domenica 26 gennaio 2014

Reportage Happy Birthday Silvia with "METAL FRIENDS" - 19/01/2014

Dopo una settimana massacrante quando arriva la domenica si suppone una persona si riposi per rimettersi dalle fatiche lavorative.Ma il vostro affezionatissimo non si è fermato ed ha deciso di presenziare ad una sorta di mini-festival organizzato per festeggiare un compleanno speciale.
Poche ore dopo essermi alzato dal letto, mezzo intontito e rimbambito mi dirigo alla birreria Old Saloon.Sono quasi le cinque del pomeriggio e in giro non si vede nessuno.Il cielo è grigio, drammatico e angosciante.Di forze me ne sono rimaste davvero poche, mi chiedo come faccio a reggermi in piedi ma resisto ma con calma alla fine arrivo al locale.Tempo di trovarmi con conoscenti e amici vari, bere qualcosa che si cominciano le lunghe danze :

Cominciano i Ministrhell da Roncade, quartetto decisamente interessante che non conoscevo fino a questo momento.Il genere non è ben definito, o meglio sempre di metal si tratta ma non è univoco o a senso unico.E' un miscuglio di metal classico, power metal (parlo di quello degli anni 80 non l'evoluzione melodica dagli anni 90 in poi, quello americano per intenderci) e thrash.Molto buoni tecnicamente e anche come tenuta palco.Menzione particolare per i gustosi arrangiamenti.Nelle canzoni ci si poteva trovare davvero di tutto, parti aggressive (con aggiunta di qualche parte cantata ai limiti del black metal) e veloci, ottime melodie (gli arpeggi profumavano di Iron Maiden), ritornelli e assolo potenti.Insomma, stiamo parlando di una band che pur mancando di originalità sa come comporre dei buoni pezzi.Un binomio durezza/melodia davvero ben riuscito.Davvero bravi, un inizio di serata davvero esplosivo!!!!

Segue la seconda band, la più violenta della serata ovvero i Mephitic Prolification, altro quartetto proveniente questa volta da Crespano del Grappa.Già dal nome si possono intuire le intenzioni di questi macellai imbrattati di note grondanti sangue a fiumi (immaginatevi l'epica scena delle porte dell'ascensore di Shining e avrete un idea).Death/Brutal senza compromessi o melodie ma tantissima distruzione che non lascia nemmeno le macerie al suo passaggio.Non essendo un amante fino in fondo di band come questa ma preferendo un ascolto parecchio selettivo su tale genere posso solo dire che i pezzi necessiterebbero un pochino di varietà ma credo che questa sorta di ignoranza o comunque attaccamento alle furia primitiva che queste sonorità si fanno portatrici sia la vera forza e lo spirito in cui credono questi ragazzi.Eccezionale il lavoro di basso, sempre udibile, funambolico ed in continua evoluzione che ha messo davvero in ombra gli altri.Raramente ho ascoltato un modo di suonare nel death metal così elaborato e complesso e soprattutto chiaro all'orecchio.Da rivedere per un opinione migliore!!!!

Nel mentre che ceniamo e riposiamo le stanche membra comincia la terza band ossia i Kross Of Khaoss da Treviso, altra band nuova per me come le precedenti.Qui si cambia ancora genere, uno strano ibrido di heavy metal, thrash e doom con qualche incurione nel punk.
Diciamo che mi hanno ricordato come stile i Black Label Society ma senza la matrice southern dato che la band preferisce un approccio più grezzo e diretto.Peccato per i suoni (credo sia stato il gruppo che ne ha risentito di più) che hanno creato un casino assurdo.Io personalmente delle chitarre ne sentivo solo una a malapena e gli altri strumenti a colpi.Non posso dare un opinione più accurata, l'energia e la convinzione sicuramente c'erano, peccato per il resto quindi rimandiamo ad un altra volta.

Andiamo avanti con i Nevernight, ennesima band locale che finalmente porta qualche pezzo nuovo dal prossimo disco che si spera esca molto presto.I quattro giovani attaccano gli strumenti  e partono a raffica sparando il loro heavy/thrash debitore di Testament e Judas Priest.Passano gli anni ma loro sono sempre belli incazzati, famelici e devastanti.Tecnicamente non devono dimostrare nulla a nessuno, macinano note su note con potenza ed energia pescando dall'album (per il momento) di debutto che seppur con qualche ombra (non "quela de vin") brilla ancora di luce propria.Dicevamo anche delle nuove canzoni.Assolutamente delle vere e proprie mazzate sui denti, veloci e dirette con la giusta dose di melodia ma senza esagerare.La band sta crescendo e si spera possano come tutti glia ltri trovare un posto tra i grandi perchè sinceramente siamo stanchi di sentire le solite bands, molte delle quali stentano pure a sfornare album decenti.
Sempre grandissimi!!!

E proseguiamo con i Metaltrashfactory da Montebelluna che seppure non nelle migliori condizioni di salute mettono in piedi la loro setlist che come diverse altre band punta sul primo disco uscito tempo fa.L'esecuzione magari non sarà stata potente ed incisiva come al solito ma certo non si può pretendere chissà cosa quando si sta poco bene.Rispetto per essere saliti sul palco nonostante tutto e il loro thrash metal malato e (di)storto è sempre da vedere dal vivo in quanto assume ancora più potenza colpendo anche il corpo oltre che la mente.Come sempre i brani non sono banali ma "strani" e imprevedibili un po' secondo scuole di pensiero di scuola Meshuggah e Gojira.E anche in questo concerto vengono suonati dei nuovi brani cantati in dialetto che probabilmente faranno parte della nuova direzione musicale della band.Al momento dal vivo continuano a consolidare il loro status e la loro filosofia del creare qualcosa di nuovo.Peccato per la notizia che il cantante tra non molto lascera la band per dedicarsi a progetti ancora non resi noti.Dispiace molto quando si segue da anni una band e ci sono cambi di formazione.Ti lascia in uno strano stato d'animo.Ma è giusto anche che ognuno segua la propria strada!!!!Tanti auguri a tutti!!!!

Ed eccoci alla fine di questo tour musicale.Totalmente devastato raccolgo le ultime energie per seguire l'ultima band della serata e si cambia nuovamente genere anzi viene proprio stravolto tutto.Finale con gli Steel Sensations a suon di hard rock ad alto voltaggio (con qualche concessione al metal classico NWOBHM).
Incredibile quanto stavolta, rispetto all'esibizione di tempo fa dove avevano dato una buona prova, il quintetto sia l'equivalente di una bomba dentro al locale.Ci voleva una botta di adrenalina dopo tanta violenza, quelle belle canzoni rock che ti scuotono dentro.Tutta la band è proprio in palla, la sezione ritmica pompa di brutto tanto per cominciare.Il cantante ha soddisfatto in pieno con energia offrendo una prova più che buona.E a far da protagonista son state le micidiali chitarre di Andrea e Roberto.Il primo è la locomotiva della band come già scrissi.Gran lavoro sia a livello ritmico che di assolo (incredibile come dopo tanti anni lo abbia rivisto grazie alla musica).Il secondo chitarrista rispetto alla volta precedente ci ha messo parecchia più grinta e ciò combinato agli altri ha reso lo show micidiale.Un finale con il botto.Mitici ragazzi!!!!

E siamo arrivati alla fine.Un sincero augurio di buon compleanno alla festeggiata Silvia e un ringraziamento all'Old Saloon, al pubblico e a tutte le bands che hanno suonato!!!!!

Alla prossima compari!!!!

mercoledì 22 gennaio 2014


Reportage Rosita Kess - 18/01/2014

Altra giornata massacrante.E con 60 ore di lavoro in 6 giorni sulle spalle mi appresto a rientrare un attimo a casa per darmi un aspetto presentabile.Fuori fa abbastanza freddo e scende una pioggia che fa di tutto per farti passare la voglia di uscire.Ma bisogna resistere in quanto dei cari amici venuti da lontano stanno per esibirsi a non poca strada da percorrere quindi bisogna fare in fretta.
Si parte piano piano, lacrime continue dal cielo come se stesse soffrendo per qualcosa, o forse in qualche modo rispecchia in parte il mio stato d'animo.Un vortice continuo di pensieri, sentimenti, emozioni, sofferenza e tante altre cose...Mezzo rimbambito proseguo sulla lunga via quasi come fossi Dante all'inizio della Divina Commedia.La strada è parecchio scura e poco illuminata ma alla fine piano piano si arriva all'Inverness Pub, locale da cui mancavo da parecchio.Dopo aver faticato un pochino per trovare parcheggio mi incammino sotto la pioggia per entrare finalmente nel pub.Ho la fortuna di avere un tavolo davanti al palco grazie alla prenotazione quindi mi accomodo e mi sparo direttamente nello stomaco un favoloso sandwich club ed un altrettanto orgasmico dessert (se vi dico Luigi Biasetto credo capirete che spettacolo di dolce ho mangiato).
Ebbene eccoci all'inizio dello show :

Entrano Tommaso Cappellato alla batteria, Andrea Lombardini al basso e i due protagonisti (on stage ma anche nella vita di coppia) Richard Julian pianoforte/voce/chitarra e Rosita Kess anche essa al pianoforte/chitarra/voce.Dopo molto tempo torna in Italia direttamente dall'America per una manciata di date una voce che già ho avuto modo di sentire in diverse occasioni.Anche per lei il tempo sembra non fermarsi mai, è esattamente la stessa di anni prima (ma che prenderanno sti musicisti ?ci sarà mica un contrabbando  di elisir di eterna giovinezza ?) e anche stasera ha dato una prova di assoluto valore, ma andiamo con ordine.
La scaletta del concerto prevede diversi estratti dal nuovo disco F.L.O.Y.D (che è anche il nome del figlioletto nato pochi anni fa) ma non è tanto importante la setlist ma l'atmosfera creatasi tra il pubblico numeroso e i musicisti sul palco.Compito non facile descrivere con nuove parole il concerto di Rosita and company.Primo punto a favore è sicuramente l'avvalersi della coppia Tommaso/Andrea alla sezione ritmica che sono sinonimo di fantasia e professionalità.Tommaso ha sempre quel tocco magico per ogni situazione dosando ogni minimo colpo come se dovesse condire un piatto da ristorante stellato.Andrea punta sulla precisione dando sempre il tempo in maniera puntuale.Richard stavolta stupisce polverizzando il concerto di tempo fa con una prova altamente emotiva soprattutto a livello chitarristico.Gli arpeggi  e le melodie erano davvero emozionanti e ti entravano davvero dentro e tutto questo compensava l'uso della voce limitato solo a qualche coro.Ed ora veniamo alla protagonista femminile che seguo da quando la scoprii per caso all'Apartamento Hoffman in una fredda ma allo stesso tempo calda serata.Oggi imbraccia molto la chitarra preferendo lasciare momentaneamente da parte il piano per la maggior parte dello show.Andarla a vedere è sinonimo di dolcezza, relax, tranquillità...qualsiasi cosa suoni Rosita preferisce cullare l'ascoltatore e lasciarlo nella quiete più totale come una madre coccola il proprio figlio.E' un sentimento quasi materno quello che si sviluppa tra lei e noi.La sua voce tocca corde dell'animo che normalmente le altre voci le sfiorano soltanto.E' come se in silenzio sussurrasse che và tutto bene, che in fondo in questo mondo non siamo soli, è un suono che ci abbraccia con affetto.In poche ci riescono mentre la maggior parte sono insipide e senza anima e lasciano scorrere le note su di un arido pentagramma oramai appassito e ridotto al minimo indispensabile.Beh lascio tranquillamente alla massa il piacere di ascoltare certe oscenità.Noi ci godremo sempre e solo la qualità e stasera, penso di parlare a nome di tutti, ce la siamo goduta fino in fondo!!!
Il concerto seppur lentamente volge al termine senza che nessuno se ne accorga e dopo i bis la band si congeda tra un mare di meritati applausi.
Bravissimi tutti!!!!

Tempo di saluti e abbracci di rito con la speranza di potersi rivedere presto ancora.
Buon viaggio di ritorno!!!

Alla prossima compari!!!!

Reportage Leroy Emmanuel - 17/01/2014

La settimana lavorativa molte volte sembra non finire mai, specie per chi deve lavorare anche il sabato.Il venerdì sera quando mi capita di uscire trovo sempre il finimondo, un continuo và e vieni di persone rilassate che si godono la serata senza pensieri.Io per motivi che non dipendono dalla mia volontà esco stremato dal lavoro, cerco di scrollarmi di dosso la fatica e lo stress dirigendomi poco dopo al Mattorosso per rivedere all'opera un musicista che negli ultimi tempi sembra aver ottenuto quel successo che gli era stato negato forse per le sue collaborazioni con personaggi troppo di spicco che lo hanno messo nell'ombra.
Tempo di arrivare, entrare e mangiare qualcosa trovando per fortuna due posti a sedere che lo show sta quasi per iniziare.

Non mi immaginavo ci sarebbe stata tanta confusione ma probabilmente la massiccia promozione dell'evento ha giovato non di poco la cascata di ovazioni che Leroy Emmanuel  ha ricevuto durante il suo concerto.Ma ci sono dei punti che vanno definiti meglio.Per quanto la serata sia stata il top sia per il locale che per molti degli spettatori, galvanizzati dall' avere davanti un musicista di carattere e di sicuro impatto per il sottoscritto non è stato tutto rose e fiori.Allora cerchiamo di andare con ordine.Niente da dire sulla band che lo ha accompagnato, tecnica, classe, passione e calore sono doti che questi ottimi musicisti si portano dietro da una vita e lo si vede con chiarezza.Per quanto passino gli anni quel fuoco primordiale che un uomo ha dentro non si spegnerà mai del tutto.Stesso discorso per il buon Leroy il quale pur non essendo un virtuoso o un mostro di tecnica riesce comunque ad incantare gli ascoltatori con la sua voce calda e passionale, la sua chitarra timida e malinconica esprimendo i suoi pensieri con quella musica maledetta che si chiama blues.Fin qui tutto bene si potrebbe affermare e guardando le facce inebriate di chi mi stava intorno (tralasciando certi bambocci maleducati che si piazzavano davanti a chi era arrivato prima togliendo totalmente la vista!!!!) stasera c'era l'evento delle grandi occasioni, botto compreso.Ma a volte bisogna andare oltre le apparenze e chi come me ha già visto Leroy dal vivo deve fare delle considerazioni, non è giusto sempre idolatrare qualcuno solo perchè è quello o quello...vorrei citare Bruce Wayne quando sotto le sembianze dell'oscuro Uomo Pipistrello diceva : "non conta quello che sono...ma è quello che faccio che mi qualifica".Ecco la frase si abbina perfettamente all evento.Dove voglio arrivare mi chiederete...bene, mi spiego subito...scaletta pressochè identica all'estate scorsa (capisco che stanno promuovendo il disco dal vivo uscito non da molto però...), le stesse medesime battute tra Leroy e la sua band (in particolare con il bassista), una certa staticità che la volta scorsa non c'era pur essendoci il palco più piccolo.Ma la cosa che fa più male a chi come me è cresciuto sia con il blues che con la musica originale è sentire un concerto di quasi sole cover tranne una o due concessioni.Si sa che nel blues e nel jazz si tende a presentare brani di altri presentandoli con qualche variazione, però ogni concerto sempre le stesse canzoni no...da un artista come lui mi sarei aspettato di più.Ma la gente appena sentiva quelle canzoni che in qualche maniera ha segnato diverse epoche non capiva più nulla esaltandosi ai massimi livelli.Diciamo anche che di blues c'è ben poco nella setlist improntata invece alla musica soul il che fa perdere di mordente e di impatto al concerto.Allora io non dico che lo show andasse buttato sul cassonetto ma come dico sempre, io, da ascoltatore di musica, pretendo che un musicista si esprima con qualcosa di suo invece che adagiarsi sui pezzi degli altri quindi voglio mettere in preventivo che il prossimo concerto sarà diverso.
Preferirei evitare un ulteriore concerto fatto a stampino.
Concerto tutto sommato divertente ma decisamente scontato e prevedibile senza sussulti o sorprese se non per gli assolo di chitarra pregni di dolcezza e tanto cuore.

Alla prossima compari!!!!

domenica 12 gennaio 2014


Reportage Tom Moto - 10/01/2014

Curioso che dopo anni e anni ti ricapiti che passa una band dalle tue parti e scatta quello strano ingranaggio nella testa.Ti sembra fosse ieri che hai visto dal vivo quella band, ti vengono in mente tutti quei particolari che resero magico il passato anche se magari solo per un ora.Ecco, è questo che succede a me per i concerti...bene o male me li ricordo tutti e ad ognuno sono legato per una ragione o per un altra.Ognuno era diverso ma ogni nota, ogni dettaglio mi sono rimasti dentro ed è così che dovrebbe essere quando vedi un concerto, un film o un quadro.Viviamo in tempi che l'arte è un diventato un oggetto, un qualcosa che si butta via, nemmeno il nostro Stato (o presunto tale) se ne preoccupa più.Restiamo solo noi ad alimentare la fiamma, siamo tornati ai tempi di Fahrenheit 451, la gente ormai va sulle cose sicure, va sulle certezze dimenticandosi che ora siamo dove siamo grazie al non sapere che si è trasformato in qualcosa di concreto grazie alla curiosità di quei pochi che hanno osato.Ora è tutto superficiale e ci si spaventa se ci sono tre note suonate anzichè solo una.Non siamo più abituati ad ascoltare quello che pensiamo usando la nostra testa ma quello che ci vogliono far pensare gli altri.Sono dell'idea che prima o poi questo sistema dovrà pur crollare come i grandi imperi del passato.Ma almeno per ora la libertà di ascolto non ce la può togliere nessuno e quindi ci rimbocchiamo le maniche e andiamo al Mattorosso (e a vedere il cartellone ci si tornerà parecchie volte) per assistere al concerto.

Arrivato al locale per fortuna non trovo la solita calca e dopo non molto riesco a conquistare un tavolo davanti al palco.Mi concedo una chiacchierata con l'organizzatore Lorenzo Conte (batterista dei Bleeding Eyes) e alcuni membri della band.Tempo di mangiare con calma che finalmente si comincia.
Direttamente da Pisa tornano in Veneto i Tom Moto, trio alquanto particolare.Li vidi di supporto ai Mombu diversi anni fa e ora ho occasione di godermi nuovamente il loro jazz psicotico, contorto e "devastante".Prendono il jazz e lo drogano fino a farlo sfiorare l'overdose e quel che ne consegue sono brani che mescolano violenza, classe, raffinatezza e acidità.
La setlist privilegia il disco di esordio Junk e a sorpresa vengono suonati diversi estratti dal nuovo album che dovrebbe uscire in tempi credo non lontani.
La band è etichettata come jazz-punk ma sinceramente secondo me questa band è come una matrioska perchè se da un certo punto di vista i brani possono assomigliarsi dall'altro contengono tante piccole gemme nascoste sotto tonnellate di roccia.Virtuosismi impazziti, note di tromba notturne e stridenti, pause fusion, martellate ritmiche ai limiti del rock/metal, nervose sfuriate distorte, violenza psichedelica e più ne ha più ne metta.Un mostro a tante teste, o forse sarebbe meglio dire un piovrone che vi stritola in tanti modi diversi (lo stesso della copertina del cd per intenderci).Molti tra il pubblico erano spaesati, altri sconvolti, altri interessati e curiosi, altri presi dall'inizio alla fine.Ma perdersi per quel mare di note che non accennava a smettere di agitarsi è qualcosa di pazzesco, imprevedibile dove non sai che ti può capitare.Tecnica di primo ordine, la sezione ritimica era un vero e proprio pugno in faccia, preciso, distruttivo ma fatto con classe e il lavoro di tromba equivale ad un puzzle...tanti pezzi strani che messi insieme formano qualcosa di affascinante ma allo stesso tempo strano e geniale.Non è un ascolto facilissimo lo comprendo, anche per me non è stata una cosa facile ma se si riesce ad andare oltre alle contorsioni strumentali dei ragazzi si apre un mondo.
Ci sono tante anime che convivono in un solo corpo, le molteplici influenze della band vengono fuori a caso, con violenza e fascino e portano lo spettatore a perdere la cognizione di cosa sta realmente ascoltando.
Ricordano molto i Soft Machine oppure anche I King Crimson per via dell'attitudine "malata e schizzata".
Fa piacere vedere gruppi come questo che con orgoglio propongono la loro musica e ci auguriamo che possano farlo per tanto tempo.Assolutamente fantastici!!!

Un saluto alla band è d'obbligo!!!Grazie a loro, al Mattorosso e Lorenzo per la gran serata!!!!

Reportage Debora Petrina - 03/01/2014

C'è bisogno di serate dove devi uscire per scaricare la tensione accumulata, serate che seppur fredde sanno darti quel calore all'animo, serate che ti riempiono quel vuoto che si allarga ad oltranza giorno dopo giorno.
Chi magari mi conosce o legge ciò che scrivo sa che quando compongo una recensione metto sempre una parte di me, qualcosa che mi rappresenti in moto tale da non renderla sterile e senza sostanza.Non voglio parlare solo di musica ma anche di sensazioni, sentimenti, valori, passioni...tante cose che in qualche modo ruotano sempre invisibili ed impercettibili attorno alla musica.
Ore 20:00 di sera.Il solito stressante fine turno.Il solito quotidiano gesto nel timbrare il cartellino, andare a cambiarsi e salire quelle maledette scale per uscire dagli spogliatoi sotterranei fino ad uscire attraversando silenziosi e oscurati reparti.
Oggi mi dirigerò in un locale a me nuovo, scoperto di recente e di cui ignoravo purtroppo l'esistenza.Direzione Treviso quindi fino a raggiungere l'Eden Cafè, un pub dove suonano dal vivo.Il posto è, da quel che ho saputo, un vecchio teatro trasformato in una davvero accogliente struttura per eventi.
Arrivato vado a prendere posto per mangiare (cucina favolosa provatela assolutamente!!!!) e nel mentre attendo trovo colei che suonerà dopo.Rivederla dopo diverso tempo è stato come fare nuovamente pace con un amica.Scambiarci quattro chiacchiere è sempre un piacere.
La cena intanto comincia e verso la fine comincia anche lo show quindi gusto di fretta il dolce e mi sporgo dalla balconata in cui mi trovavo per assistere al concerto dall'alto.

Ed eccola, Debora Petrina (curioso che sia praticamente identica ad ogni anno che passa, il tempo per lei è rimasto fermo....dovrò farmi dire il segreto un giorno) accompagnata dal fedele Mirko di Cataldo.Cominciamo con il dire che entrambi suoneranno un arsenale di strumenti manco fossero un orchestra e sinceramente non me li ricordo nemmeno tutti, si passa dai tradizionali agli atipici fino ad arrivare agli home-made quindi fate voi due conti.
Oggi per la prima volta vedo la cantante imbracciare la chitarra in apertura di concerto e verrà ripresa anche in altre occasioni durante la serata.Noto fin da subito che i set dei suoi concerti diventano sempre più corposi.Questa era la terza volta che la vedevo dal vivo e posso dire con sincerità che mai mi sarei aspettato così tanta carne al fuoco.Parola d'ordine varietà.Recensire tale concerto sarà un impresa, ci vorrebbe il libretto di istruzioni.E' tutto imprevedibile o quasi eppure tutto risulta impaginato con coesione ed armonia, un romanzo in cui anche se le pagine e i capitoli sono mescolati si riesce ad arrivare comunque ad un significato o ad una morale.La musica del duo (peccato per la mancanza di un batterista) è vorace di sapori esotici, bizzarri, di aromi inusuali ma che alla fine ti lasciano quella sensazione piacevole che non ti si scrolla più di dosso.Fondamentalmente il set prevede quasi tutti estratti dal nuovo album "Petrina" tranne qualche concessione al primo disco "In Doma".I brani partono dal jazz e poi si evolvono come farfalle impazzite incorporando e assimilando schegge di pentagramma senza sosta.Mirko passa dalla chitarra elettrica (presente sempre di più durante le canzoni e vi dico che il lavoro alla sei corde era di alto livello, potente ma con classe) alla acustica, al basso elettrico, alle percussioni, agli effetti psichedelici creando quei contorni pieni di sfacettature in modo tale che la protagonista vicino a lui possa giocarci sopra ancora di più.
E la ragazza non è da meno, canta , suona le tastiere e altre mille diavolerie, balla (alla sua maniera con quelle movenze tutte particolari che impari a conoscere e a non farne a meno durante un suo concerto), parla con il pubblico con quel suo fare tra il timido, lo scherzoso e il raffinato.Poi ovviamente stravolgendo tutte queste peculiarità mescolandole tra loro creando un ibrido tutto suo.Citare un pezzo piuttosto che un altro non serve, anzi sarebbe inutile in casi come questo.Riguardo alla tecnica ci troviamo al cospetto di due musicisti notevoli che ne fanno un uso perfetto ossia per dare magia alle composizioni.Niente virtuosismi, diciamo che usano un approccio stile prog anni 70' (i lontani tempi dei polistrumentisti), niente note suonate a velocità assurde,  c'è tutto un percorso del suono che parte dal cuore, prosegue la sua strada ed esce tramite gli strumenti.C'è la volontà di offrire ai numerosi spettatori (anche se non tutti sembravano interessati) qualcosa di più del classico binomio strofa-ritornello ripetuto fino allo sfinimento.Stasera c'è MUSICA!!!!
La forza di due musicisti come loro è il far convivere due anime, una complessa e intricata e l'altra leggera e melodica in una canzone permettendo di essere goduta ed ascoltata da tutti con il minimo sforzo, basta solo avere la volontà di ascoltare e non sentire.Un concerto che definirei fantasioso e fatato, il migliore fino ad ora della musicista padovana.Il tempo è volato e i momenti di noia non si sono mai fatti sentire perchè c'era sempre qualcosa di nuovo che emergeva in ogni attimo che trascorreva.
Spettacolo!!!!Complimenti davvero!!!!

A fine concerto dopo il bis, vado a salutare Debora e Mirko e ovviamente mi piglio il cd nuovo.Una serata gratuita che si è conclusa nel migliore dei modi conversando amabilmente senza che ci siano transenne o security.Negli ultimi tempi basta anche una punta di successo che i musicisti diventano peggio delle modelle, mah...

Alla prossima compari!!!!!

giovedì 9 gennaio 2014


Reportage Ivy Garden Of The Desert + Madera - 28/12/2013

E dopo numerosi tentativi andati a vuoto finalmente riesco ad andare per la prima volta a questo famigerato Mattorosso, nuovo locale sorto accanto al mitico Esse Music, negozio di strumenti musicali da anni punto di riferimento per musicisti e non.Il locale in questione è una sorta di pub/birreria con un ottimo palco di notevoli dimensioni e con una qualità dei suoni eccellente.
Unici difetti forse sono l'essere troppo grande ed essendo grande contiene molte persone e molte persone che mangiano e chiacchierano non sempre prestano attenzione a chi suona.Difatti il difetto sucessivo è il caos che diverse volte ha rovinato un pochino le esibizioni nelle parti più atmosferiche.
Dopo aver faticosamente ottenuto "senza uccidere nessuno" due posti versando lacrime e sangue comincia lo show :

Attaccano i Madera, giovanissimo quartetto locale che si appresta a deliziare i presenti con un sound decisamente debitore dei Tool e di alcuni derivati del prog rock-metal moderno come i Porcupine Tree.
Fautori di un sound molto etereo/melodico ma allo stesso tempo oscuro i ragazzi dimostrano di saperci fare con gli strumenti dando vita ad un concerto molto interessante.
Diciamo che traspare molto non solo una ma diverse loro influenze.I pezzi profumano un po' di già sentito soffocando la personalità che a sprazzi però compare, magari timidamente ma fa capolino.
Il set purtroppo non dura molto e quindi è difficile farsi un opinione.Forse indurire le sonorità e renderle più rocciose alternandole alle già curiose incursioni melodiche renderebbe i pezzi più coinvolgenti.
Così la proposta tende a non colpire a fondo il cervello ma resta nell'aria, incapace di affascinare come dovrebbe.Ovviamente la band di tempo ne ha per migliorare data la giovane età.
Buon lavoro e continuate a suonare musica vostra!!!!

E ora veniamo agli Ivy Garden Of The Desert da Montebelluna, trio stoner che gioca in casa.E non si tratta di solo stoner ma è una diciamo evoluzione dello stoner.Non è una band ancorata agli stereotipi del genere ma è una band che con intelligenza sfrutta ogni sua conoscenza per creare qualcosa di diverso.Si prendono gli ingredienti di base e si cerca (come un cuoco) di metterli insieme combinandoli con elementi accessori che rendano la melodia in bocca più tonda, più ricca diciamo.Gasata dai suoni eccellenti la band parte bella carica e sfodera un set robusto e decisamente potente per gli standard soliti a cui i ragazzi ci hanno abituato.L'atmosfera giocava sicuramente a loro favore.Pubblico numeroso e un palco da grandi occasioni sommate insieme possono dare davvero la marcia in più e a sorpresa la band esegue Ivy, pezzo oscuro preso dal primo ep contenente un po' tutte le sfacettature della band.Riprendono il discorso intrapreso del prog degli anni 70', lo combinano con la drammaticità del blues e ci innestano sane dosi di malinconia grunge, pessimismo acido e psichedelia fumante.Questo è il loro mix vincente.Uno stile che piano piano si sta consolidando (si ascolti la traccia che comparirà nel nuovo album, al momento si può sentire solo live) e già questo è un grande passo ossia il trovare uno stile riconoscibile pur facendolo evolvere poco a poco.Come sempre dal lato tecnico i ragazzi sono una garanzia e stasera hanno affrontato a testa alta il pubblico che fosse con pezzi lunghi ed atmosferici come Enchanting Odissey o la mazzata finale curiosamente posta in chiusura come Viscera.Una nota di disappunto a mio parere è stato l' eccessivo uso degli effetti vocali, abusato direi perchè una voce così calda e profonda deve tuonare pulita e pura senza variazioni esterne.
Una conferma come sempre in ogni caso.Auguriamo il meglio a questa e tutte le altre bands che suonano musica originale!!!!

Alla prossima compari!!!!

Reportage RedGround - 27/12/2013

Da anni oramai lo spirito natalizio è venuto meno, e anche questo non cambia di molto le cose...arrivano colpi continui allo stomaco che ti mettono in ginocchio e tirarsi sù di nuovo in piedi è sempre più dura...in qualche modo si tiene botta nonostante tutto cercando rifugio nei piccoli piaceri che ognuno di noi soddisfa in maniera diversa.Stasera c'è un concerto particolare ossia l'ultimo per una carriera durata molto poco.La curiosità è che nulla è stato inciso, nessun disco, una manciata di concerti dal vivo, nessuna canzone, nessun titolo ma solo improvvisazione.Ecco, questo è ciò che aspetta il folto (poi arriveremo anche a questo punto) pubblico che ha assistito al concerto.
Come dicevo sono tempi spiritualmente duri per il sottoscritto in più aggiungiamo una overdose di stanchezza fisica per il lavoro e avrete un idea di come mi sentissi ma se la musica mai ti abbandona io non farò certo il contrario quindi si parte per l'accogliente pub denominato Il Principe in Bicicletta.
Arrivo in anticipo e quindi mi sparo una deliziosa bruschetta (consigliatissime!!!!) con il compare Davide "Obi Wan" e prima che lo show cominci ho anche il piacere di una breve chiacchierata con il bassista Daniele.Bene si comincia :

Come annunciato il trio sotto il nome di Red Ground terrà stasera l'ultimo concerto e poi ognuno prenderà strade diverse, non si sa dove porteranno, solo il tempo lo dirà.
Difficile anche sapere per bene che tipo di concerto sarebbe stato.Lo show è interamente strumentale senza nessuna inserzione vocale, solo una sorta di viaggio senza sosta nelle menti di coloro che suonavano.
Allora partiamo dalla parte tecnica, quella che mi compete in maniera minore in quanto come già detto mille volte non sono un musicista e quindi valuto come spettatore e ascoltatore.Daniele al basso (ex voce dei Muzzled) mette da parte la sua ugola per violentare il basso con possenti bordate facendolo ansimare pesantemente.Il suono si sentiva perfettamente e si poteva godere di ogni nota senza perderne una sola per strada.Enrico alla batteria pompa per bene facendo sconfinare la sezione ritmica in territori sempre diversi, mai statici ma sempre in evoluzione.Gianluca (ex Beerdustrial)alla chitarra mischia ulteriormente le carte in tavola presentando un approccio inaspettato quanto curioso.Il suono è pulito, pochissima distorsione (considerando il genere stoner/psichedelico da cui la band attinge a più riprese) e a sorpresa sembra di vedere un incrocio tra Hendrix e Slash.Il primo per i numerosi inserti blues/rock disciolti nell'acido, il secondo per lo stile, la postura, i movimenti, gli assolo, il modo di suonare.
E infine veniamo al concerto vero e proprio.Sinceramente non ricordo nemmeno con esattezza quanto sia durato data l'enormità di elementi dati in pasto al pubblico.Si può partire in maniera soft con elementi psichedelici per poi finire invischiati in soffocanti intossicazioni stoner, poi può capitare di finire indietro nel tempo accanto ad un bluesman stradaiolo per poi ritrovarsi a jammare su mitragliate metalliche
 inzuppate nel jazz.Un vero e proprio viaggio che mescola qualunque cosa possa creare un affresco musicale artistico.C'è una ricerca, l'intraprendere un percorso evolutivo senza paraocchi.Personalmente non mi aspettavo cotanta abbondanza, davvero un concerto che ti lascia qualcosa, come dovrebbero esserlo tutti ma a vedere in giro non è proprio così.

Poi arriviamo alla questione pubblico...numeroso devo dire ma non so fino a che punto fosse presente...tutta la prima fila non muoveva un muscolo, sembrava lì a sonnecchiare.Io ero molto preso e come minimo la testa andava sù e giù ma ben pochi lo facevano.Poi magari sbaglierò però decine e forse più di un paio di centinaia di concerti ti aiutano a capire molte cose.
Comunque un concerto che valeva la pena davvero di essere visto, gonfio di passione e cuore.Spero tanto i ragazzi decidano almeno di incidere qualcosa, sarebbe un peccato buttare all'aria tutto senza lasciare un ricordo più indelebile.

Tempo di salutare i ragazzi e rientrare velocemente a casa che il giorno dopo ci si sveglia presto purtroppo!

Alla prossima compari!!!