mercoledì 20 giugno 2012



Reportage Pino Scotto + Teodasia- 17/06/2012

Prima di tutto è doveroso fare un ringraziamento speciale e tutto lo staff di Casteo Rock per aver organizzato questo mini - festival di tre giorni situato in una zona piacevole e comoda da raggiungere.
Dato che di locali ce ne sono sempre meno è un piacere veder nascere tali iniziative data la sempre minore importanza che la musica ha nel nostro paese.Grazie davvero di cuore a chi si sbatte per offrire serate di questo tipo.
Decido di partecipare all'ultima giornata, quella più orientata al Rock/Metal.
Arrivo all'area del concerto di buon ora e...beh c'è qualche stand classico per abbuffarsi o abbeverarsi...e...e...ma il pubblico dove sta ?
Poche anime si aggirano per la grande zona di fronte al piccolo palco.Mi vien da pensare che abbiano cancellato l'evento ma così non è data la presenza sia del gruppo spalla che dei manifesti.Tempo quindi di trovarmi con il compare "Marilyn" Mason per fare quattro chiacchiere e bere qualcosa nell'attesa che le danze comincino.Dato che non cè molto da fare facciamo due passi e intanto arriva colui che più avanti nella serata avrebbe infiammato il palco assieme agli altri musicisti tra cui il chitarrista Steve Volta e il batterista Marco Di Salvia.Cè un nuovo bassista di cui però non ricordo il nome.
Tempo di salutare Marco e la band di apertura sta per iniziare quindi cominciamo :

Salgono sul palco gli italianissimi Teodasia band che avevo sentito nominare tramite qualche forum musicale e di recente avevo ascoltato qualche brano su youtube perciò spinto dalla curiosità non ci ho pensato due volte a presenziare alla serata.I membri sono un pò sparsi geograficamente tra Venezia e Verona se non vado errato e propongono un metal sinfonico con voce femminile alternato a qualche sfuriata power.Ricordano i Rhapsody of Fire ma meno pomposi e più metallici.Puntano più sull'energia che sulle fin troppo abusate orchestrazioni.Sono dei Nightwish meno orchestrali incrociati con i The Gathering.
Spiace constatare come i suoni per loro siano tutt'altro che buoni anzi disastrosi.La chitarra era quasi inesistente se non per gli assolo e una sorta di fruscio, tastiere e voce venivano coperti dalla batteria e dal basso, entrambi troppo alti.Io che mi trovavo in prima fila ho fatto una faticaccia a distinguere le melodie create dal gruppo che sono secondo me il loro punto forte.Devo dire che i pezzi rendono ottimamente, la composizione e la scrittura delle canzoni mostrano un ottimo potenziale.L'album di debutto è appena uscito e la band lo sta promuovendo il più possibile e dal vivo posso dirlo senza rimorso scatta quella scintilla che la rende un gioiellino da tenere d'occhio e conservarlo gelosamente.Viene proposto anche il pezzo dell'album cantato assieme all'ospite Fabio Lione qui sostituito da un credo amico della band.Un duetto niente male purtroppo rovinato in parte nuovamente dai suoni.Tutta la band tecnicamente si è impegnata moltissimo.La cantante Priscilla per la giovane età ha le carte in regola per diventare bravissima, stesso discorso per la dinamica e potente sezione ritmica basso/batteria ed infine anche se non si sentivano molto bene un plauso anche al tappeto sonoro di tastiera/chitarra.Applausi meritati davvero per tutti.Auguro davvero il meglio per questi giovani.Non mollate!

A fine show in attesa del cambio palco vado a salutare la band e mi procuro il loro cd.

Ed ecco che Mr. Pino Scotto con i suoi modi di dire le cose (brutali e non sempre condivisi) ma soprattutto la sua musica.Il suo rock/metal intriso di blues dal vivo è sempre una garanzia.Un artista che non è mai rimasto con le mani in mano continuando a collaborare sempre con artisti/bands differenti e pubblicando album con una certa frequenza senza mai venire meno alla qualità.Oramai certi proclami li conosco a memoria ma è sempre un piacere risentirli anche perchè non bisogna mai dimenticare tutto lo schifo in cui purtroppo nuota la società.Ma veniamo alla musica dato che è di questo che stavamo parlando.
Forte del suo nuovo album Codici Kappao il rocker propone una scaletta ovviamente incentrata sul disco in questione con pezzi dedicati agli AC/DC, uno in collaborazione con Edoardo Bennato,uno sulle star femminili della tv ecc. ecc. Poi tra un discorso ed un altro trovano spazio anche brani dal progetto Fire Trails e per concludere degnamente ci sono pezzi da novanta a nome Come Noi ed Il Grido Disperato di Mille Bands cantate da tutti i pochissimi presenti (saremo arrivati forse alla trentina).Pino stasera vocalmente ra in palla ed ha dato un bello spettacolo pieno di energia.Steve Volta alla chitarra è sempre una garanzia supportato dall'ottimo bassista e dal fenomenale Marco Di Salvia alla batteria.Un mostro di tecnica, potenza e pazzia (in particolare l'assolo è stato uno degli apici).
Il concerto infine termina e Pino come al solito si intrattiene con chiunque volesse chiacchierare (se erano delle fanciulle ancora meglio!).Tempo di farci due parole e salutare la band (un saluto particolare al caro Marco e a Steve) ed è tempo di rientrare.

Confido in una seconda edizione del Casteo Rock!!!!

Alla prossima compari.
Reportage Dimmu Borgir - 10/06/2012

Wow!!!Esclamai quando lessi mesi fa la notizia che una delle band di punta del black metal (anche se a dirla tutta di black non è rimasto moltissimo) sinfonico sarebbe venuta a suonare a pochi passi da casa mia.
Ammetto che non avevo mai approfondito la conoscenza di tale band.e fino al concerto ho voluto evitare di ascoltare troppo della loro musica così da gustarmi sonorità "nuove".
Questa sera sarà un evento particolare in quanto il gruppo proveniente dalla fredda Norvegia riproporrà dal vivo uno degli album che li ha portati sotto i riflettori.Il disco in questione è Enthrone Darkness Triumphant,  anno 1997.Da quel momento la band riscosse un enorme successo e stasera cercherà di riportare la magia di quel lavoro sul palco.
Arrivo a destinazione con un pò di anticipo dato che ero sprovvisto di biglietto e stranamente trovo il parcheggio semi vuoto.Poi con l'avvicinarsi dell'inizio comunque il pubblico aumenterà notevolmente sino a riempire quasi tutto il locale.
Il merchandise (come tutte le volte purtroppo) è parecchio scarno.Per di più le magliette riportano un errore proprio sulla data in questione.Difatti cè scritto Trieste al posto di Treviso e ciò mi invoglia poco a prenderle.
Bene, stanno per cominciare :

I Dimmu Borgir piano piano salgono sul minuscolo palco del New Age e si scatena un gran boato.Noto con un pò di perplessità che il pubblico è composto più che altro da parecchie ragazzine in iperventilazione ed esaltazione a mille conciate come delle bagasce in versione dark per dirla gentilmente.Il resto si divideva tra metallari di vari tipi.Sembrava di trovarsi in tutt'altro posto che ad un concerto metal.
E comincia la prima parte dello show che mostra una band in ottima forma.Stranamente però verranno tagliati tre pezzi dalla scaletta e quindi l'album non verrà riproposto per intero ma in ogni caso cè di che godere.Non avendo mai ascoltato il disco sono stato piacevolmente impressionato da un ottimo mix di musica sinfonica e black metal.I suoni molto buoni si sono rivelati un eccellente alleato per il sestetto che offre ai presenti il giusto connubio tra violenza e melodia senza che uno dei due prevalesse sull'altro.I pezzi scorrono uno dopo l'altro e un efficace assolo di batteria segna l'inizio della seconda parte del concerto che vede l'esecuzione di alcuni pezzi estrapolati dagli album successivi come Gateways, Puritania e Dimmu Borgir.Il cantante Shagrath comincia a perdere qualche colpo e il volume della voce comincia a calare in potenza ed espressività.Fortuna per lui non manca molto alla fine del set.
I Dimmu Borgir dopo l'ultimo pezzo escono di scena ma poco dopo rientrano per offrire un paio di bis che rispondono al nome di The Serpentine Offering e Progenies of the Great Apocalypse finiti i quali salutano il pubblico sparendo nel backstage.Per chi come me che non li conosceva molto è stata davvero un ottima serata e un eccellente modo di scoprire un ulteriore band di qualità.

Come di consueto a fine show mi apposto vicino al tourbus per attendere la band a dire il vero con un pò di timore in quanto il gruppo non mi dava l'aria di essere molto amichevole o disposto ad incontrare i fan.Il primo ad uscire se non ricordo male è stato il tastierista che non concede niente a nessuno, blaterando qualcosa del tipo "Aspettate più tardi".Già dopo quella frase in molti (me compreso) erano tentati di andarsene ma la tenacia alla fine premia e con un pò di pazienza ho potuto incontrare uno ad uno i musicisti e stringere loro la mano.L'ultimo ad uscire come prevedibile è stato il vocalist in condizioni poco promettenti con il viso leggermente sfigurato ma in ogni caso si concede (anche se freddamente) a tutti.Sembra sia rimasto sorpreso quando gli ho dato da firmare i dischi dei Chrome Division.

Alla fine comunque seppur caro il prezzo del biglietto ne valeva la pena.

Alla prossima compari.

mercoledì 6 giugno 2012


Reportage Anneke Van Giersbergen + Kill Ferelli + Frames - 26/05/2012

Eravamo rimasti a Romagnano Sesia, piccolo paesino sperduto in mezzo alla campagna dove la sera precedente la mia ragazza ed io avevamo assistito al meraviglioso show dei Royal Hunt.
In mattinata ripercorriamo il lungo tragitto per arrivare in stazione e prendere il treno per las prima destinazione: Arona.Dato che avevamo un pochino di tempo prima del cambio treno ci facciamo una piccola passeggiata in riva al Lago Maggiore che con il tempo limpido e soleggiato si rivela un autentico paradiso.Un po' di aria buona ci fa ricaricare un pò le batterie.Prossima tappa Milano Porta Garibaldi.Da lì prendiamo il treno per Carnate-Usmate, paesi di cui non ho mai sentito nenache solo nominare.Credo non ci si capiti nemmeno per sbaglio.Arrivati alla sperduta stazioncina di Carnate entrambi vinti dai morsi della fame notiamo un ristorantino (che vi consiglio caldamente, il Mirò a pochi passi dalla stazione sulla sinistra) dove andiamo ad ingozzarci per bene con una buona pizza.
Tempo di dirigerci alla fermata dell'autobus e ci dirigiamo verso Mezzago per la prossima tappa.Dopo aver ottenuto una gentilissima concessione di fermata straordinaria ci avviamo al nostro alloggio, un delizioso agriturismo immerso nel verde a pochi passi dal centro di Mezzago.Ci riposiamo un pò e ne approfittiamo per un giretto nelle vicinanze dell'agriturismo che prevede una serra e una piccola fattoria aperte entrambe al pubblico (se ci andate non dimenticate di ammirare gli animali in particolare un maestoso pavone).Verso le 17.30 ci concediamo una passeggiata nel piccolo centro del paese per mangiare qualcosa e attendere l'apertura del locale.
La serata non vedrà molti spettatori e forse è stato meglio così date le piccole dimensioni del club.Ho visto con piacere che diverse persone presenti al concerto dei Royal Hunt era presente anche stasera.
Cominciamo :

Attaccano i Kill Ferelli band a me sconosciuta, anzi credo che non li conoscesse proprio nessuno.Un gruppo che stona un pò per il genere proposto ossia una sorta di pop/rock/punk senza troppe pretese.Alla voce e chitarra cè una donzella che a dire il vero non impressiona granchè e la band appare piuttosto scontata e banale nei pezzi proposti.L'energia ci sarebbe anche ma la proposta è fin troppo semplice e derivativa per destare gran interesse.Discreti e nulla di più.Vedremo in futuro cosa accadrà.

Seguono poi i più sfiziosi Frames che se da un lato risultano decisamente più intriganti dall'altro però risultano troppo legati a stilemi del genere post-rock strumentale.La tecnica non manca loro ma è l'nventiva che latita.Il concerto è stato decisamente meglio dei Ferelli ma troppe bands suonano questo stile e la scena si sta ingrossando troppo e una band minore come questa deve trovare un'identità propria, non bastano i classici intrecci eterei alternati a sfuriate per essere convincenti.
Un gran peccato.
Prima della fine del loro show vado a prendere aria fuori e facendo un giretto all'esterno sento qualcuno che canticchia nel terrazzo sopra di me.Guardo in alto ma vedo solo la cantante dei Kill Ferelli ma poi guardando meglio scorgo una ragazza bionda scalza che si sta apprestando a scendere dalle scale esterne.E difatti capisco subito che la ragazza in questione è colei che sta per salire sul palco.Molto imbarazzato mi avvicino a lei appena scende porgendole i booklet e chiedendole l'autografo e facendole qualche sbiascicato complimento in un inglese trasformato in quello di un bimbo dell'asilo.Lei mi sorride e mi ringrazia concedendomi anche la foto.

Faccio il prima possibile a tornare nel locale per godermi lo show.
Travolta da un onda di ovazioni Anneke calca quindi il palco sprigionando tutta la sua energia con dolcezza e passione.Viene eseguito un set che privilegia la carriera solista della cantante.
La band che accompagna la protagonista fa il suo dovere senza eccellere particolarmente, suona quello che deve nello spazio stabilito non mettendosi troppo in mostra (noto che uno dei due chitarristi di Anneke è lo stesso dei Kill Ferelli).
Anneke è una vera furia, balla, si dimena, fa headbangin, incita il pubblico sorridendo sempre e ringraziando in continuazione il pubblico.La sua voce è un incanto continuo, pura magia, passa da una tonalità all'altra facilmente.Ho notato però un particolare che sembra nessun altro abbia notato.Sembrava che Anneke stesse male o avesse qualche problema alla gola date le diverse smorfie di dolore che si notavano sul viso in più di un occasione.
In ogni caso la ragazza è andata avanti per la sua strada con tutta se stessa regalando brividi a ripetizione.Lei è una cantante nel vero senso della parola, non deve dimostrare nulla a nessuno e anche se in molti non hanno digerito la sua svolta musicale lei ha dimostrato di sapersela cavare egregiamente.
Prima della fine cè anche un duetto tra lei e la cantante dei Kill Ferelli, esperimento riuscito nonostante Anneke metta in ombra chiunque, persino il volume degli strumenti!!!
Immensa!!!

Weekend meraviglioso!!!

Reportage Royal Hunt + Stamina + Odd Dimension - 25/05/2012

La giornata comincia presto in quanto io e la mia ragazza abbiamo il treno per Milano verso le 8 del mattino.
Il tempo sembra promettere bene, già di primo mattino cè un sole caldo che rasserena gli animi.
Appena saliti sul treno per Milano veniamo a conoscenza di uno sciopero dei treni che riguardava la regione Lombardia.Un inizio di viaggio che già ci mette ansia di non riuscire a raggiungere la meta.
Partiti con un pò di ritardo ci avviamo verso Milano per la prima tappa.Poco tempo dopo prendiamo il treno per Novara e per fortuna lo sciopero non ci mette i bastoni tra le ruote.
Ed infine l'ultimo cambio treno per Romagnano Sesia.Treno per modo di dire.Sembrava un residuo della prima guerra mondiale.Un unico vagone e a vederlo ci si chiedeva come facesse ancora a funzionare.Il tragitto prevede un percorso attraverso la campagna e le fermate sono dei paesini molto piccoli.Sembra di essere tornati indietro nel tempo.Mi sono sentito un po'come i protagonisti di"Non ci resta che piangere".
E alla fine (non privi di ansia in effetti) scendiamo alla stazione di Romagnano.Fa parecchio caldo e ci aspetta una lunga passeggiata fino all'hotel per scaricare i bagagli.
Il tempo di orientarsi e ci dirigiamo ad una breve visita del locale del concerto per capire bene dove fosse.Delle bands che suoneranno nemmeno l'ombra quindi ci allontaniamo e imbocchiamo dopo un pò di strada via Novara.Durante il cammino incrociamo pure il tourbus degli headliner che si dirigeva alla Rock'n'Roll Arena.
Il sole picchia parecchio e la fatica comincia a farsi sentire.Ci sentivamo sempre più pesanti ma alla fine raggiungiamo l'hotel e ne approfittiamo per riposarci, fare la spesa e mangiare qualcosa.Verso le 17 ci incamminiamo nuovamente al locale e visitare un pò il paesino.E'davvero bizzarro trovare un locale rock-metal così fuori dal mondo.
Tra bizzarri personaggi in cerca di informazioni, occhiate sospette degli abitanti (chissà cosa avremmo mai avuto di strano da attirare così l'attenzione...) arriviamo davanti al locale.Tempo pochi minuti e compare la corista Alexandra Popova che puntualmente fermiamo per i convenevoli di rito.Esce poi il fondatore del gruppo André Andersen che con nostro stupore viene lui da noi a chiederci se volevamo l'autografo!!!Arriva poi da una zona non meglio precisata del paese un trio composto da Jonas Larsen, Andreas Passmark e Maria Mcturk (l'altra corista), anche loro gentilissimi e cordialissimi a scambiare qualche parola.Riusciamo a venire a sapere che i restanti membri del gruppo sono andati a farsi un bagno nel fiume del paese!!!E difatti non dobbiamo aspettare molto perchè arrivino il batterista Allan Sorensen e il leggendario DC Cooper (asciugamano sulla spalla e occhiali da sole) che portano al 100%  l'umiltà del gruppo.Dopo un viaggio pesante incontri così fortunati ti fanno passare la fatica.Mi lascia perplesso il notare che nonostante numerose volte alcuni musicisti siano passati davanti alle persone che aspettavano per entrare nessuno se li sia filati...mah.
Il cielo comincia a farsi preoccupante con nuvoloni e qualche goccia di pioggia ma fortunatamente non andrà oltre.
Finalmente le porte del locale vengono aperte, tempo di fare qualche acquisto e mettere qualcosa sotto i denti che si comincia :

Per un lutto famigliare la band prevista in apertura ossia gli Odd Dimension non si esibiranno con gran rammarico del sottoscritto.

Cominciano quindi gli Stamina ad intrattenere il pubblico (che non sarà numerosissimo ma comunque partecipe).Difficile stabilire la musica proposta in quanto mescolavano parecchie cose come prog (un mix di Royal Hunt, Dream Theater e un pizzico di anni 70'), hard-rock e metal classico.Non male la prestazione strumentale, solo il cantante possedeva un timbro vocale piuttosto anonimo e piatto che non mi ha entusiasmato.Tirando le somme il concerto non è stato male anche se i volumi non erano il massimo (i cori andavano a colpi, la batteria pure e anche la chitarra), il primo brano soprattutto era davvero interessante.Il problema forse è che la band non ha ancora trovato un suo stile e cambia genere su quasi ogni pezzo.Non si sa bene dove la musica voglia andare a parare in quanto molti brani non centrano del tutto il bersaglio.La maturazione per loro non è ancora arrivata.Durante il concerto è avvenuto un siparietto esilarante.Sono cominciati a volare piatti di plastica e cartacce dal piano superiore (dove c'erano i camerini) e a sorpresa sono comparsi André (esilarante con le treccine!!!!) , Allan e le due coriste a fare da spazzini per quasi tutto il brano in corso.Credo che pochi si siano accorti che erano parte dei Royal Hunt.Non mi aspettavo scherzetti del genere, anzi non mi aspettavao che si divertisse quasi più una band che il pubblico.
Un buon inizio comunque.

Dopo il cambio palco parte l'intro e i Royal Hunt prendono possesso del palco ed è un tripudio di prog-sinfonico come solo loro sanno fare.Poche bands sono riuscite a creare un tale connubio di generi.
Basta l'inizio con One More Day a mettere le cose in chiaro.Questi musicisti ci sanno fare alla grande e pezzo dopo pezzo è un continuo crescere di emozioni.
Tutta la band è assolutamente in formissima.André si avvale di ben quattro tastiere dare quel tocco di musica classica di cui è pregno il sound dei nostri, il giovane nuovo chitarrista si dimostra ottimo musicista e la sezione ritmica non sbagliava un colpo (il bassista dava un gran aiuto anche ai cori di ogni canzone).Bravissime anche le coriste che supportavano egregiamente la voce solista.

Ecco la setlist :
  1. One More Day
  2. The Mission
  3. Flight
  4. Hard Rain's Coming
  5. Lies
  6. Step by Step
  7. Tears of the Sun
  8. Wasted Time
  9. Age Gone Wild
  10. Guitar Solo
  11. Half Past Loneliness
  12. Kingdom Dark
  13. Angel's Gone
    Medley acustico:
  14.  Restless / Bodyguard / One by One 
    Encore:
  15. Show Me How to Live
  16. Last Goodbye
    Encore 2:
  17. Message to God 
La vera perla del concerto è stato a pieno merito il cantante DC Cooper che oltre a una voce fenomenale (nonostante qualche sbavatura) è stato il mattatore dello show.Tra prese in giro al povero batterista, ad ammiccamenti alla ragazza del bar per avere una birra, al suo continuo essere ironico e non prendersi troppo sul serio DC ha ampiamente dimostrato cosa voglia dire intrattenere il pubblico.Anche per loro i suoni non sono sempre stati all'altezza ma comunque il concerto è stata una vera cannonata (unico neo l'assolo di chitarra tutto tecnica e velocità a metà show), raffinato e di classe che non ha fatto assolutamente rimpiangere il prezzo del biglietto.Durante un pezzo vengono invitati sul palco pure gli Stamina, gesto di assoluto rispetto, cosa rara qui da noi.
Dopo un breve set acustico il concerto volge quasi al termine con l'esecuzione degli ultimi due pezzi e per concludere degnamente viene eseguita Message to God.

Serata superlativa.
La passeggiata del ritorno è stata ostica in quanto la tanto temuta pioggia ha assalito la vostra coppia di reporter che sono andati a coricarsi per prepararsi al concerto del giorno dopo...

To be continued...

martedì 5 giugno 2012

Reportage The Dillinger Escape Plan + Sin Circus + The Circle Ends Here - 30/04/2012

Finalmente un concerto a cui posso assistere senza dovermi preoccupare di svegliarmi presto il giorno dopo.
Era da molto che volevo rivedere gli headliner e quindi quale occasione migliore ?
Stasera cè un pò meno gente della volta scorsa difatti quando arrivo al locale trovo quattro gatti.
Bene si comincia :

Ecco la prima sorpresona della serata.Attaccano i The Circle Ends Here e la serata comincia nel migliore dei modi.I ragazzi (nostrani, per la precisione da Udine) propongono una miscela di post-hardcore e sludge con qualche puntatina nel post-rock.Molto forte la somiglianza con gli Amia Venera Landscape, unico temporaneo difetto in quanto ogni brano proposto seppure un pò derivativo brillava per qualità e classe.Il gruppo al momento ha pubblicato un solo ep (che mi pento di non aver preso ma rimedierò) ma già mostra un potenziale altissimo.Le premesse per un debutto con i fiocchi ci sono eccome.Tecnicamente la band ci sa davvero fare e una nota di merito va anche al cantante Johnny, molto abile nel passare dall'aggressivo al pulito.
Un inizio bomba!Atmosfere eteree e passaggi ad alta distruzione sonora combinati ottimamente.

Seguono i Sin Circus da Verona.A dire il vero non capisco bene come mai suonino stasera in quanto il loro genere stona un pò con le altre bands.Di base fanno anche loro hardcore ma suonano un pò sullo stile dei Sepultura più grezzi.I brani non mi hanno preso tantissimo, sapevano un pò di già sentito ma comunque la sensazione è stata noia.Diverse persone hanno comunque gradito.De gusibus.

Ed eccoci al piatto forte.Quei matti dei The Dillinger Escape Plan prendono possesso di ogni millimetro del piccolo palco del New Age e si scatena l'apocalisse.Come la volta precedente i musicisti saltano ovunque come pazzi facendo ogni cosa gli passasse per la testa.Stavolta sono riuscito a seguirli meglio ma dopo un pò si perde la cognizione di ogni cosa.I loro pezzi sono schegge impazzite che ti frantumano il cervello riducendolo in poltiglia.Il loro letale math-core assomiglia a una montagna da scalare ma liscia come il marmo senza nessun appiglio.Qualche canzone ha dei "ritornelli" cantabili ma per il restante 95% di concerto è una continua violenza corporea e spirituale.Il concerto nuovamente dura poco più di un ora lasciando quindi la possibilità ai presenti di tirare il fiato.
Sempre grandi!!!!

A fine concerto mi piazzo davanti al tourbus per aspettare la band e poco a poco escono tutti per scambiare quattro chiacchiere.L'ultimo ad uscire è il cantante Greg e a sorpresa compare pure la fidanzata, la famosa pornostar Jenna Haze che si concedono entrambi per foto e firme.
Sono le 3 del mattino e finalmente posso rientrare alla base.
Splendida serata!
Reportage Rhapsody of Fire + Bejelit + Kaledon - 14/04/2012

Serata decisamente appetibile quella di stasera seppure con luci e qualche ombra che hanno reso l'evento un pò diciamo "strano" almeno per il mio parere personale.
Convinto che come di consueto i concerti iniziassero ampiamente dopo le 22 arrivo al locale verso le 22.10.Trovo il parcheggio bello pieno, segno quindi che gli headliner hanno attirato l'attenzione di parecchi spettatori.Tempo di entrare e resto di sasso.Sta già suonando il secondo gruppo.Mi venisse un accidente...i concerti erano cominciati prima del solito e non credo di essere stato l'unico a rimanere fregato.
Un gran peccato anche perchè ero interessato a vedere tutte e tre le bands.

Con mio dispiacere quindi perdo del tutto i Bejelit, primo gruppo che si sarebbe dovuto esibire.

La seconda band in programma arrivata circa a metà show sono i Kaledon che cerco di seguire al meglio dato che non avendo cenato mi sono fiondato al bar il più in fretta possibile.
Beh sono rimasto senza parole dallo show che seppur breve ha dimostrato nuovamente che le bands italiane non devono temere nessuno.Il power-epic dei nostri deflagra sui presenti come una mitragliatrice.I brani sono potentissimi, melodici, accattivanti con la giusta dose sinfonica senza esagerare.Ogni pezzo è più bello dell'altro, la qualità del concerto si è sempre mantenuta alta, buoni i suoni e ottimo intrattenimento.
La setlist privilegia gli ultimi dischi che comunque proseguono il concept iniziato con il primo album.Ogni applauso se lo sono meritato enormemente.

Tempo di salutare la band durante il cambio palco che partono i "nuovi" Rhapsody of Fire orfani del chitarrista Luca Turilli che ha deciso di seguire un altra via con una nuova band.
Ammetto che gli ultimi dischi non mi hanno entusiasmato moltissimo rivelandosi troppo pomposi e poco metallici.Dal vivo però i pezzi ne traggono vantaggio guadagnandone in potenza.
Alla chitarra troviamo un membro dei Sinestesia ad affiancare Tom Hess.Alla sezione ritmica troviamo due pezzi da novanta ossia i fratelli Holzwarth che garantiscono una garanzia.Difatti grazie a loro la prestazione totale sale ad un altissimo livello.Fabio Lione accompagnato (dal maestro Alex Starapoli alle tastiere) si rivela cantante formidabile in ogni caso anche se il cantato screaming non lo vedo adatto nè a lui nè al sound della band.Un gruppo coi fiocchi quindi che nonostante non veda più la presenza di Turilli sa farsi valere.I cavalli di battaglia bene o male vengono suonati tutti e la parte del leone come sempre la fanno i classici dei primi dischi, i brani nuovi ricevono un accoglienza un pò più tiepida ma in finale i Rhapsody hanno sempre dimostrato di essere in grado di risultare efficaci anche dal vivo e non solo su disco.

A fine concerto speravo di vedere un minimo di disponibilità ed umiltà dall'intera band invece ho assistito ad atteggiamenti un pò da prime donne da alcuni membri e ciò mi ha fatto rimanere perplesso...
Mi ha fatto piacere poi incontrare membri di Ashent, Elvenking e Burning Black.

Ottima serata a conti fatti.

Reportage Maximum Festival 08/04/2012

Ed eccoci alla 5° edizione del Maximum Festival, evento che seppur di qualità non è mai stato pianificato per le masse ma per un pubblico di nicchia sempre fedele ed entusiasta per tali iniziative.
Il festival quest'anno è raddoppiato in "Due Tempi" ossia il weekend di Pasqua e il weekend del 24-25 aprile, segno che gli organizzatori cercano sempre di migliorare, cosa ben diversa riscontrabile nei festival più grossi in cui purtroppo accade il processo inverso.

La giornata a cui presenzio è quella di Pasqua.
Arrivo al locale dove si svolge la manifestazione proprio mentre la prima band, i Black Capricorn stanno per concludere il loro set.Già passeggiando per raggiungere la location si sentiva la musica.Tempo di fare i biglietti ed entrare che la band sta già suonando l'ultimo pezzo.Faccio quindi fatica a dare un impressione sul gruppo.Il genere è una sorta di metal/stoner psichedelico bello pesante e distorto.Necessitano un ulteriore visione/ascolto dato il poco tempo che ho avuto per ascoltarli.

Nella pausa per il cambio palco ne aprofitto per cenare (delusione però non aver trovato le pennette all'Altroquando sigh...) in attesa della seconda band in programma.
Ritornano nuovamente dalle mie parti i Temple of Deimos da Genova con cui da diverso tempo ho uno splendido rapporto di amicizia.E' quindi un piacere rivedere Fabio&Company sul palco.
Dato che potrebbe venire meno la mia obiettività cercherò di fare un reportage del concerto il più lucido possibile perchè così deve essere.
Il pubblico non è molto, anzi è scarsetto ma in ogni caso i ragazzi non si fanno influenzare e fanno deflagarare il loro stoner "Robotico" sui presenti senza pietà.Rispetto alla volta precedente che li avevo visti il cantante-chitarrista Fabio stavolta è in forma, soprattutto vocalmente e la sezione ritmica è pura dinamite (forse la batteria avrebbe necessitato un volume più alto perchè risultava poco incisiva).
Anche stasera viene offerto un mix di brani vecchi dall'album di debutto e alcuni pezzi del secondo disco (al momento in lavorazione).Ecco la setlist :
Lake Of Pain
It's Beautiful When I Die
Fields of Berries
Devil's Favor
If You Are Infame
Doctor House
Super Transistor
A Trip Long One Million Years!
Soffocation of Wine
More Heavy For a Big Tornado!
Stasera il trio mi sembrava decisamente concentrato sull'esecuzione e nonostante piccole sbavature o micro-imprevisti (una corda rotta della chitarra) niente ha impedito che il concerto fosse godibile.I pezzi dal vivo rendono benissimo, in particolare quelli più psichedelici come More Heavy For a Big Tornado! sono delle belle mazzate.Il gruppo un pò alla volta sta maturando e auguro loro di veder premiati i loro sforzi.

Tempo di salutare il buon Fabio e gli altri ragazzi che comincia la band successiva, gli Underdogs.Anche loro li rivedo per la seconda volta e devo dire che in questa occasione sono stati decisamente più convincenti mescolando potenza e orecchiabilità.Il rock'n'roll proposto non sarà il massimo dell'originalità ma comunque tocca le corde giuste e riesce a coinvolgere i presenti (in aumento ma ancora decisamente pochi).
Musica semplice, diretta e divertente come il rock'n'roll dovrebbe essere.

Ed ora i Solrize dall'Austria, ultimo gruppo di cui assisto l'esibizione.Anche per loro niente originalità in quanto il loro stoner attinge da vari gruppi leader del genere.A dir la verità mi sarei aspettato di più da loro, in ogni caso i brani erano potenti quanto basta per iniettare energia al pubblico.
Non tutti i brani erano esaltanti però, difatti neanche a metà show l'interesse del sottoscritto ha cominciato a calare e dopo poco causa stanchezza dalla giornata lavorativa precedente ho deciso di tornare a casa.

Un ulteriore ringraziamento a tutto lo staff del Maximum che si sbatte ogni anno per portare ottima musica dalle nostre parti. 
Ci si vede l'anno prossimo!!!!