro doveva esibirsi un altra band che però non ha più suonato.Si è esibita una cover band.Io tra stanchezza e scarso interesse per le cover ho preferito rientrare.

Alla prossima compari!!!!

giovedì 28 novembre 2013


Reportage Dark Tranquillity + Tristania - 21/11/2013

Quanto tempo sarà passato dall'ultima volta che sono venuto al New Age ?un bel po' mi sa.Ultimamente in questo locale di concerti interessanti non ce ne sono stati molti, almeno per ciò che concerne i miei gusti.Stasera c'era una doppietta che pur essendo diversa e di aromi differenti, mi stuzzicava parecchio e quindi ho presenziato con molto piacere ed interesse.
Una piccola polemica però è d'obbligo, questo non è un freddo blog di recensioni e basta atte a descrivere in un modo o nell'altro uno show, la scaletta ecc.No, qui nel mio spazio desidero anche dire la mia su cose attinenti al contesto per quanto possibile.
Quanta gente c'era stasera ?molto poca, anzi veramente poca per la caratura e l'impatto che gli headliner hanno avuto sulla scena musicale essendo attivi dal lontano 1989.Aggiungete una carriera che dura ancora oggi e il vasto repertorio che hanno accumulato...bene, qualche giorno dopo sempre nello stesso locale hanno suonato i Bring Me The Horizon ottenendo un osceno sold out, una band che punta su clichè tipici del metalcore osannando una musica povera di idee, priva di evoluzione, che non necessita nessun impegno da parte dell'ascoltatore.L'impatto devastante è solo fumo negli occhi condito oltretutto da un aspetto (molto discutibile) cool e alla moda che tanto tira di questi tempi.Siamo davvero arrivati al punto di preferire un piatto da fast-food a quello di un ristorante ?Preferiamo l'apparenza alla sostanza ?A quanto pare si...
Ingoiamo l'ennesimo boccone amaro, registriamo un altra profonda ferita inferta all'arte e andiamo avanti come sempre in un modo o nell'altro.
Ovviamente come oramai da anni succede, finisco il turno e devo correre all'impazzata per arrivare in tempo al concerto.Una mano sul volante, una intenta ad afferrare una brioche dal sedile, un occhio che guardava la strada e un altro che tentava invano di capire dove fossero le vettovaglie nascoste in chissà quale buio meandro della mia auto.
Ed infine tra la pioggia, il freddo e il traffico raggiungo la location.Tempo di pagare ed entrare e mi dirigo davanti al palco dove la prima band con mio rammarico ha già cominciato il suo set.

I Tristania hanno da non so quanto iniziato a suonare.I suoni non sono il massimo anzi, indecorosi.Ho cambiato diverse posizioni ma davvero si sentiva malissimo sia che fossi al banco mixer che più avanti.Le chitarre erano quasi assenti se non in sporadici interventi e gli assolo.La batteria era nella norma, le tastiere poco incisive.Le voci fortunatamente si sentivano abbastanza bene.
Era da molto che volevo vedere la gothic band all'opera dato che li seguo da diversi anni e volevo constatare lo stato attuale della band oramai orfana di quasi tutti i membri della lineup che li ha portati al successo tranne il chitarrista e il tastierista (mancante in sede live e sul disco non compare nemmeno una foto, non è molto chiara la storia).
Quindi nuove voci : la sarda Mariangela (non male anche se è forse come tonalità è troppo rock per il genere proposto, Vibeke si sa è inimitabile), Kjetil Nordhus dei Green Carnation (voce assolutamente meravigliosa, un ottimo acquisto), Anders Høvyvik Hidle (purtroppo vocalmente nelle parti che spettavano al vecchio cantante fallisce) e un ulteriore voce ai cori ad opera del bassista Ole Vistnes.
Nel complesso l'esibizione è stata buona, vocalmente non male ma non completamente soddisfacente se non fosse stato per la presenza di Kjetil e degli ottimi cori di Ole ad innalzare la qualità dell'esibizione.
Strumentalmente faccio fatica a dare un opinione dati i suoni orrendi però si notava il gran lavoro di chitarra dello storico chitarrista Anders, davvero un grande a mio parere.Gli altri musicisti facevano il loro lavoro ma sensa risplendere particolarmente.
Un concerto che ha messo in risalto una rinascita che sembra portare la band su una via di guarigione dopo i numerosi passi falsi del passato.I brani dell'ultimo disco mi hanno convinto parecchio, su quelli vecchi molto poco ma questo è dovuto al fatto mi sa che non sono più molto legati a quelle sonorità.
Insomma show che nonostante alti e bassi valeva la pena essere seguito.In fondo parliamo di una delle band storiche del gothic metal con voce femminile.Bravi!!!!

Dopo un cambio palco veloce ecco che i Dark Tranquillity  prendono possesso del palco del locale trevigiano.Orfani pure loro del bassista (sul disco le parti di basso sono state ad opera del chitarrista Martin Henriksson (già bassista della band in passato) stasera useranno delle basi registrate che comunque non andranno ad indebolire lo show (a me personalmente sarebbe piaciuta una persona in carne ed ossa).
Da infarto l'uso delle luci, devo dire che in pochi concerti le luci mi hanno impressionato, stasera invece erano perfette e ognuna in simbiosi con le canzoni proposte.
La setlist prevede estratti da quasi tutti i periodi discografici della band, dagli esordi fino alle sonorità sperimentali degli ultimi dischi.
Come già forse scrissi  in passato questa band sia su disco che dal vivo non risulta mai noiosa o statica ma anzi ti stuzzica ad andarla a vedere perchè il genere (in questo caso death metal area svedese) anche se non si basa su sonorità nuove o portatrici di evoluzioni particolari porta in grembo un continuo desiderio di stupire, di evocare qualcosa, di traghettare l'ascoltatore in zone inusuali.Non è un gruppo tutta violenza e basta ma è un gruppo che si mette continuamente in gioco mantenendo il proprio marchio e contaminandolo con vari elementi melodici come interventi in voce pulita, tastiere, elettronica e melodie decisamente intriganti.
Tutto il gruppo stasera era carico come una molla anche se fra tutti il più espansivo e coinvolgente è stato come prevedibile il cantante che non mancava mai di esporsi e ringraziare l'affetto del pubblico.
I due chitarristi erano intenti a macinare i loro intricati e complessi riff e assolo restando quasi sempre concentrati sui loro strumenti.Le tastiere facevano il loro ottimo lavoro e il lavoro di batteria è stato assolutamente di alto livello, sempre in mutazione, mai scontato o banale.
Un concerto che è davvero volato data la gran varietà di pietanze uditive presentate al tavolo degli ascoltatori.Il menù offerto è stato davvero eccellente e credo nessuno sia rimasto insoddisfatto.
Il prezzo del biglietto come dico sempre è stato ripagato e se ce ne sarà la possibilità lo ricomprerei senza dubbi.Immensi!!!!

Dopo lo show sono spuntati i Tristania al completo che ho salutato uno per uno e poco dopo anche i Dark Tranquillity sono stati a disposizone di tutti conversando come si fosse tra amici fino a tarda ora.
Avrei voluto restare di più ma il sonno e il pensiero di alzarmi la mattina dopo mi hanno fatto desistere.
Splendida serata!!!



mercoledì 20 novembre 2013


Reportage Ulver with The MG_INC Orchestra - 16/11/2013

Questa sarà una sfida difficile : descrivere a parole l'evento che si è svolto al Teatro Regio di Parma il 16 novembre, ma andiamo con ordine.
Allora finisco di lavorare alle 13, tempo di tornare a casa, sistemarmi afferrare la valigia e fiondarmi in stazione per non perdere il treno delle 14:30.
Per fortuna nessun intoppo e il viaggio comincia bene diretto alla volta di Padova.
Neanche 10 minuti di attesa e piglio il Freccia Argento per Bologna.Anche qui il viaggio non porta ritardi particolari o imprevisti e quindi arrivo a destinazione in orario.
Altro cambio treno.Prendo il Freccia Bianca per l'ultima destinazione ovvero Parma.
Durante la corsa il sole va via via scomparendo e arrivo alla meta che è già buio pesto.Esco dalla stazione di fretta e nonostante stanco dal viaggio mi preme arrivare prima possibile in centro quindi mi incammino a piedi per raggiungere l'albergo.
E finalmente riesco a lasciare giù zaino e valigia, arraffo le cose indispensabili e dato che per fortuna sono in anticipo sulla tabella di marcia mi concedo una passeggiata rilassante nel cuore della città nel più completo relax cercando di liberare la mente dai continui problemi personali.La città pullula di persone che girano per i negozi e per le varie bancarelle, molti forse ignari che a pochi metri sta per svolgersi qualcosa di importante.
I miei occhi cadono su un paio di bancarelle colme di cibarie invitanti e decido di ingozzarmi per bene.
Piano piano si avvicina l'ora quindi mi dirigo al Teatro Regio a ritirare i biglietti e attendere l'apertura.
E finalmente riesco ad entrare, faccio qualche acquisto al merchandise (stavolta finalmente più fornito) e vado a prendere posto in una delle logge.I rintocchi di campana annunciano che sta per cominciare la prima parte quindi partiamo :

Sul palco sale in apertura Pamelia Kurstin, giovane musicista che già aveva collaborato con gli headliner in occasione di Shadows of the Sun.Stasera la ragazza intratterrà gli spettatori con uno show decisamente particolare.Come fece la chitarra di Stian Westerhus nello scorso show, in questo concerto è il theremin il protagonista, uno strumento che si basa su oscillatori che, lavorando in isofrequenza al di fuori dello spettro udibile, producano, per alterazioni delle loro caratteristiche a seguito della presenza delle mani del musicista nel campo d'onda, dei suoni sul principio fisico del battimento, questa volta nel campo delle frequenze udibili.Uno strumento molto particolare insomma che in parole povere produce dei suoni grazie al movimento e al battere delle mani.
Pamelia quindi comincia a "giocherellare" nascondendo melodie e pitture sonore sotto macerie di note frammentate che si evolvono in rumori e suoni disturbanti.Era come sentire echi distanti, distorsioni spaziali e canzoni ridotte in polvere melodica.Da qualche parere ascoltato poi in molti si sono annoiati o non sono rimasti soddisfatti.E' musica per chi ha la pazienza di ascoltarla.Quando lo show giunge al termine ci si ritrova in uno stato d'animo come appena usciti da una trance.
Immaginavo che la musica di apertura sarebbe stata tosta ma questa esperienza l'ho vissuta, respirata e interiorizzata fino in fondo!!!!Eccellente inizio!

Durante la pausa mi prendo qualcosa da bere e mi concedo due passi per sgranchire le gambe ma ecco che sta per cominciare o meglio sta per essere servito il piatto forte :

Quando lessi la notizia bomba del ritorno a teatro degli Ulver assieme all'Orchestra non resistetti e decisi che dovevo esserci.Oltre quindi all'Orchestra (tutta italiana) e al direttore Martin Romberg troviamo una formazione a tre ossia Garm alla voce, Tore Ylwizaker e Ole Alexander Halstensgård alle tastiere, video ed effetti vari.
In più vi è anche la partecipazione della giovane Pamelia su alcune parti.
E allora cominci questo viaggio, un viaggio che ha annullato lo scorrere del tempo in quanto quando siamo arrivati alla fine nessuno se ne è accorto.
Vediamo allora di cercare di descrivere a parole cosa la band ha presentato e che sensazioni ha suscitato.
E' stato proposto per intero l'ultimo album Messe I.X-VI.X, tassello discografico ancora una volta diverso dal predecessore, nero, oscuro e di difficile assimilazione.
E' musica notturna, avvolgente, malefica forse, triste, piena di tensione emotiva che per essere capita deve essere ascoltata con molta pazienza e tenacia.Partiamo dalla performance dell'orchestra ossia eccellente sotto tutti i punti di vista, musicisti giovani pieni di passione e grande tecnica.
Impressionante poi l'uso di video sullo sfondo e delle luci che hanno creato della pura magia visiva, qualcosa che deve essere visto per capire a cosa alludo.Uno spettacolo nello spettacolo, arte ai massimi livelli che era in continuo mutamento per tutta la durata del concerto.Sconvologente, appassionante, intrigante...un lavoro orchestrato e curato nei minimi particolari che già quello valeva l'esiguo prezzo del biglietto.
E ora veniamo alla musica.Di sicuro ognuno avrà la sua opinione e io mi permetto di dire la mia.L'ultimo disco a me non ha fatto impazzire, ho preferito e adorato di gran lunga i due precedenti.Forse c'è stata un eccessiva volontà di osare.Però eseguito dal vivo con un ambientazione del genere acquista tutto un altro valore risplendendo di luce propria.Difatti il disco se ascoltato e basta perde, se invece viene visto eseguito su un palco rinasce.
Aggiungo poi che in ogni caso la musica e il concerto in sè sono stati molto pesanti, inaccessibili, molto duri da digerire.Sonorità minimali darkeggianti ed orchestrali, un mix che vibra su note cupe, doloranti, lunghe e decisamente soffocanti.Fortunatamente lo show non è durato molto perchè personalmente la mia attenzione uditiva stava scemando.Ero invece estasiato dalla parte visiva che mi ha colpito enormemente.
Finita l'esecuzione dell'album sentire poi EOS è stato un vero e proprio orgasmo che non saprei definire in altre parole se non un filosofico viaggio mentale verso il divino che è dentro di noi, una scissione tra anima e corpo, una visita nell'aldilà tra luci, colori e fosca oscurità.Ma è stato un po' tutto il concerto che ha suscitato questo binomio in bilico tra emozioni e durezza soffocante.
E ' stato uno spettacolo che andava comunque visto, che andava vissuto, che andava assaporato in ogni suo più piccolo aspetto.Dopo il finale tutti i musicisti hanno salutato il pubblico mettendosi ai bordi del palco tra un mare di applausi e urla di incitamento e non c'è dubbio che se li siano meritati davvero.
Un vero peccato però che la voce di Garm non sia stata molto presente, avrei suonato personalmente qualche altro pezzo extra consentendo a un grande cantante come lui di esprimersi ma in fondo forse non era la situazione adatta.
Un altro ricordo dentro il mio cuore che resterà per sempre!!!!
Un immenso grazie al Barezzi Live Festival, ad Alessandro Albertini, a tutto lo staff, al pubblico numeroso e naturalmente ai mitici "Lupi" norvegesi!!!

E naturalmente qualche sorpresa era dietro l'angolo che non mi aspettavo per nulla.
Eravamo pochi ad aspettare la band dopo lo show, che sono andati in calando quasi del tutto dopo l'uscita di un cordialissimo Garm che si è intrattenuto a chiacchierare con i presenti.Dopo un po' rimasto solo o quasi ho chiesto a quest'ultimo degli altri della band (in fondo non esiste solo lui ma tutti gli altri sono importanti per il sound di un gruppo) e incredibile mi ha portato dentro presentandomi Pamelia e in seguito grazie all'organizzatore Alessandro sono entrato nei camerini a incontrare tutti gli altri.Pazzesco.Serata finita nello stupore e nella gioia più totali che mai!!!!Piccola passeggiatina e rientro in albergo a riposare.

Alla prossima compari!!!! 




Reportage Kaledon + Alabastrum - 12/11/2013

Stasera non si poteva mancare (come molte altre volte lo ammetto) e per fortuna il giorno dopo si dorme fino a tardi.Il concerto previsto riguarda una band che seguo da tanti anni, anni che magari non sarà cambiata più di tanto in stile, non sarà originale ma non importa assolutamente, qui conta la qualità che seppur infilata in un genere inflazionato e poco tendente al rinnovarsi come il power metal, esplode in tutto il suo potenziale.
Quindi di gran volata come sono solito fare mi dirigo alla mitica birreria Old Saloon per assistere all'evento che ribadisco ancora è stato gratuito come tutti gli altri concerti che si svolgono in questo locale e non solo.

Allora partiamo con la prima band :

Cominciano gli Alabastrum da Montebelluna, autori di un interessante mix di power, folk e prog (stile diciamo che si avvicina ai Rhapsody ma meno veloce) purtroppo un po' penalizzati da dei suoni poco chiari.Per farvi capire si sentivano più le tastiere che tutto il resto, la chitarra solo durante gli ultimi pezzi si sentiva chiaramente, la sezione ritmica nella norma e la voce poteva essere meglio.
Tecnicamente la band essendo giovane e ancora senza aver pubblicato dischi è un pochino inesperta ma comunque diverse buone qualità saltano fuori.Come dicevo i problemi uditivi hanno rovinato l'esecuzione per buona parte l'esecuzione inflazionata anche da qualche errore strumentale e vocale (ma capita a tutti, pure DC Cooper dei Royal Hunt ha avuto qualche problema).
Concentrandosi sui pezzi emerge un buon gusto melodico che però viene in parte soffocato da un songwriting che rende i ritornelli poco potenti, non incidono e si confondono con le strofe.La struttura è elaborata ma risulta confusionaria ed è un peccato perchè ci sono diversi spunti che andrebbero ad aumentare il valore di questa band.Bisognerebbe magari sentire i pezzi su disco per avere un opinione completa.
La band comunque nel complesso ha energia e grinta e deve magari limare qualche imperfezione ma per il resto come inizio ci siamo.Da rivedere ovviamente, supporto all'underground forever and ever!!!!!

E ora andiamo con gli headliner.Da Roma i Kaledon (credevo al primo colpo d'occhio di aver sbagliato concerto dato che il cantante senza baffi e barba sembrava Renato Zero!!!!) prendono possesso del palco e mitragliano i presenti con il loro power epico basato su un concept fantasy che parte fin dal primo disco.La band privilegia l'impatto, la potenza esecutiva e la violenza (ovviamente "melodica").Le tastiere sono si presenti ma sono diciamo timide, preferiscono stare nascoste e dare spazio alle chitarre, vere protagoniste del sound del gruppo.In confronto a molte band epic-power che privilegiano una certa atmosfera sinfonica/orchestrale i romani sono una delle poche bands italiane ad avere un atteggiamento più metallico, più basato sulla rocciosità che non sul classico binomio voce lirica/tastiere.Lo so, ho un debole per questa band ma davvero non riesco a trovare un vero e proprio difetto.Non saranno magari originali o innovatori ma il loro lavoro lo sanno fare meglio di altri.Tecnica di primo ordine; la sezione ritmica pompava che era una meraviglia, le chitarre erano una gioia per le orecchie, precise e deflagranti sia nei riff che negli assolo e la voce è in assoluto una delle migliori nel genere e vi dirò il perchè.Non è nè la classica dal tono operistico e neanche la solita acutissima, no qui c'è proprio qualcosa di personale.Un timbro che punta proprio ad emozionare giocando sui toni medio-bassi, efficace e potente sui pezzi veloci (supportato alla grande dai cori del chitarrista) ed esplosivo sui pezzi lenti ed atmosferici riuscendo a infondere loro anima senza cadere nella banalità delle ballate strappa lacrime.
Un pezzo più bello dell'altro e uno show di altissimo livello!!!!!

A fine concerto abbracci, foto ricordo e firme a tutti i presenti e chiacchierate come se si fosse tra amici!!!!
 
Alla prossima compari!!!!

Reportage Altre Di B + I Am Titor - 09/11/2013

Sicuramente gli appassionati dei libri gialli si ricorderanno di Grazia Nero, tenace ispettore che si ritrova a dare la caccia ad un oscuro serial killer tra le inquietanti vie di una città piena di fascino e mistero.
Stasera mi sono sentito un po' come in quella storia seppur in un contesto totalmente diverso.In una parte del racconto Grazia si reca in un circolo autogestito, una sorta di locale alternativo e sta per mettere le mani sull'assassino mentre una band sta suonando free-jazz o comunque del jazz contaminato, polveroso, acido.Il posto si trova in una via solitaria, gelida forse e io ho come la sensazione di rivivere quella storia.
Partito all'istante dopo aver finito il turno di lavoro arrivo in centro a Castelfranco Veneto, lo supero tentando di capire dove si trova il posto e come immaginavo non lo trovo e finisco da tutta altra parte.
Ritorno indietro, parcheggio e mi incammino sulla via dove si presume l'On Air si trovi.Camminando tra vie buie, gruppetti di ragazzi che chiacchierano, lampioni che sembrano lì solo per farsi luce tra di loro, odori di cibo arabo finalmente con un pochino di aiuto imbocco una via che finisce in una cancellata spalancata che dà su un parcheggio deserto.Lì si erge anche un piccolo edificio che poi scopro essere il locale.
Non essendoci anima viva torno indietro e mi infilo in una piadineria per mangiare qualcosa.
Finalmente tornato all'edificio comincia a comparire qualche anima e mano a mano aumentano.
E riecco quella sensazione, quell'impressione di ritrovarsi in quel locale tra Grazia e l'assassino, l'atmosfera alternativa del locale, l'aria fredda, i vari odori e suoni contaminati del non cedere al conformismo tipico che ci viene impartito dai mass media.
La gente è calorosa e squisitamente semplice, genuina come lo sarà la musica che uscirà a breve dagli amplificatori e quindi partiamo :

Rivedo con piacere on stage gli I AM TITOR forti di un sound decisamente accattivante, un su e giù emotivo concentrato su tempi dilatati e sonorità post-rock mai aspre o troppo dure ma pregne di melodie soffuse e ritmiche dolci.Già li vidi tempo fa in un ambientazione diversa, un parco all'aperto dove pur essendo estate tirava un' aria fredda da farci tremare tutti.In quell'occasione diedero un'ottima prova incantando i presenti e stasera consolidano il loro stato di forma proponendo un intenso live show di luminosità sonore soffuse senza per questo cadere nella trappola dell'essere troppo zuccherosi o passare per una band emo-pop della peggior specie.No, qui si parla di una costruzione dei brani curata e mai banale dove si cerca di creare un qualcosa di concreto, ricco di fascino e roccioso quanto basta.Le tastiere poi creano il giusto terreno dove architettare il parco giochi dei ragazzi che si divertono a combinare in vari modi la loro musica con quanta originalità possibile.I pezzi poi sono corti e non si disperdono troppo in inutili orpelli da virtuosi.Qualche sbavatura quà e là c'è stata ma è anche questa la magia dei concerti dal vivo no ?
Promossi a pieni voti!!!!!

Tempo di bere qualcosa dato il caldo impressionante davanti al palco che seguono gli Altre Di B da Bologna e qui davvero sono in difficoltà a descrivere il loro concerto.
Lo stile del quintetto bolognese è alquanto strambo, trasversale, che parla e ragiona in modo del tutto inusuale e imprevedibile.
Giri di chitarra veloci in stile garage rock, tastiere infarcite di melodie che mi hanno ricordato il reggae, uno stile vocale tra l'impazzito e il filosofico e per finire pezzi che variavano da delle schegge melodiche a riflessioni cantautoriali ad altri generalmente pop.Lo show è stato tosto, io personalmente ho faticato a capirci qualcosa.Di positivo è stato che non è durato troppo, una durata giusta, oltre la quale secondo me la situazione diventava pesante da digerire.E' musica sicuramente composta con cuore e passione e che come spesso accade non viene compresa da tutti.Va sentita a piccole dosi non rientrando in un genere specifico, va oltre i canoni del pop classico, ne varca i confini ed evolve mutando si ma restando fedele alle origini nell'animo.Probabilmente nessuno avrà capito che gruppo sono andato a vedere, forse nemmeno io.
La band in ogni caso se la spassava, il pubblico anche e ciò è importante tralasciando il genere proposto.

Ottima serata, grazie all'OnAir per la serata, al pubblico e ai gruppi.Conto di tornarci al più presto!!!

Alla prossima compari!!!!

venerdì 15 novembre 2013



Reportage Ivy Garden Of The Desert - 27/10/2013

E chi se lo sarebbe mai aspettato che sarei finito dentro uno studio di registrazione ?Un luogo di cui ignoravo qualsiasi cosa.Sono quei posti di cui si parla stile leggenda metropolitana...area 51 o cose del genere.Locazioni ricche di fascino, curiosità e mistero, inaccessibili normalmente ai non musicisti come me e come tantissime altre persone.
Ebbene sulla mia strada, tempo fa, comparve una biforcazione.Da una parte sarei finito in un percorso che bene o male, sapevo dove mi avrebbe portato.L'altro invece era si visibile ma offriva un panorama diverso, come se fosse una dimensione alternativa.
Ci pensai e ripensai per giorni e notti e infine decisi...imboccai la strada "Diversa" ma che in qualche modo anche se sapevo che sarebbe stata più dura e faticosa sentivo che mi apparteneva di più e che se non l'avessi intrapresa me ne sarei pentito e non importa dove sarei finito.Il desiderio interiore mi indicava quella via e io la presi e fu così che cominciò una nuova avventura che mi ha portato ad assistere ad un evento speciale proprio ai NewSin Studio di Luigi Stefanini (studio di registrazione dove ci hanno inciso tantissime bands che adoro come Kaigo - Helreidh - Labyrinth - Domine -Stramonio - Secret Sphere - Cydonia - Drakkar -Madsword - Empty Tremor - White Skull - Alex Sure - Elvenking - Heldritch - Highlord - Mandragora scream - Secret Sphere - Skanners -Arthemis...e molti altri...).
Oggi verrà registrato un live con tanto di pubblico proprio all'interno della stanza dove si registra.
Partiamo quindi di buon ora e arriviamo agli studi giusto in tempo per fare due parole con band, conoscenti vari e il proprietario Luigi (che ringrazio ancora per la sua gentilezza e disponibilità).

Entriamo tutti nella stanza (eravamo quasi 25 persone, band compresa) compressi in pochi metri con un caldo allucinante.Si era creato una sorta di girone dantesco con un atmosfera comunque da live rock!!!!
La band si sistema e via si parte :

Ivy Garden Of The Desert ossia Diego Bizzaro alla voce e chitarra, Paolo Martini al basso e Alexander Puntel alla batteria.Un trio stoner/doom con influenze grunge, psych e blues che comunque aldilà di genere ed influenze mette nelle proprie canzoni una certa amarezza, un velo di malinconia, un torbido stato sprituale, un insonne sensazione di malessere.Non è il classico gruppo tutto chitarre fumose e acide atto a polverizzare i padiglioni auricolari a suon di distorsioni llucinogene e bassi assassini.
No, qui si parla assolutamente di evoluzione, del voler andare oltre il genere e proporre qualcosa che contenga nel suo dna le origini ma allo stesso tempo lo porta su nuovi orizzonti.
Chi magari è tra i pochi che ha letto qualche mia recensione sa che poche volte parlo dei pezzi proposti durante un live e anche stavolta non mi ci voglio soffermare troppo.
A sorpresa il gruppo parte in maniera lenta ed atmosferica, soffusa ma piano piano l'aria si eletrizza e la musica veste i panni di un killer pronto a colpire quando meno una persona si possa aspettare e difatti finito il primo pezzo (I) segue subito a ruota la micidiale Viscera con il suo riff di chitarra pesante e minaccioso.Segue la sognante Enchanting Odissey che riporta la calma nella saletta con il suo incedere lento, sinuoso, spaziale che non manca comunque di incidere nello spirito al momento giusto.Già a questo punto del concerto il caldo diventa davvero insopportabile ma tutti tengono duro.Il cantante Diego grondante di sudore sputa davvero l'anima ad ogni parola  e ogni nota viene sprigionata con tutta la forza che ha in corpo.Non da meno la sezione ritmica di Paolo e Alexander che annienta letteralmente ogni possibile difesa immunitaria con potenza, dinamicità e fantasia.Non vengono usate ritmiche statiche o troppo lineari ma in qualche modo si recupera lo spirito dei Pink Floyd ossia mixare immediatezza e complessità e rendere i pezzi riconoscibili e "cantabili" o anche memorizzabili senza fatica.Viaggi mentali intricati ma con una via di uscita sempre visibile.
Seguono 1991, Weasel in Poultry Pen, Motorpsycho e Deeper Than Deep.Tutti brani dotati della propria personalità, calmi e placidi come un mare che ammira un dolce tramonto estivo e contemporaneamente sanno essere letali, gelidi e malvagi come una lama nella carne.
A sorpresa viene presentato un pezzo nuovo che fa ben sperare per un album di debutto che farà parlare di sè.La qualità del brano è decisamente notevole quindi vedremo cosa succederà in futuro.
E siamo alla fine.Tempo neanche un minuto dal finale che il pubblico stremato ma visibilmente soddisfatto esce dalla stanza per prendere aria.E' seguita un intervista per una radio veneta dove il trio ha parlato di vari argomenti e dei piani futuri.

Un evento unico che ha dimostrato come dico sempre che abbiamo bands nostrane validissime e più che competitive, basta solo voltare la testa, non serve andare chissà dove.Cercatele...sono intorno a voi...nel locale sotto casa, al pub dove ci passate ogni giorno per pranzare, all'aperto quando andate a farvi una birra a qualche sagra.Supportatele!!!!!!

 Alla prossima compari e ricordate Supportate l'Underground!!!!

giovedì 14 novembre 2013



Reportage Steel Sensations - 31/10/2013

Avrei voluto dedicare il giusto tempo e attenzione a questo evento ma tanto per cambiare il giorno dopo dovevo lavorare e quindi in qualche modo non ero dello stato d'animo rilassato e sereno per godermi appieno il concerto comunque vediamo di fare una piccola recensione per questa band underground.

Serata di Halloween quindi tutti in giro a fare dolcetto o scherzetto oppure a sballarsi in discoteca su basi musicali di dubbio gusto (anzi mettiamo solo basi senza "musicali") oppure ci si concede un drink in un pub o trattoria e ci si gusta della buona musica.E stasera nell'accogliente cornice della Trattoria-Pub al Molino siamo pronti per ascoltare una nuova band (o almeno per il sottoscritto lo era)  :

Gli Steel Sensations, quintetto montebellunese partono belli carichi con un sound che profuma di hard rock mischiato con l'heavy metal targato anni 80, quindi in piena era NWOBHM, con qualche concessione al blues.
Devo dire che nonostante un po' di ingenuità, la mancanza di originalità, la tecnica sicuramente da perfezionare e la potenza esecutiva non incisiva a dovere (difetti ovviamente che toccano la maggior parte delle band emergenti) parecchi pezzi sono davvero trascinanti e ben arrangiati.
Diversi giri di chitarra mixano AC/DC, Airbourne, primi Judas Priest e Saxon e a sorpresa poi sfociano in diversi assolo squisitamente blues che rende la musica più interessante invece di essere le classiche dimostrazioni di tecnica e velocità, un plauso per questo!!!
Vero punto di forza quindi è il lavoro di chitarra, soprattutto di Andrea, efficace sia nelle parti soliste che in quelle ritimiche (vero motore trascinante del gruppo) ben supportato dalla seconda chitarra di Roberto (anche se mi permetto di dire che deve metterci più cattiveria nel suonare da risultare così più coinvolgente e aggiungerci più trasporto e calore).La sezione ritmica del bassista Corrado e del batterista Manuel svolgeva bene il suo compito anche se come detto prima ci metterei più potenza nell'esecuzione.
Ultimo aspetto riguarda la voce di Enrico che denota una certa potenza ed energia, qualità essenziali per il genere proposto e la giusta dose di melodia quando serve.Deve però trovarsi un suo stile dato che per ora il timbro vocale è parecchio anonimo.
Le canzoni intrigano davvero molto, e on stage fanno la loro figura.I ritornelli magari andrebbero migliorati e sfrutterei l'uso dei cori per incrementare l'effetto finale.
In ogni caso devo dire che la serata è stata molto piacevole, musica e compagnia altrettanto.
Continuate così ragazzi!!!!

Alla prossima compari!!!!

Reportage Protocol II - 29/10/2013

Concerto decisamente particolare quello che si è svolto all'Esse Music di Montebelluna.
Anche stasera è stato sold-out oppure ci si è andati molto vicini in quanto la sala era piena al 99%.
Tempo quindi di arrivare al locale (con un tempo decisamente antipatico che si è divertito a rovesciare acqua a volontà per buona parte della serata), mettersi in fila e guadagnare un posto decente che poco dopo lo show inizia.

I Protocol II salgono sul palco accolti da ovazioni a cascata e lo dico con sincerità, se le sono meritate tutte dalla prima all'ultima.
Veniamo alla formazione : Simon Phillips alla batteria, Andy Timmons alla chitarra, Steve Weingart alle tastiere e Ernest Tibbs al basso.
Onestamente conoscevo solo Simon e Andy, il primo per il suo lavoro con i TOTO, il secondo per i suoi dischi solisti e anche perchè lo vidi dal vivo in passato.Gli altri due musicisti mi erano ignoti.
Ero anche decisamente dubbioso su cosa avrebbero proposto dal vivo e difatti sono rimasto spiazzato dai pezzi proposti ossia un mix...anzi neanche un miscuglio ma uno stile che era praticamente fusion o free-jazz o
prog ultra tecnico nello stile dei migliori Dream Theater strumentali o i Liquid Tension Experiment ma senza la componente metallica.
Diciamo che il concerto ha due facce ossia una che mette in mostra le mostruose doti tecniche dei 4 musicisti sul palco.Stupefacente è dir poco.Simon dimostra una classe e una raffinatezza assolutamente incredibili rispetto al genere che normalmente suona con la sua band principale.Ingloba tecnica, potenza e genialità, assolutamente un maestro dello strumento.Altra sorpresa è stato Andy.Il suo lavoro alla chitarra ha stupito letteralmente offrendo un lato fantasioso che mai mi sarei aspettato da lui dato che nei suoi lavori solisti privilegia il rock-blues stile Satriani.Spettacolare vederlo jammare con gli altri ed integrasri nelle complesse strutture a incastro create dalla band.Non da meno sono stati il lavoro di basso e tastiere che hanno infarcito la setlist di piccoli gioiellini di tecnica, precisione e lucentezza sonora.Sembrava quasi di essere tornati indietro nel tempo ai mitici anni delle jam session nei fumosi locali frequentati dai grandi jazzisti di una volta.
Se questo quindi era il primo lato della medaglia arriviamo al secondo.
Di sicuro il pubblico era composto da tanti musicisti o appassionati di musica strumentale ma magari chi non è molto appassionato a certi tipi di musica digerire un concerto del genere non è stato affatto facile.I pezzi sono decisamente elaborati e le melodie altrettanto creando quindi un concerto pieno di parti da seguire con la testa.E qui sta il limite.Pochissima immediatezza e decisamente troppa volontà di offrire uno spettacolo prettamente tecnico e non "musicale".Gratificante senza dubbio ma difficilissimo da seguire.
Fortunatamente non è durato moltissimo altrimenti il cervello avrebbe fatto fagotto e sarebbe rientrato a casa in autostop.
Concerto comunque da applausi nonostante le due facce, ma a musicisti del genere si perdona tutto.

A fine concerto sono stati disponibili e allegri con tutti ma devo segnalare che come fanno sempre gli italiani, diverse persone hanno creato l'effetto fila tipico delle nostre parti e Simon difatti si è irrigidito e ha cominciato ad innervosirsi.Poco dopo difatti ha imposto che la fila fosse ordinata e tutti avrebbero così avuto foto e autografi con calma e serenità.Ottimo lavoro!!!!

Alla prossima compari!!!!

domenica 10 novembre 2013


Reportage White Room - 26/10/2013

Dopo una più che buona cena al ristorante giapponese non si poteva non dedicare la propria serata ad un evento di tale caratura per di più a scopo benefico.
In più personalmente ho passato diversi anni nella location del concerto in quanto è la palestra della scuola superiore situata a pochi passi di distanza e considerando che la band non suona assieme da una vita non sono stato l'unico a fare un salto indietro nel tempo a contemplare il passato.
Di pubblico me ne aspettavo decisamente di meno.Certo, non ci saranno grandi folle ma fa piacere che esistano ancora appassionati di musica non "usa e getta".
E quindi partiamo con il concerto :

I rinati White Room salgono sul palco e non si fanno certo pregare per offrire uno show cui valga la pena ricordare.
Nonostante siano passati parecchi anni la band pare in forma come non mai anzi ha dato sicuramente corda ad una miriade di presunti musicisti odierni dimostrando che per suonare non serve solo tecnica ma anche molta anima e cuore.Non importa ci siano sbavature, errori o imprevisti (l'assolo di chitarra durante l'esecuzione di Whole Lotta Love dei Led Zeppelin ne è un esempio), quando durante un concerto si assiste a picchi esecutivi e di classe come Alpine Valley dal repertorio solista di Tolo Marton qui alla chitarra (e pure basso in alcune occasioni) oppure la suite di basso in tre parti dal titolo ironico ed esilarante (1.Il Lago Dorato, 2.La Carica dei 101, 3.La carica dei 101 che affonda nel lago dorato), già solo questo varrebbe il prezzo del biglietto (qui in realtà si tratta di offerta libera tanto per essere precisi).Ma c'è di più ossia una scaletta bella lunga con tanto di bis che ripercorre un po' gli anni 60' e 70' con cover di Led Zeppelin, Beatles, Cream, Jimy Hendrix e via dicendo.Ma non è tanto importante quali canzone sono state suonate ma il trasporto, le sensazioni, i suoni, la maestria che questi musicisti hanno messo in mostra (Tolo Marton l'ho trovato decisamente ispirato stasera, soprattutto a livello di assolo) condividendo energia ed emozioni con il pubblico sia che suonassero rock, blues o si lanciassero in esibizioni soliste.
Ben vengano eventi di questo tipo, ben vengano concerti organizzati in maniera così eccellente, ben venga la musica in ogni sua forma basta che non sia solo un mero strumento di business.
Un sincero complimento a tutti e 4 i musicisti : Alberto Martinuzzi alla batteria, Francesco Spinelli alla chitarra (peccato fosse poco valorizzata), Paolo Steffan al basso (e chitarra e anche voce) e Tolo Marton alla chitarra (e basso).Un grazie anche allo staff che ha organizzato la serata.Peccato davvero per i numerosi assenti perchè ne valeva davvero la pena.
Anzi vorrei aggiungere un quesito, anzi due.
A quando il prossimo concerto dei White Room ?
Mica vorrete fermarvi di nuovo ?

Alla prossima compari!!!!

Reportage Mangoo + Enos + Rescue Rangers - 24/10/2013

Sono proprio serate come questa che fanno apprezzare i concerti dal vivo.Niente folle o schiamazzi o urletti isterici da fan adoranti.No qui si parla di musica underground, quella che cresce e viene supportata da gente che è davvero interessata.In questi frangenti il valore di una band viene fuori senza trucchetti o mascheramenti vari.Qui si suona e si va per sentire la musica, assaporarla, interiorizzarla.Certo, mi direte che anche ad un concerto grosso succede questo ma qui le sensazioni vengono amplificate e ogni minimo particolare viene notato minuziosamente da tutti.Per questo affermo che è molto più difficile affermare il proprio valore davanti a pochi intimi che non ha centinaia di persone che magari seguono lo show galvanizzate da luci imponenti e suoni/volumi atomici.
Arrivo al locale con anticipo in quanto le bands stanno ancora finendo di cenare e dato che ero già pieno grazie ad un ottimo sandwich club mi sono preso qualcosa da bere in compagnia di svariati gatti e un cane (oramai mascotte del locale da parecchio).Prima dell'inizio trovo un posticino davanti al palco e assieme ad un piccolo gruppo di spettatori (saremo stati una ventina credo, un vero peccato) attendiamo la prima band :

Attaccano i Mangoo dalla Finlandia, band alquanto bizzarra per la proposta musicale che hanno offerto per la serata.I pochi video trovati su youtube mi avevano lasciato un pochino perplesso ma a sorpresa quei diciamo difetti che avevo notato sono stati tramutati in qualità.Il gruppo gioca molto con i generi e durante la setlist si spaziava da stordenti giri stoner, soffocanti atmosfere doom, eterei passaggi psichedelici e diverse parti melodiche che profumavano di post grunge stile Nickelback (a livello vocale più che altro che comunque c'erano anche concessioni a vocalizzi stile Ozzy) ad infine accelerazioni rock'n'roll.Insomma un bel calderone, contando poi che nei pezzi veniva aggiunta pure una vena elettronica dettata dalla presenza di un tastierista con addirittura parti orchestrali (che si notano di più su disco).Il gruppo comunque gestisce molto bene le varie sfumature del proprio sound aggiungendo poi un interessante uso dei cori a 4 voci che aggiunge un ulteriore tassello all'enorme puzzle sonoro creato dai finlandesi.
Per concludere una band che merita sicuramente di essere vista dal vivo e che non mancherà di deludere in quanto sia a coinvolgimento che a livello tecnico i ragazzi ci sanno fare egregiamente.Grandi!!!

Durante il cambio vado a chiacchierare con la band per i convenevoli di turno.Ed ecco i secondi ossia gli Enos.
Qui come suoni siamo dalle parti del classico stoner psichedelico con qualche parte doom che andava a rendere i pezzi più pesanti ed avvincenti.
La band punta più sulla muscolarità, sull'energia e sulla potenza quindi preferisce mettere un pochino da parte i viaggi spaziali o le atmosfere acide e stordenti per dar vita a pezzi più asciutti e diretti con un efficace lavoro di chitarra.La sezione strumentale combinata alla voce trasporta i presenti in una dimensione più apocalittica ed oscura che non quella prettamente allucinogena e distorta tipica dello stoner.C'è una certa violenza di fondo che emerge dalle fondamenta delle architetture degli Enos, una violenza assassina ma che comunque non manca di incantare sprigionando una strana magia uditiva che non mi si è più scrollata di dosso.Peccato che il tempo per loro sia più corto della prima band e stranamente il tempo per la seguente mi è sembrato pure più basso o forse mi sbaglio.In ogni caso un altro gruppo che meritava di essere scoperto.Un piccolo consiglio, se siete amanti dei vinili procuratevi il loro ultimo disco che ha una copertina assolutamente meravigliosa.Complimenti davvero anche per loro!!!!

Mentre mi intrattengo un pochino nell'attesa dell'ultimo gruppo con i vari musicisti ecco che salgono sul palco i francesi Rescue Rangers.Devo dire che nonostante siano stati i meno interessanti della serata l'atmosfera così raccolta che si era creata ha comunque reso lo stesso bello lo show.Sembrava di ritrovarsi nel salotto di casa con gli amici davanti alla tv.Il trio in questione manca sia dell'originalità dei primi che della potenza dei secondi costruendo uno show basato su pezzi brevi, compatti e discretamente coinvolgenti.Non sono stati molto convincenti anche perchè su diversi pezzi sia i ritornelli che le parti prettamente strumentali non incidevano a fondo rimanendo nell'anonimato lasciando l'amaro in bocca.Poco si salvava dalle canzoni, forse una certa attitudine punkeggiante nascosta o il fatto di essere essenziali e puntare più sul rock'n'roll ma a mio parere c'è molto da lavorarci.Band discreta ma nulla di più almeno per ora.

Grande serata!!!!

Alla prossima compari!!!