martedì 18 dicembre 2012


Reportage Jorn Lande + Ashent + Eliseum + Alberto Rigoni - 13/12/2012

Parto subito a raffica con uno dei miei soliti commenti che oramai vi sarete anche stancati di sentire ma è più forte di me.Prezzo del biglietto 15 euro, 3 bands più un ospite in apertura, headliner uno dei migliori cantanti hard-rock/metal...pubblico scarsissimo.Poi ci si lamenta che molte volte i tour evitano l'Italia, proviamo a chiederci ogni tanto il perchè.Davvero tanta tristezza vedere così poca affluenza per tale evento, in ogni caso i pochi fortunati hanno avuto modo di assistere ad una gran serata.
Arrivo al New Age pochi minuti dopo l'apertura delle porte, nell'attesa che inizi il musicista di apertura faccio qualche acquisto al banchetto merchandise e scambio due parole con diversi conoscenti.Bene si inizia :

Comincia con un set ultra-ristretto praticamente a due canzoni, il bassista Alberto Rigoni (da ricordare la sua collaborazione con Daniele Liverani e il progetto prog Twinspirits).Essendo da solo viene usata una massiccia quantità di basi che un po' tende a snaturare l'ottima musica proposta sul palco.Vengono proposti un paio di estratti dal nuovo disco solista Three Wise Monkeys.Tempo di iniziare che già finisce lo show in un baleno quindi è difficile dare un giudizio.I pezzi rendevano molto bene, improntati sullo stile prog/fusion.Promosso con la speranza che la prossima volta ci sia un gruppo intero che suona.

Seguono gli Eliseum da Vicenza autori di un interessante symphonic-metal con qualche spruzzatina power/prog.Ho trovato qualche affinità nelle melodie con i Within Temptation dei primi dischi ovvero quelli più metallici che non quelli più rockeggianti del periodo attuale.Punto a favore della band lo stile vocale della nuova cantante Giulia, non il solito stile tutto vocalizzi da soprano oppure il cantato pop stile nuovi Nigthwish o Within Temptation ma un cantato che punta sul trasmettere qualcosa, uno stile vocale particolare che combinato con la più che buona musica prodotta dalla band creava un mix davvero intrigante.La band secondo me ora deve lavorare duro dato che la concorrenza in questo genere è agguerrita purtroppo.Tanti auguri ragazzi!!!!

Piccola parentesi.In tutti i concerti a cui ho assistito non ho mai visto dei cambi palco così veloci e ben organizzati.I primi tre gruppi spalla si sono esibiti uno dietro l'altro in tempi molto ristretti.

E veniamo ad uno dei piatti forti della serata ovvero un altra band nostrana, trattasi degli Ashent, gruppo che ho avuto modo di vedere in altre occasioni e come in passato ci si trova spiazzati.Come per gli Eliseum i suoni non sono bilanciatissimi, il volume della voce era basso e gli strumenti creavano un pò di caos.Chi magari era neofita ci avrà capito molto poco.E' musica raffinata e colta che va ascoltata con pazienza.Stasera si festeggia l'uscita del nuovo disco e anche l'ingresso del nuovo batterista Ivan.I ragazzi come sempre sono una macchina di tecnica e precisione e il nuovo cantante Titta Tani offre una prestazione come sempre di alto livello.Il prog offerto è molto contorto con melodie non certo di facile assimilazione ma in qualche modo ti cattura e non ti lascia più andare, basta solo dedicarci del tempo e si viene premiati.Purtroppo anche per loro il tempo è pochissimo e viene suonata solo una manciata di pezzi : Shipwrecked affair, The starving litany e Eve dal nuovo album (pregni di una particolare atmosfera e di cori suggestivi oltre che delle melodie intense tipiche della band), la splendida Imperfect e Sinking beneath dall'album Deconstuctive.Splendido concerto!!!

Ed eccoci al gran finale.Davanti ad uno sparuto gruppo di persone dopo l'ingresso della band ecco salire sul palco l'atteso Jorn Lande.In altre recensioni lo davano come un personaggio freddo sul palco e poco comunicativo.Stasera l'ho visto particolarmente socievole, energico e caldo.Tempo pochi minuti e già grondava di sudore dall'energia che sprigionava.Non mi permetto di dire nulla sulla voce, assolutamente pazzesca, inimitabile, potente e melodica allo stesso tempo, magica...insomma avrete sicuramente capito che questo è un mostro sacro e fa dispiacere vedere così poche persone.La band di supporto seppure composta da rocker vecchia scuola a dire il vero non mostra chissà quali doti, fa il suo lavoro intrattenendo quel che basta.In particolare buona la prova della chitarra solista e della batteria (entrambi ottimi autori di efficaci assolo).I pezzi proposti sono un mix di hard-rock e metal classico, mai veloci ma tutti che si assestavano su tempi medi e tratti dalla discografia solista di Jorn.Uno show davvero da brividi per il carisma sprigionato dal leader Jorn.Sembrava che cantasse davanti ad un arena pienza zeppa che non di fronte a quattro gatti (membri delle altre band compresi) e qui si vede la differenza tra un professionista e un non professionista.Passione, tanta passione e tenacia nel portare avanti la propria musica.Meraviglia!!!!

A fine concerto tutta la band stringe le mani alle prime file e poco dopo si intrattiene con chiunque voglia e pure il mitico Jorn esce a salutare tutti anche se di fretta dato che la band deve partire subito per l'estero.Ma il sottoscritto assieme ad altri quattro-cinque temerari lo aspetta fuori e riesce a parlarci un po' e ottenere qualche firmetta in più.Degno epilogo di una gran serata e chi se ne importa se la mattina dopo ci si deve svegliare presto ?A volte per ottenere delle emozioni bisogna anche soffrire.

Grazie davvero a tutte le bands!!!

Alla prossima compari!!!

lunedì 10 dicembre 2012


Reportage Hell in the Club + Fake Idols - 07/12/2012

Ultima data prima degli inizi della lavorazione del secondo album dopo l'ottimo debutto di qualche anno fa.Stasera si festeggia quindi e lo si farà in grande stile, lo stesso non si può dire esattamente del pubblico in quanto erano presenti più membri di altre bands che non appassionati di musica, pochi ma buoni come sempre ma continuo a non ritenere giusto questo assenteismo di massa nei confronti di gruppi italiano o comunque meno sotto i riflettori dei cosiddetti big.Dubito che il tempo poco favorevole (ma nemmeno rendeva impossibile esserci) abbia influito negativamente, comunque bando alle ciance e cominciamo.

Attaccano i Fake Idols, sorta di super-gruppo con membri di Slowmotion Apocalypse, Raintime e Jar of Bones.Faccio un pò fatica a descrivere il loro genere, mescolano diversi elementi presi dall'hard-rock degli Skid Row (quelli più aggressivi di Slave to the Grind), qualche parte melodica presa dal rock'n'roll e infine uno strato metallico ad unire il tutto.Immagino di aver confuso le idee oppure di aver sbagliato totalmente diagnosi, in ogni caso nonostante dei volumi non proprio bilanciati in cui è stata la voce a farne le spese, lo show dei nostri è energetico e potente con la giusta dose melodica.Mi è parso ci fossero dei cori campionati, avrei preferito fossero fatti dal vivo e questo oltre ai volumi è uno dei pochi difetti che ho potuto notare.Durante uno dei pezzi compare come ospite anche Davide degli headliner per fare un duetto.La band è agli inizi e c'è curiosità su come si evolverà.L'inizio è con il piede giusto.Tanti auguri!!!!

Tempo un veloce cambio palco e i rockers Hell in the Club prendono possesso del palco.La setlist sarà abbastanza lunghetta.Dato che il quartetto (composto voglio ricordarlo, da membri di Elvenking e Secret Sphere) ha all'attivo un solo disco stasera oltre a proporre diversi pezzi da esso come Rock Down this Place, l'iniziale potentissima Natural Born Rockers, Never Turn my Back, la frizzante Another Saturday Night, la corale Raise your Drinkin' Glass, On the Road e così via, ha deciso di aggiungere qualcosa di speciale ossia chiamare diversi ospiti sul palco proponendo varie cover oltre alla consueta Lit Up dei Buckcherry.E di cover appunto ne vengono eseguite parecchie come ad esempio Dr.Feelgood, Ace of Spades, I Wanna Rock, Higway to Hell e sul palco si sono alternati membri delle Cellulite Star (Isabella e Giuditta), Scarecrown (Antonella), Burning Black (Alessandro e Stefano), Over (Rick) più un altro paio di ospiti che però mi erano ignoti.Dall'inizio alla fine è stato quindi un tripudio di rock ad alto voltaggio che ha riscosso una valanga di applausi dal fedelissimo pubblico.Piccola chicca poi è stato vedere il cantante imbracciare la chitarra, cosa che finora non avevo mai avuto piacere di vedere.Gran finale sull'ultimo pezzo che ha visto una marea di gente sul palco compresi i Fake Idols al completo a divertirsi come pazzi.
Supportiamo la scena locale, so che oramai dico sempre le stesse cose, la qualità in Italia c'è, basta solo aprire gli occhi e sturarsi le orecchie.Seratona!!!!

Alla prossima compari!!!!

Reportage Richard Julian - 01/12/2012

Ogni giorno il freddo aumenta sempre di più e stasera quale occasione migliore per scaldarsi in un accogliente pub stile irlandese con della musica di qualità di sottofondo ?
Era parecchio che non tornavo all'Inverness Pub, mi mancava molto per quella sua atmosfera intima e particolare.Io e la mia ragazza dopo aver avuto qualche contrattempo diciamo "stradale" (non mi ricordavo bene la strada, mea culpa) arriviamo al locale comunque in anticipo.Fortunatamente prenotando per tempo otteniamo un tavolo proprio davanti al palco e dato che manca ancora perchè inizi lo spettacolo data l'ora e la fame che squarciava lo stomaco ci siamo concessi una ghiottissima cena.
Mentre mangiamo arrivano i musicisti tra cui una cara amica che non vedevo da diverso tempo ossia Rosita Kèss in compagnia del figlioletto appena nato e  Tommaso Cappellato visto all'opera con la stessa Rosita, Debora Petrina oltre che a Kicca & Intrigo.Dopo aver scambiato quattro chiacchiere il gruppo sale sul palco.

Mister Richard Julian chitarra alla mano comincia il suo set accompagnato oltre che da Tommaso alla batteria, da Andrea Lombardini al basso.Il concerto si presenta molto morbido e soffice.Richard non bada tanto a tecnicismi o a mettersi in mostra, suona il suo mix di folk/blues con un tocco di gipsy o almeno così mi ha dato l'impressione.Una voce rilassata e calda che sembra voglia ipnotizzarci, ci trasporta lungo i pezzi presentati durante lo show.Un concerto oserei dire minimalista che mette molto a nudo il pentagramma cercando la passionalità in ogni nota.Forse gli unici difetti che mi sento di dire è una certa ripetitività nelle canzoni, magari qualche variazione in più ne gioverebbe molto.L'incanto comunque continua a scorrere piacevolmente e grazie all'ottimo lavoro della parte ritmica (tutta italiana, tanto per dimostrare che anche noi ci sappiamo far valere!) tutto fila liscio fino all'apice in cui vengono proposti alcuni pezzi assieme a Rosita Kèss che accompagna vocalmente Richard avvalendosi anche del pianoforte.Le loro voci fuse assieme sono assolutamente una meraviglia e l'armonia fa risplendere l'interpretazione dei musicisti sul palco.
Piano piano il tempo scorre e lo show si dissolve lasciandoci tutti di buon umore e in fondo è questo che la musica darà sempre a patto ovviamente che sia lontana da cattive influenze e dal music buisness soprattutto!
Grazie per la serata ragazzi!!!!

Tempo di salutare tutti con la speranza di un prossimo incontro e si imbocca la fredda via verso casa.

Alla prossima compari!!!

giovedì 6 dicembre 2012


Reportage Luca Turilli's Rhapsody + Freedom Call + Orden Ogan + Vexillum - 25/11/2012

Sarò sincero ma all'inizio quando lessi la notizia che il tour dell'ex chitarrista dei Rhapsody sarebbe passato anche dalle mie parti non ero così interessato a presenziare all'evento.Non so dirvi esattamente il motivo, dopo averlo visto dal vivo con la sua vecchia band al Bloodstock Open Air edizione 2011 (praticamente poco prima che il gruppo si disgregasse e diversi componenti prendessero strade diverse) potevo anche ritenermi soddisfatto.I nuovi Rhapsody ora rinominati Rhapsody of Fire li vidi poco dopo il festival appena citato e diciamo che offrirono un ottimo spettacolo...tornando al discorso iniziale temevo di ritrovarmi ad un concerto clone dei Rhapsody of Fire.Visti però i gruppi di supporto ho deciso di aderire data la mia stima per un paio delle bands di spalla.Arrivo di buon ora trovando il parcheggio quasi deserto.
Dato il freddo osceno mi infilo subito dentro e nell'attesa che si cominci do un occhio al merchandise.

Poco dopo iniziano gli italianissimi Vexillum.Di loro conoscevo solo il videoclip per il pezzo The Wanderer's Notes e qualche altro brano che non mi impressionarono molto.Beh tutto si è capovolto pochi attimi dopo l'inizio.La band suona compatta e potente unendo melodie folkeggianti ad un heavy-power metal sullo stile Elvenking/Spellblast.Ogni pezzo rende ottimamente in sede live ancora meglio che su disco, forse se avessero beneficiato di una produzione più potente ne sarebbe venuta fuori una bomba.Questa è solo una mia opinione ovviamente.Comunque bravi ragazzi, peccato fossimo in quattro gatti davanti al palco.Un ottimo inizio!!!!!

Seguono gli Orden Ogan dalla Germania, band che io adoro e seguo con passione da quando li ho scoperti con l'album Easton Hope.Seppur stanchi (il cantante specialmente mi sembrava sentisse il peso del tour) hanno offerto comunque uno show coinvolgente partendo con New Shores of Sadness seguita poi dalla mitica We Are Pirates!!! che mette a dura prova le mie corde vocali.Seguono poi un altra manciata di brani tra cui uno del nuovo disco To the End.Il concerto dura purtroppo davvero poco.Vengono ingiustamente definiti dei meri cloni dei Blind Guardian ma secondo me il gruppo ha una sua identità e stasera poterli vedere dal vivo è stato emozionante, peccato per le troppe basi ma non sono stati gli unici a doverne fare uso stasera.Grandissimi!!!!Il loro power-prog venato di folk ha dimostrato il suo valore.

Segue la band più diciamo leggera della serata.I simpaticissimi Freedom Call prendono possesso del palco e trascinano tutti in un turbine di allegria e spensieratezza sparando i loro pezzi pieni di cori epici e melodie al limite del pop combinate con il classico power di scuola tedesca.Ogni canzone inneggia a cantare tutti assieme divertendosi senza pensare ai propri problemi e non importa se ogni tanto scappa qualche sbavatura o errore, a nessuno importa, conta solo canticchiare e saltare sulle bordate "happy-metal" del quartetto.Palma d'oro per simpatia al cantante Chris Bay che ne ha sparata una dietro l'altra facendo morire dalle risate tutti coloro che capivano un minimo di inglese.Fantastici!!!!

E arriva infine il momento della verità su chi fra i due contendenti riesca ad imprimersi meglio nella memoria degli ascoltatori.Il buon Luca qui sotto il nome di Luca Turilli's Rhapsody per questo tour ha fatto le cose in grande mettendo insieme in ogni show filmati proiettati alle spalle della band, una danzatrice (con tanto di coreografie fatte con abiti di scena luminosi), l'ospite Sassy Bernert alla voce (presente anche su disco) e il supporto alle tastiere dell'ex tastierista dei Sonata Arctica ovvero Mikko Härkin.Da segnalare anche alla batteria un grandissimo come  Alex Landenburg già alla corte dei Mekong Delta.Purtroppo manca il secondo chitarrista Dominique Lerquin che per un incidente domestico si è infortunato e quindi ha dovuto rinunciare al tour.La band ha dovuto quindi avvalersi di una seconda chitarra campionata che purtroppo ha indebolito la potenza della band lasciando spesso un senso di vuoto durante i pezzi.Un difetto comunque trascurabile in quanto i ragazzi sul palco hanno dato veramente l'anima, nessuno escluso.Turilli è una garanzia seguito a ruota da tutti gli altri strumentisti che hanno sfoderato un eccellente mix di tecnica, potenza e melodia.Veniamo all'uomo al microfono ossia mr Alessandro Conti che ci ha davvero fatto volare, voce davvero magnifica ma mi permetto di dire che tende secondo me un pò a scopiazzare Fabio Lione, ho percepito il voler imitare la voce dei Rhapsody of Fire ma credo comunque sia perchè non ha ancora trovato un identità precisa.Staremo a vedere in futuro.La setlist oltre a diversi assolo come basso e batteria ha previsto un alternarsi di brani del disco di debutto ed altri della vecchia band di Turilli tutti suonati egregiamente ad alti livelli e ammetto che proprio sul disco di debutto sentendolo dal vivo si sente proprio da dove abbia avuto origine il suono che ha reso famosi i Rhapsody.Immensi davvero.

25 euro spesi davvero bene.Quattro bands eccellenti.Ogni singolo centesimo pagato è stato ampiamente ripagato.Dopo gli headliner shopping selvaggio al banchetto dei cd e firme e autografi a catinelle con tutti i gruppi della serata.Ogni singolo musicista era disponibile con chiunque e questo è sempre un valore aggiunto ad un concerto.Dopo aver salutato mr Turilli imbocco la lunga via per tornare a casa arricchito da una splendida esperienza.

Alla prossima compari!!!!

martedì 4 dicembre 2012

Reportage Shearwater + Jesca Hoop - 10/11/2012

Serata davvero fredda e piovosa ma ciò non ha impedito al vostro affezionatissimo di recarsi al Covo Club di Bologna per assistere al concerto di una band cha ha stuzzicato il proprio gusto uditivo.
Tempo di trovare il posto (dato che era la prima volta che ci andavo), fare la tessera e accompagnato dalla mia dolce metà comincio ad esplorare il piccolo locale che si rivela piccolo ma accogliente, molto intimo, profuma di musica ma non quella da classifica, quella vera, quella che si respira solo in quei luoghi pregni di passione per l'arte.Mi ha ricordato molto il Bloom di Mezzago per quella atmosfera intrisa di magia che in qualche modo era presente in entrambi i luoghi.

Arrivati davanti al palco ci ritroviamo la band o meglio Mrs Jesca Hoop per la precisione, che ha già iniziato il suo live-set.Non conoscendola per nulla assistiamo con curiosità al suo show.La musica della giovane ragazza pesca un po' dal pop e un pochino dal folk, impreziosita da una voce dolce ed eterea che detto così lascia presumere che la serata inizi davvero con il piede giusto.Beh le cose non sono andate proprio come previsto.Jesca avrebbe davvero una voce splendida, il problema sono le canzoni a mio parere che annoiano in fretta.La chitarra non porta da nessuna parte sciorinando note deboli e purtroppo fiacche e la voce da sola non basta a sollevare la piattezza dei pezzi.La ragazza secondo me deve lavorare sulla scrittura.Se riuscirà a rendere le canzoni intriganti farà strada ma per ora mi spiace davvero ma non riesco a digerirla.Peccato.

Tempo del cambio palco e iniziano i Shearwater.Anche loro mi sono praticamente nuovi tranne qualche pezzo ascoltato su youtube.Sono rimasto a bocca aperta.I dubbi su di loro sono stati letteralmente polverizzati in quanto il quintetto guidato da un portento vocale come Jonathan Meiburg ha offerto uno spettacolo vario, dinamico e coinvolgente.Jonathan come già detto ha una voce meravigliosa che si adatta perfettamente ad ogni pezzo variando all'occorrenza senza perdere un briciolo di potenza.Il quartetto che lo supporta dà il massimo proponendo un ibrido musicale in bilico tra pop/rock e folk iniettandoci dentro anche psichedelia ed elettronica.E il bello della cosa è che i pezzi pur essendo contaminati da stili differenti si mantengono sempre freschi ed immediati senza essere troppo complessi da assimilare.Mai mi sarei aspettato una tale energia da questa band.Sono davvero felice di essermi sbagliato.Un grandissimo concerto dove la musica ha trionfato ancora una volta.

A fine show saluto 4/5 della band ad esclusione purtroppo del cantante in quanto era impegnato in un intervista.Conto di rivederli appena possibile.E complimenti al Covo Club!!!

Alla prossima compari!!!

lunedì 5 novembre 2012


Reportage Sunpocrisy + Rise Above Dead + Whales and Aurora - 04/11/2012

Una tripletta appetitosa come questa non poteva essere trascurata perciò il vostro affezionatissimo nonostante pioggia assassina, un po' di nebbia e freddo si è diretto al Punky di San Zenone per presenziare alla serata.Per motivi personali arrivo un pò tardi e scopro con dispiacere che la prima band ossia i Whales and Aurora ha appena finito di suonare.Peccato!Tempo del cambio palco e comincia quindi il secondo gruppo previsto :

Attaccano quindi i Rise Above Dead.Reduci dalle date di supporto ai Voivod il gruppo milanese si presenta al pubblico forte del nuovo disco Stellar Filth.Causa purtroppo dei problemi non specificati ad uno dei chitarristi lo show viene interrotto dopo il primo pezzo costringendo quindi il gruppo a tagliare delle canzoni per permettere poi di suonare all'ultimo gruppo.E' difficile quindi dare un opinione sul concerto.In primis la voce si sentiva pochino  e il sound del gruppo non è certamente cosa facile da descrivere, lo definirei post-hardcore/sludge metal.Avevo avuto modo di ascoltare qualcosa su internet ma dal vivo il gruppo sofdera sicuramente ben altro potenziale alternando momenti di quiete a sfuriate di pura forza bruta.Un po' di più varietà ai pezzi non guasterebbe ma in ogni caso nonostante tutto un gruppo da supportare data l'ottima qualità.Da rivedere!!!Bravi ragazzi!!!

Dopo un cambio palco complesso, all'apparenza incasinato e a velocità supersonica dati i tempi ristretti i Sunpocrisy prendono possesso del palco suonando in pratica 2 pezzi da credo quasi 10 minuti l'uno.Due canzoni molto lunghe che praticamente inglobavano talmente tante sfumature, emozioni e chicche sonore che per cercare di coglierle tutte ci vorrebbero ore.Un piatto a base di Tool, Isis, Amia Venera Landscape, post-rock, prog e chi più ne ha più ne metta.Una band che lasciatemelo dire ha tutte le carte in regola per arrivare in alto se si sa giocare le proprie carte.Con un solo album all'attivo (più un ep) i sei ragazzi dimostrano una maturità e una creatività che si assesta su ottimi livelli.A questo aggiungete un suo delle luci che si sposa perfettamente con la loro musica e ne esce davvero qualcosa di cui la scena italiana ne dovrebbe andare fiera.Abbiamo un continuo proliferare di bands underground che spazzano via tranquillamente quelli che si trovano nei piani più alti, e gli headliner di questa sera fanno parte di questa categoria.Peccato che il tempo ristretto e dei problemi agli effetti elettronici abbiano in parte messo sotto pressione i ragazzi che comunque non si sono demoralizzati dimostrandosi davvero una band con i controfiocchi!!!Da rivedere anche loro!!!Non ve li perdete!!!

Tempo di salutare i Sunpocrisy con la promessa di rivedersi quanto prima, shopping al merchandise e rientro alla base.

Alla prossima compari!!!

Reportage Caspian + This Quiet Army - 02/11/2012

Vedo con piacere che un genere come il post-rock attira parecchie persone di gusti diversi.E ogni volta che da Hoffman c'è la presenza di un gruppo affine al genere è sempre meglio presentarsi prima alle porte per evitare di finire indietro e non vedere praticamente nulla date le ridotte dimensioni del locale che comunque offre molta intimità e contatto tra pubblico e bands.E quindi appena finito il turno di lavoro mi dirigo il prima possibile al locale e arrivo in tempo prima dell'apertura porte.Tempo di fare il biglietto, due chiacchiere con qualche conoscente che comincia il primo gruppo :

Sul palco salgono, anzi sale la one-man band This Quiet Army in quanto c'è solo un ragazzo sul palco.Non ho idea di quanti pezzi siano stati suonati in quanto non c'è stata nessuna pausa tra una canzone e l'altra ma veniva creato un flusso musicale continuo.Beh, un concerto di una pesantezza enorme; beat elettronici, chitarra molto liquida/spaziale, rumori assortiti, distorsione spacca-stomaco per mezzoretta.In contemporanea sullo sfondo venivano proiettate delle immagini disturbanti che combinate con la musica davano sensazioni alquanto strane creando vertigini.Per quanto potesse essere interessante digerire la musica del canadese per me è stato davvero difficile, i pezzi si assomigliavano un po' troppo presentando poche varianti.Discreto ma nulla di più, da rivedere per farsi un idea migliore.

Ci volevano i Caspian per riaccendere gli animi.Basta solo il primo pezzo per proiettare nei nostri padiglioni auricolari quel qualcosa che sembrerà anche banale ma quel qualcosa si chiama proprio musica.Quella musica che unisce le persone, che fa sognare, che fa commuovere, che fa emozionare...le loro melodie combinate con la giusta dose di durezza sono assolutamente una meraviglia, estasi per la mente e droga per il cervello.Molto spesso i gruppi che propongono questo genere si riciclano l'un con l'altro.Loro seppur non inventando nulla riescono a differenza di altri a creare quel particolare suono che poi non ti abbandona più.A me ha fatto questo effetto, non credo sia una cosa totalmente soggettiva.Una band di 5 elementi che vive e respira come un corpo unico combinando tecnica e passionalità come pochi sanno fare.Gran finale con il quintetto al completo a suonare contemporaneamente la batteria!!!Assolutamente fantastici, non voglio aggiungere altro.Andateli a vedere se potete e non ve ne pentirete.

Tempo nemmeno  10 minuti dalla fine del concerto che incontro tranquillamente la band per i soliti convenevoli.Visibilmente stanchi ma gentili e alla mano.

Alla prossima compari!!!

martedì 30 ottobre 2012


Reportage Elvenking + Secret Sphere - 19/10/2012

E chi poteva mancare ?Una serata di metallo italiano con presenti due band assolutamente di alto livello e qualità ed entrambe forti di un nuovo album da promuovere.Non volevo perdere l'occasione di vedere all'opera due gruppi dei quali bisognerebbe andare fieri anzichè continuare a seguire sempre i soliti nomi oppure l'ultima novità trita e ri-trita dall'estero.
Per una volta non devo fare le corse stile formula-1 per arrivare in tempo e quindi compaio davanti alle porte con calma trovando un gruppettino di persone che aumenteranno durante la serata ma sinceramente saranno comunque un numero vergognoso per tale evento, sempre la solita storia quindi fuoco alle polveri :

Come prima band erano previsti i symphonic-metallers Teodasia ma purtroppo causa malattia della cantante Priscilla i ragazzi non sono potuti esibirsi.Un gran peccato data l'ottima musica proposta.

Quindi ad inaugurare la serata cominciano i rinnovati Secret Sphere con un nuovo cantante ossia il mostruoso Michele Luppi.Anche per loro c'è un importante evento da festeggiare ossia l'uscita del nuovo disco "Portrait of a dying heart" da cui ne vengono proposti diversi brani che suonano davvero alla grande, melodici, potenti e con la giusta dose di complessità senza esagerare.Tutta la band è in palla spargendo scheggie di energia dall'inizio alla fine.Michele come sempre è una garanzia in qualunque gruppo si trovi, potenza vocale da paura e simpatia che non manca mai.Il resto della band non è certo da meno, Aldo alla chitarra solista è uno spettacolo ottimamente supportato dall'altro chitarrista Marco (impagnato anche ai cori, dimostrandosi ottimo vocalist) e dalle atmosferiche tastiere di Gabriele.La sezione ritmica di Andrea e Federico, in forza anche agli Hell in the Club , sono garanzia di potenza e precisione.Non cè molto da aggiungere, una forza della natura, meriterebbero molto di più!!!Grandi!!!

Tempo di procurarmi un pò di cd al banchetto merchandise che parte l'intro degli headliner.A sorpresa gli Elvenking salgono sul palco in maniera scenografica con tanto di costumi che mi ricordano un po' lo stile fiorentino del 1400.Divagazioni storiche a parte, la band con il nuovo bassista Alessandro al basso (già con i Burning Black) parte in quarta pronta a dimostrare a tutti quanto sia valido il nuovo disco "Era" e non solo quello ovviamente.Il sound dei nuovi pezzi dopo l'evoluzione subita nel precedente album sono tornati verso lo stile di dischi come Winter Wake mantenendo comunque freschezza e motivi di interesse in quanto ogni singola nota traspare sempre emozioni e profumi diversi.La musica dei ragazzi di Pordenone che man mano stanno elevando il loro pubblico sempre di più riesce a combinare talmente tanti "sapori auricolari" (passatemi il termine) da creare qualcosa che pochi al giorno d'oggi riescono a fare.Che propongano ballate, pezzi power, black, folk o hard-rock risulteranno sempre convincenti e stasera ne danno un ulteriore prova.
Tutto il pubblico non ha mai smesso di intonare i ritornelli e fino all'ultimo pezzo ha sempre supportato gli elfi con cori e applausi.Dopo il classico The Winter Wake per i bis vengono proposti Not My Final Song e The Wanderer con cui il gruppo saluta tutti.

Setlist :
  1. Intro
  2. Trows Kind
  3. I am the monster
  4. Runereader
  5. The Silk Dilemma
  6. The Loser
  7. The cabal
  8. Walking Dead
  9. To Oak Woods Bestowed
  10. Pagan purity
  11. We, Animals
  12. The Divided Heart
  13. Neverending Nights
  14. Poor Little Baroness
  15. The winter wake
  16. Not My Final Song
  17. The wanderer
A fine concerto ovviamente vado a farmi firmare il nuovo disco e a salutare tutte e due le band.
Gran serata!!!

Alla prossima compari!!!!

lunedì 29 ottobre 2012


Reportage Vibravoid + I Selvaggi - 14/10/2012

C'è mancato poco che mi perdessi questo show in quanto non ne ero molto convinto ma su consiglio delle persone giuste ho fatto una capatina al Punky Reggae per assistervi.Come al solito di gente non ce ne è tantissima ma comunque un po' di più del solito.Dopo aver scambiato due parole con qualche conoscente parte il primo gruppo.

Cominciano I Selvaggi, band a me ignota che davanti ad un pubblico inesistente cercano di farsi conoscere tramite il loro pop-rock cantato sia in italiano in che inglese.I pezzi non sarebbero neanche male, il problema è che vanno in una direzione un pò troppo zuccherosa, mielosa e poco incisiva.Andrebbero bene magari ad un pubblico diverso data la semplicità e la leggerezza del loro sound.Il classico gruppo al posto sbagliato.Mi spiace per loro ma l'attenzione era tutta per il gruppo che si sarebbe esibito dopo.

Ed ecco che i tedeschi Vibravoid, band heavy-psych di culto, prendono possesso del palco e ci trasportando nella loro dimensione incatenandoci al pavimento a suon di rock psichedelico molto debitore degli anni settanta ma assolutamente intrigante e stimolante.Ogni pezzo si dimostra un vortice di suoni, rumori e sapori uditivi infinito.Non è sempre facile descrivere in maniera diversa questo genere di gruppi in quanto le molteplici sensazioni che si creano si assomigliano molto.Il trio chitarra, batteria e tastiere ci riporta indietro nel tempo e allo stesso tempo ci fa viaggiare nello spazio profondo cullandoci, sbattendoci e facendoci perdere tra le stelle.Non conoscendo i pezzi non so dirvi i titoli tranne il finale con una versione ovviamente accorciata della leggendaria song "In a Gadda da Vida" degli Iron Butterfly cantata da un improbabile ospite che non ho capito chi fosse.La band se la rideva mentre suonava sulle "note" intonate dal guest alla voce.Una gran sorpresa questo trio e una meraviglia sonora, ottima tecnica e gra trasporto,  grandiosi!!!!

E dopo i classici convenevoli ritorno alla base!

Alla prossima compari!!!

Reportage Killfest Tour 2012 - 10/10/2012

Reduce da un giretto turistico improvvisato il giorno prima, mi dirigo di buon mattino all'Alcatraz per provare come sempre ad incontrare una delle band che più apprezzo del panorama thrash metal.Trovo un gruppetto di 4 ragazzi giovanissimi davanti alle porte ai quali si aggiungeranno una manciata di persone.Ed ecco che arriva un tour-bus a due piani.Tutti supponiamo sia quello degli headliner ma dopo aver atteso non so quanto e aver visto uscire una marea di personaggi dall'aspetto a volte poco rassicurante (praticamente erano tutti i gruppi spalla) rimaniamo tutti spiazzati quando a sorpresa ne arriva un altro (a dir la verità un pochino malandato) e un pò alla volta scendono proprio coloro che avrebbero infiammato il palco durante l'imminente serata.Con ammetto non poca fatica riusciamo a stringere la mano a tutti e 5 i musicisti.Una gran emozione devo ammetterlo stringere la mano a dei veterani che hanno scritto delle pagine di storia del metal.
Dato che manca un bel po' all'apertura porte vado a fare una capatina in centro a mangiare qualcosa.Tempo di tornare che comincia la prima band davanti ad una manciata di persone.

Attaccano i Degraded, che propongono il solito mix di deathcore e metalcore che a mio parere questo miscuglio di generi sta arrivando alla saturazione.E' sempre la solita minestra ben preparata ma che ha sempre lo stesso sapore.Ci sono gli ingredienti di base, le canzoni quindi bene o male si assomigliano una con l'altra.La band ci dà dentro ma alla fine non mi prendono minimamente.Qualche parte interessante qua e là c'era ma si riducono a granelli di sabbia.Avanti i prossimi.

Arrivano quindi i Purified in Blood e si sale un pochino di livello.Anche qui siamo più o meno sul metalcore incrociato con il thrash/death e combinandoci insieme un attitudine e alcune parentesi a mio parere molto hardcore (il cantante ne è stato un esempio valido lanciandosi più volte oltre le transenne e cantando in mezzo al pubblico).Le mazzate sonore del gruppo si rivelano più efficaci dei Degraded ma anche qui l'interesse pur calando più lentamente alla fine arriva allo zero prima della fine dello show.Andiamo avanti.

Cambiamo genere con i 3 Inches of Blood, autori di un mix di metal classico e thrash/death.Tra i tre gruppi spalla sono coloro che hanno intrattenuto meglio combinando dei ritornelli epici (intenso il pezzo Battles and Brotherhood) stile anni 80 a delle veloci sfuriate che non lasciavano prigionieri.Rispetto a quando li vidi anni fa in Germania mi hanno convinto decisamente di più.Mettere poi insieme due voci diverse (growl e screaming stile Judas Priest) si rivela mossa azzardata quanto vincente.Le melodie sempre derivanti dal metal classico fanno esplodere la loro efficacia e il pubblico gradisce applaudendo con entusiasmo.

Ed eccoci finalmente al gran finale in tutti i sensi.Ci volevano loro per riportare la serata al giusto livello.I leggendari (non esistono solo i big 4) Overkill irrompono on stage con Come and Get It e si scatena il putiferio.E' inutile dire come una band che calca il palco da trent'anni risulti ancora fiera, convincente e potente da far impallidire qualsiasi band metal moderna .Non sono cinque musicisti sono letteralmente cinque pugni in faccia.Bobby alla voce e Verni al basso (i due membri fondatori del gruppo) entrambi sopra i cinquant'anni danno anima e corpo come se fossero ragazzini e gli altri della band li supportano a dovere con un muro di suono devoto al massacro.E'un continuo susseguirsi di emozioni.Seguono Bring me the Night, Rotten to the Core (da orgasmo!!!!) e il pogo aumenta sempre più di intensità con gente che vola ovunque dando molto da fare alla sicurezza.Essere in prima fila permette di godere appieno del concerto.Seguono altri brani bomba come Ironbound, Hello from the Gutter, Old School/In Union we Stand/Elimination (una tripletta di pezzi con i cori cantati a pieni polmoni da tutti!!!).E siamo purtroppo arrivati ai bis con l'esecuzione di Coma e dall'immortale FUCK YOU cantata da credo un migliaio di persone con il dito medio alzato tributando una band che non ha mai riscosso il meritato successo ma non ha comunque nulla da dimostrare a nessuno.La vecchia scuola vince ancora!Un sogno che si realizza, grazie Overkill!!!!
Riesco pure ad arraffare un plettro dal chitarrista Derek, souvenirs che ti lasciano ancora di più un ricordo che non ti abbandonerà mai.

Alla prossima compari!!!

mercoledì 24 ottobre 2012


Reportage Paradise Lost + Soen - 08/10/2012

Era una vita che non tornavo a Milano per concerti e data la settimana di ferie ho colto al volo l'occasione e ho passato un pò di giorni nell'affollatissima e caotica metropoli.
Arrivo alla stazione centrale di buon mattino, tempo di prendere la metro e arrivo all'Alcatraz verso le 11 del mattino scoprendo con piacere la presenza di due conoscenti che saranno presenti alla serata.Ci appostiamo all'entrata per vedere se con un pò di fortuna riusciamo ad incontrare qualcuno della band.Con non tanta fatica facciamo due chiacchiere con la band di apertura di cui ogni membro si dimostra molto simpatico e gentile tranne qualche caso.E con ulteriore attesa riusciamo a incrociare due quinti degli headliner.Dato che di tempo ne ho in abbondanza vado a fare un giro e lasciare i bagagli alla pensione.Purtroppo per dei contrattempi assurdi arrivo tardi al concerto e quindi il reportage della prima band sarà incompleto.Bene cominciamo :

Arrivo in tempo per assistere ad una manciata di pezzi della prima band, i Soen, band che vede alla batteria Martin Lopez (ex-Opeth) e Steve DiGiorgio (Sadus, ex-Deathed ex-Testament) purtroppo orfana di quest'ultimo che non ha potuto partecipare alla data.In ogni caso nonostante questi due fenomeni il resto del gruppo non è certo da meno.Stasera la band è in veste di quintetto con l'aggiunta di un tastierista extra.Al momento il gruppo ha all'attivo un disco proponendo un sound che profuma molto dei Tool/A Perfect Circle con qualche atmosfera darkeggiante.Riesco a sentire solo tre brani che denotano davvero un ottimo potenziale.I pezzi pur rientrando leggermente tra le influenze sono molto vari puntando su atmosfere sempre diverse con melodie malinconiche ed eteree assolutamente coinvolgenti combinandole con qualche parte più pesante.Bravissimi davvero, seguiteli!!!!

E dopo non molta attesa ecco che una delle band storiche di punta del doom-gothic metal sale sul palco in tutta la sua imponenza che dopo l'intro parte con Widow.Francamente i suoni nei primi brani lasciano molto a desiderare.Si sentivano bene la chitarra solista e la batteria, il resto poco o niente.Con il procedere dello show la situazione migliora facendoci godere appieno della sezione strumentale dei Paradise Lost.Adrian Erlandsson già alla batteria con gli At the Gates è una macchina da guerra colpendo anche con gusto oltre che con tecnica e potenza che accompagnato dal basso e dalla seconda chitarra creavano una devastante sezione ritmica.Personalmente a lasciarmi a bocca aperta è stata la chitarra di Greg Mackintosh perchè quello che ne usciva era assolutamente poesia.Ogni giro, assolo, melodia della sei corde di Greg lasciava sbalorditi per tecnica, gusto e raffinatezza.Un autentico mostro dello strumento!!!Un mito!!!I brani si susseguono come ad esempio Erased, As I Die, One Second, The Enemy e le emozioni non hanno fine.Conoscendo molto poco la band sono rimasto estasiato dalla loro energia.Veniamo però alla voce, punto in cui nascono sempre molte discussioni.Nick Holmes all'inizio non ha dato una gran impressione ma almeno con il passare delle canzoni la voce è diventata più piena e rotonda ma comunque debole, troppo debole, il growl o comunque il cantato aggressivo non sono stati mai usati indebolendo i pezzi che necessitavano di un pò di "cattiveria".Alla fine il punto debole è stata proprio la voce che comunque non ha penalizzato troppo la riuscita della serata.Soldi ben spesi in ogni caso!

Tempo di fare un pò di shopping al banchetto merchandise e prendere anche il cd dei Soen che vendeva la band stessa e comincia l'attesa per i Paradise che a sorpresa si dimostrano disponibilissimi con tutti.

Gran serata!!!

Alla prossima compari!!!



martedì 23 ottobre 2012


Reportage Alice Tambourine Lover 06/10/2012

E chi se l'aspettava che nascosto all'interno di un apparente edificio vuoto e inutilizzato si trovasse un locale alterativo che propone musica dalo vivo ?Dato che mi trovavo a Bologna per il weekend e conoscendo la band che si sarebbe esibita (un side-project degli Alix) ero davvero curioso di scoprire un nuovo locale.
Trovarlo ammetto che non è stato facile.Io e la mia ragazza pur conoscendo discretamente la città abbiamo faticato un pochino a trovare la location del concerto.Passando inconsciamente davanti ai cancelli del club noto attraverso un paio di finestre aperte due volti conosciuti e da lì ho capito che eravamo arrivati alla meta.Dopo aver fatto il biglietto andiamo a salutare i volti in questione che da lì a pochi minuti si sarebbero esibiti.Nell'attesa facciamo un giro tra gli stands che si trovano (insieme a tutte le altre zone) appunto dentro un capannone abbandonato ma comunque in condizioni agibili.Vi è presente una mostra-mercato di oggetti artigianali e riciclati che si dimostra interessante ma allo stesso tempo un pochino povera di bancarelle se devo essere sincero.Se ce ne fossero state di più sarebbe stata una mostra più diciamo completa ma in ogni caso è lo spirito che conta.Di pubblico ce nè davvero poco, una manciata di anime (forse sulle 20 persone, 25...) che comunque non ha smesso di supportare il duo che sta per salire sul palco.Eccoli :

Alice Albertazzi (voce, chitarra, tamburello) e Gianfranco Romanelli (chitarra) ovvero gli Alice Tambourine Lover si presentano quindi ai presenti in veste acustica (al contrario dell'altra band di cui fanno parte ossia gli Alix che pone l'accento sulla componente elettrica stile rock/stoner) eseguendo brani che mescolano diversi sapori.C'è la tristezza del blues, la passionalità del soul (che emerge molto grazie alla splendida voce della cantante Alice), psichedelia, folk ed una sottile venatura stoner che è parte del loro dna musicale.Le canzoni sono lente, ondeggianti, eteree, dolce, mistiche che richiedono impegno uditivo.Diversi pezzi presentano delle somiglianze ad una prima impressione ma se si scava di più si possono trovare diversi motivi di interesse.Oltre all'inconfondibile marchio vocale la forza del duo risiede anche nell'energia delle chitarre che riescono a forgiare in continuazione melodie sensuali volte a stimolare i sensi uditivi degli spettatori.Purtroppo il concerto dura molto poco, un oretta più o meno (dato che la band ha all'attivo solo un disco è comprensibile) ma in compenso ogni momento, ogni attimo, ogni singola nota sono state l'epicentro di una riuscitissima serata che ha lasciato da parte i soliti tributi/cover per offrire qualcosa di alternativo.La meta è stata raggiunta e mi auguro ce ne saranno altre di questo tipo.E' grazie a locali, gruppi e pubblico come quelli di stasera che la musica si tiene viva.Grazie davvero a tutti!!!

A fine concerto come mia solita consuetudine vado a salutare Alice e Gianfranco ricevendo un caloroso saluto.Con la speranza di rivederli presto!!!

Alla prossima compari!

martedì 18 settembre 2012


Reportage Celtiquando - 15,16/09/2012

15/09

Prima edizione del Festival di musica celtica all'Altroquando in collaborazione con il Clan del Toro.
Conoscendo già il locale sapevo già che sarebbe stato qualcosa di speciale e così è stato.Ottimo cibo, atmosfera calda (nonostante le temperature un pò bassine), buona musica e diverse bancarelle e una piccola rievocazione di un accampamento celtico.Per essere la prima edizione si parte già con il piede giusto.

Io e la mia ragazza arriviamo al locale in tempo per vedere le ultime canzoni della prima band della serata ovvero Mc Nando, che si riduce ad una one-man band.Viene proposto il classico folk ballabile, allegro e spensierato di natura celtica.Niente di nuovo sotto il sole quindi.In ogni caso il divertimento è assicurato e il pubblico gradisce ma a mio parere ci vorrebbe qualcosa di più per emozionare data la presenza di non so quanti musicisti che propongono questo genere.

Tempo di finire di cenare (non mi stancherò mai di ripeterlo ma le pennette/spaghetti all'altroquando sono mondiali!!!) che comincia il duo composto da Massimo Giuntini alla cornamusa e Luca Busatti alla chitarra acustica.Massimo è una mia vecchia conoscenza in quanto già lo avevo visto all'opera assieme ai Lou Dalfin anni prima ma prima di tutto è un signor musicista, uno dei migliori nel suo campo assieme al chitarrista Luca.Detto così il tutto dovrebbe lasciar presagire un ottimo concerto.Ma le cose non sono andate proprio come immaginavo.Niente da dire sulla preparazione tecnica, assolutamente eccellente, sono le canzoni proposte il vero problema che senza la presenza di una voce o magari di qualche altro strumento rendevano troppo grezzi i pezzi portandoli così ad assomigliarsi l'un con l'altro.Il risultato è stato monotono e mi spiace davvero.Dopo l'inizio pian piano l'interesse è andato calando.Anche in questo caso il pubblico ha gradito ma io da artisti del loro calibro mi aspetto molto di più.Confido in altre occasioni.

16/09

Ed eccoci alla seconda giornata.Come affluenza è stata buona come la serata precedente.
Arrivo al locale anche stavolta per vedere gli ultimi pezzi del primo gruppo ossia i Kidalfolk band in cui canta il fratello della cantante dei Silvereel che si esibirà dopo di loro.I suoni a dire il vero non sono il massimo, la chitarra elettrica si sentiva poco o niente.Come esibizione non è stata male.A mio parere bisogna lavorarci ancora su.Le premesse sono buone, i pezzi che ho sentito erano ben suonati anche se verso la fine mi sembra che la voce abbia perso qualche colpo.Come già scritto in precedenza bisogna evolversi, innovare un pò le sonorità se no si rischia di finire nel dimenticatoio data l'agguerrita concorrenza.

Stasera in versione ulteriormente rinnovata con l'aggiunta di un quarto membro rivedo con piacere per la terza volta i Silvereel con Giocomo Li Volsi (arpa e chitarra), Lorenza Bano (violino e fisarmonica), Andrea De Cortà (flauti, cornamusa e arpa), Alendiel (voce).Ora in versione quartetto credo che il gruppo sia al suo massimo potenziale in quanto tutta la magia di cui è impregnata la musica celtica traspare con enorme efficacia dal talento di questi quattro musicisti.Ci voleva proprio l'aggiunta di strumenti come flauti e cornamusa.Il sound dei Silvereel ne esce ringiovanito portando il pubblico a sognare ad occhi aperti oppure a farsi travolgere dai brani più danzabili.Il tasso tecnico non è da mettere in discussione e neppure la vena creativa in quanto oltre a riproporre cover di pezzi folk vengono eseguiti anche pezzi propri davvero ben riusciti.Il concerto è diciamo suddiviso in due, vengono alternati brani strumentali a pezzi cantati.La voce non posso esimermi dal dire che è sempre una meraviglia per le orecchie e per l'animo.Pur arrivando dal rock Alendiel riesce comunque a dosarla e modificarla a suo piacimento rendendola carezzevole e delicata.
I migliori del festival!Bravissimi!

Ringrazio davvero lo staff e i gruppi per questa riuscitissima prima edizione del Celtiquando con la speranza che ce ne sia un'altra.

Alla prossima compari!

Reportage Subsonica + Rezophonic + Ln Ripley - 09/09/2012

Da diverso tempo sentivo parlare di questo festival e ne ho sempre constatato ottime impressioni e quindi data la gustosa opportunità dell'ultimo giorno di vedermi due bands che stimo parecchio ho deciso di andarci.Aggiungete che l'evento è pure totalmente gratuito quindi si parte!!!
A volte l'ingenuità ci porta a pensare cose stravaganti, beh nel mio caso mi immaginavo di non avere problemi nel raggiungere la location del concerto, in più non immaginavo certo che avrei trovato 12.000 persone.Ma andiamo con ordine.
Tranquillo parto da casa convinto di arrivare in tempo per vedere tutti i gruppi che mi interessavano...a circa 5 minuti di macchina dalla zona dogana di Treviso vengo bloccato da una coda epica.Nonostante si proseguisse di "buon passo" alla fine per arriavare a parcheggiare mi ci sono voluti più di venti minuti più tra i 5 e i dieci per raggiungere l'area concerti dal parcheggio.Arrivo quindi davanti al palco (o meglio uno dei diversi palchi) dove purtroppo avevano già cominciato a suonare :

I Rezophonic (nome dietro al quale si celano numerosi artisti della scena musicale alternativa italiana. L’iniziativa è di Mario Riso, storico batterista nel panorama rock italiano e socio fondatore del canale satellitare Rock TV.Il progetto si prefissa di sostenere il progetto idrico di AMREF Italia, che ha come scopo la  realizzazione di pozzi d’acqua nel Kajiado, una delle regioni più aride dell’Est Africa, e del mondo,  ai confini fra Kenya e Tanzania.) sono circa a metà set ma in ogni modo ho la possibilità di assistere ad un ottimo concerto seppure in maniera dimezzata.Tra gli ospiti che si sono alternati sul palco cè stata la presenza di Olly dei The Fire, Andrea Rock, Alteria dei NoSpeech, Ivan Lodini/Silvio Franco/Giovanni Frigo dei Movida, Mario Riso ovviamente alla batteria (che ha offerto una prestazione eccellente dimostrandosi dinamico e versatile adattandosi a diversi generi musicali) e diversi altri che non conoscevo.Tutti quanti hanno sfoderato energia a profusione coinvolgendo al meglio i molti presenti, a dire il vero però i veri interessati erano pochi.Da ricordare pezzi come Can you here me ?, Nell'acqua e la leggendaria Highway to Hell (quest'ultima tranne qualche anima sembrava non la conoscesse nessuno, che vergogna).Assolutamente da rivedere.Grandissimi!

Prima della calata sul palco principale degli headliner vado a salutare un pò di membri dei Rezophonic e mi concedo un giretto.Devo dire che il festival è davvero ben organizzato: diversi palchi, molti stands di cibo, bancarelle di cd e vinili, parcheggio ampio e non troppo distante.E ripeto Gratuito!Tempo per uno spuntino e ritorno al main stage tenendomi un pò lontano dall'immensa ondata di gente trovandomi comunque un posticino per vedere decentemente.

Dopo i problemi di tempo dell'anno prima che hanno costretto all'annullamento del concerto i Subsonica ritornano a Trevisoper recuperare quella data.E lo fanno nel migliore dei modi.Come nella data di Conegliano Veneto a capodanno la band sfodera un impianto luci allucinato e psichedelico che combinato alle sonorità in bilico tra pop, rock ed elettronica crea un atmosfera particolarissima.Tutto il pubblico si scatena ad ogni nota, salta, balla, canta e la band ci dà dentro ancora di più rispedendo indietro l'energia ricevuta.I 5 ragazzi dimostrano cosa voglia dire essere una band unita.L'intesa in ogni canzone suonata dà il valore aggiunto rendendo ogni pezzo coinvolgente, potente e deflagrante.Un gruppo che se messo a confronto con i big attualmente in classifica è fin troppo sottovalutato.Il mix di testi e musica proposto polverizza la maggior parte degli attuali gruppi/interpreti italiani.Credo fortemente che resteranno sempre un gruppo per pochi, mai per le grandi masse e a mio parere va bene così.
Poco dopo la fine del concerto provo ad avvicinarmi alle transenne nella speranza di poter beccare qualcuno della band.Con un pò di fortuna appaiono il batterista Ninja e il chitarrista C-Max.

Nel frattempo sul palco vicino si esibisce l'ultimo gruppo del festival ossia gli Ln Ripley, gruppo a me sconosciuto che bombarda tutti con un mix di bassi letali, elettronica e techno in tutte le salse.Io non sono mai riuscito a digerire questo tipo di sonorità ma nell'attesa di qualche altro componente dei Subsonica provo a darci un ascolto.A sorpresa appare anche il cantante Samuel che riesco ad intercettare salendo diciamo in modo molto "stealth/alternativo" a bordo palco.Peccato che gli altri non si siano fatti vedere.Data l'ultima data del tour avrebbero anche potuto concedersi un pò di più.
Lascio quindi i letali martellamenti dei Ripley e imbocco la strada verso casa.

Davvero una bella serata.Grazie Home Festival!!!!

lunedì 20 agosto 2012


Reportage BIBA fucking industries VENETIAN PUNK HARDCORE FEST - 19/08/2012

Serata davvero gustosa quella che si è svolta nell'ennesimo locale che purtroppo mi era sconosciuto.Fa piacere che ce ne siano diversi che tengono duro nonostante la crisi enorme che sta mettendo in ginocchio il nostro paese.
Per raggiungere il locale ho dovuto affrontare una situazione al limite del "Ragionier Fantozzi".Questo grazie al dannato Google Maps che mi ha fornito indicazioni alquanto ambigue.Arrivato quindi in paese a naso e dopo aver chiesto a due anziani (i quali mi hanno tirato strane occhiataccie) riesco a trovare il club sbagliando comunque strada altre due volte.Dopo essermi trovato con due compari dato che i gruppi stanno ancora facendo il soundcheck facciamo un giretto alla sagra paesana nelle vicinanze per mangiare qualcosa.
Dopo una fila che non finiva più in mezzo ad una confusione oscena ci sorbiamo 10 minuti (anche troppi) di musica dal vivo nell'attesa di finire di mangiare.Preferisco non nominare il genere proposto, solo al pensiero mi sento male.Finito ci incamminiamo al locale.Iniziamo :

Cominciano i Charged Attack che propongono un furioso punk/hardcore urlato a pieni polmoni che purtroppo non permetteva di capire molto i testi delle canzoni.Non male come inizio di serata.Il gruppo sfodera tutta la potenza e il sudore che ha in corpo per offrire un degno spettacolo.Missione senz'altro compiuta.Forse un pò troppo grezzi ed acerbi ma comunque efficaci arrivando diritti al sodo senza inutili orpelli o tecnicismi.Bravi!

Seguono i De Generatione Nostra, alfieri di un punk-rock meno estremo, più "italiano" se mi passate il termine, più simile a gruppi come i Punkeas.Si rivela uno dei gruppi migliori della serata a mio parere.I pezzi erano energetici, coinvolgenti, potenti con gran bei testi.La band era carica come una molla e non stava mai ferma un attimo incitando di continuo i presenti.Fa sempre piacere scoprire band nuove e i ragazzi hanno dato un ottima prova riscuotendo buonissime impressioni.Grandi!

Tempo di bere qualcosa ed incomincia il prossimo gruppo ossia Le bambine barbute di donna concetta.
Anche loro propongono punk italiano.A livello di gusti ho preferito di più i De Generatione Nostra ma in ogni caso anche questo gruppo ha saputo intrattenere degnamente il pubblico sparando il loro punk diretto senza fronzoli fregandosene di tutto.

Ed eccoci ai padovani Milksnake, unica band con una ragazza alla voce della serata.Purtroppo accade un problema e si rompe la testata della chitarra mettendo in difficoltà il gruppo.Alla fine saranno eseguiti una manciata di brani ed è un vero peccato perchè i ragazzi erano davvero in palla stasera offrendo un ottimo mix di potenza rock e violenza punk.Rispetto alla volta precdente che li avevo visti sembravano un altra band.Il batterista dallo stile molto metallico pestava come un indiavolato supportato dall'ottimo nuovo chitarrista (meno incline a dar spettacolo ma più concentrato sui pezzi) e dall'abrasiva voce della bassista/cantante.Ottimi nonostante il poco tempo suonato.

Pausa per prendere un po' d'aria fuori ed assistere ai fuochi d'artificio provenienti dalla sagra nelle vicinanze e prende possesso del palco una sorta di genio folle sotto il nome di Eugenoise.Rispetto ai video su youtube stasera il ragazzo non porta la maschera da alieno che avrebbe fatto più scena ma si limita allo scotch in faccia.Descrivere gli allucinanti ed infiniti minuti del concerto è arduo.Provate ad immaginare, se li conoscete, i Meshuggah privati di chitarre e batteria e forniti solo di computer ed effetti elettronici.Oppure pensate a dei suoni elettronici sparati a volumi paurosi misti a rumori computerizzati in tutte le salse.Insomma un noise violentissimo che non lasciava respiro e che non ha risparmiato nessuno.Alla fine eravamo tutti parecchio provati.Interessante e curioso seppur tosto da digerire.

Tocca ora ad un altra badilata in faccia.Un duo stoner/sludge basso e batteria, strumentale a nome Serpe in Seno.Ci voleva proprio un gruppo del genere per svegliare gli animi ancora intorpiditi dal massacro precedente.Una letterale mitragliata di note deflagranti quanto basta per scatenare l'ennesimo pogo del festival.Un altra delle band più interessanti della serata, forse un pò derivativi ma sicuramente emozionanti.Il batterista era un autentica belva che sembrava fosse stata messa in catene fino a pochi secondi prima e il bassista bersagliava i presenti con riff di basso ad alto tasso distruttivo.Grandissimi.

Mancano ancora due gruppi ma la stanchezza si fa sentire e data la strada da percorrere anche se un pò a malincuore ho dovuto abbandonare.Davvero una gran bella serata.
Un caloroso grazie a tutti i gruppi, al locale e agli organizzatori.

Alla prossima compari.

Reportage Jim Mullen & Raphael Wressnig & Lukas Knofler - 02/08/2012

Si ritorna con piacere nell'accogliente Cantina Fasol Menin di Valdobbiadene, stavolta per assistere ad una serata chiamiamola "estera" in quanto il trio che si esibirà non è italiano come la maggior parte delle band che si sono esibite finora.Provvisto di prenotazione per non correre rischi come la volta precedente arrivo al locale di buon ora.Curioso che ci sia decisamente meno gente rispetto al concerto degli Alma Swing.I nomi coinvolti lasciavano presagire che ci fosse il pienone.Così non è stato, un gran peccato per gli assenti.
Tempo di bere qualcosa e si comincia :

Dopo i consueti ringraziamenti da parte degli organizzatori e la relativa presentazione della serata salgono sul palco Jim Mullen (chitarra), Raphael Wressnig (hammond) e Lukas Knofler (batteria).Un trio delle meraviglie come si usa dire.Viene proposto uno show che mescola brani propri, cover e diverse jam session.
Cè davvero restare basiti dall'enorme tecnica dei tre musicisti, che comunque non è mai solo una banale dimostrazione ma fa parte proprio del tessuto musicale ossia quel mix di blues, jazz, swing ed un pizzico di funky.Partiamo da un immenso Mullen che suona la chitarra come oramai non credo si usi quasi più ossia senza plettro e solo con il pollice, pazzesco come metta in ombra la maggior parte dei chitarristi di oggi senza nessuna fatica.Segue il giovane organista austriaco Wressnig che da quel che ho capito parlandoci, è pure un autodidatta.Anche lui ha lasciato senza fiato i presenti sparando una "bordata" dietro l'altra senza pietà facendo sembrare ogni passaggio assolutamente come "normale" invece che complesso ed intricato.Un ottimo esempio di classe, gusto e raffinatezza.Infine alla batteria Mr. Knofler si dimostra un ottima sezione ritmica, precisa e potente;forse poco fantasioso e troppo statico, speravo in un pò più di stile ma va bene così.Che dire insomma, una serata spettacolare che valeva assolutamente il prezzo del biglietto.

A fine show come al mio solito vado a salutare la band per i convenevoli ed il trio di dimostra gentilissimo e simpaticissimo, nessuno escluso.Le chiacchiere portano via tempo e alla fine trovo i tavoli per il buffet post concerto vuoti come una banca dopo che è passato Arsenio Lupin.Pazienza.

Alla prossima compari.