lunedì 9 dicembre 2013


Reportage The Sade + Tony La Muerte - 01/12/2013

Per un motivo o per un altro sono mancato parecchio dal Punky Reggae Pub ma stasera una visitina era d'obbligo perchè si festeggia l'uscita del secondo disco di una band che con il debutto era entrata nel mio stereo e ci è rimasta per parecchio.
Fa sempre più freddo ma si tiene duro, non ci si lascia abbattere dal clima avverso o dalle stesse situazioni che ci mettono in ginocchio.La musica è lì che ci aspetta, per raggiungerla basta poco, non serve essere colti o dotti per apprezzarla, basta solo farla entrare dentro di noi.
Nonostante non fossi al massimo della forma sono uscito comunque.A volte si pensa che una persona in meno non faccia differenza, ma se la pensassimo tutti così la scena morirebbe lasciando solo polvere sugli amplificatori rimasti accesi senza che possano urlare la loro rabbia.La gente si muove sempre meno per andare ai concerti delle bands locali e per quei pochi che ancora lo fanno è diventata una sorta di "siamo in missione per conto di Dio" celebre detto dei fratelli Blues.
Bene si parte, il sole sta già tramontando investendo gli occhi con tonalità cremisi dorate fino a lasciar spazio ad un manto grigio scuro che pian piano inghiotte tutto.
Il locale è semi o quasi del tutto deserto ma si riempirà in maniera considerevole con il proseguimento della festa.Nell'attesa mi sparo due tramezzini nonostante non abbia chissà quale appetito.Ed ecco che comincia la prima band :

Anzi qua è il caso di parlare di one-man band in quanto c'è solo una persona che si districa tra chitarra, voce, una cassa e un rullante (entrambe suonate con i piedi).Come molte volte mi capita mi trovo davanti ad un musicista sconosciuto e quindi con curiosità mi sono messo ad ascoltare le note assolutamente senza compromessi e anticonformiste di Tony La Muerte, musicista che scaraventa sul pubblico con piglio anarchico e cinico delle canzoni che sembrano provenire dal Mississipi vestite però come se fossero dei punk o forse qualcosa di più pesante.Un lupo trasvestito da pecora ?Potrebbe essere così, ma veniamo allo show.Il "ragazzotto" (un trentenne di aspetto a metà tra il grunge e lo stoner) declama inni acidi sulla società che ci circonda assaltando gli ascoltatori con una bizzarra (ma neanche tanto) miscela di blues/southern (protagonista assoluta la chitarra slide), punk/hardcore (soprattutto a livello di testi e qualche concessione aspra e spiritata a livello vocale) e percussioni sparate a tutta violenza.Questa attitudine stradaiola, secca e minimale, diretta mi ha fatto ricordare quei musicisti che suonano in strada, quei bluesman che puoi trovare in città americane disseminate tra bancarelle di musicassette e ubriaconi.E' un suono vero, puro, poco ortodosso ma costruito con le palle.Diverse canzoni sono state molto interessanti anche se magari si capiva poco o tendevano ad assomigliarsi ma di questo piccolo show qualcosa mi è rimasto.Quella sensazione che mi capita spesso, quel sentirsi perplessi, pieni di dubbi ma desiderosi di ripetere comunque l'impresa di ascolto.Gli applausi erano tutti meritati, e alla prima occasione andrò a rivederlo per comprendere meglio il pensiero di Tony!

Veloce cambio palco ed è tempo per accogliere la presentazione del secondo disco dei The Sade (side project ricordiamolo, del chitarrista degli Ojm).Sullo sfondo compare la scritta II, il trio sale on stage, luci rosse e via di rock'n'roll dannato e diciamo "sexy".C'è un velo dark che si insinua malefico tra le note della band, un che di gotico, drammatico ma comunque in versione "easy" che non si prende troppo sul serio.Lontano dallo stereotipo stile Him o "vampiro o niente".Qui a parlare deve essere la musica e i ragazzi pensano bene di macinare quante più canzoni ad alto voltaggio possibili.Il loro punk-rock oscuro energico coinvolge, dà quella scarica di adrenalina che hai bisogno tutti i giorni.I pezzi nuovi non erano niente male, forse mancano un po' della freschezza e della potenza di quelli del primo album ma per dare un opinione migliore me li devo ascoltare su disco quindi rimandiamo il commento dei nuovi brani al prossimo live.
Per i restanti brani la band ha convinto il numeroso pubblico presente risultando deflagrante con una sezione ritmica che pestava come un indiavolata (complimenti in particolare al lavoro di batteria, una vera mitragliartice rock!) abbinata alle vocals del chitarrista Andrea che non manca di pennellare sulle corde interessanti spunti di vari generi che siano rock, blues o punk.La voce è oramai il marchio della band, calda, tetra ma comunque intrisa di rock-blues e dannatamente efficace.Peccato data la presenza di David Martin al mixer non sia stato suonato un gran pezzo come Dead Man's Bones, un lento acustico tra i miei preferiti.
Concludendo gran bel concerto con gente appassionata che si ritrova per condividere una grande passione.E poi dicono che la gente non socializza più nella realtà.Ora mi metterò ad ascoltare il nuovo disco che non potevo non acquistare dato il prezzo bassissimo.

Un ringraziamento come sempre al Punky per dare spazio alle bands, ai gruppi che hanno suonato e al pubblico presente!!!

Alla prossima compari!!!

mercoledì 4 dicembre 2013


Reportage Bleeding Eyes + Captain Mantell + Mondo Naif - 30/11/2013

Serata fredda, gelida in tutti i sensi.Tutti rinchiusi a casa,in discoteca o pub per fighetti di dubbio gusto per eludere il minaccioso clima, ansioso di mietere ogni vittima possibile.C'è però una chiamata, un richiamo per quei pochi di questi tempi che ancora possono dire di sentirci ancora bene.No non si tratta del Bat-segnale, di un allarme di evacuazione o di una guerra imminente.Qualcuno ha preparato una serata particolare dove non serve essere qualcuno, non serve apparire o far vedere a tutti che siamo importanti.A questo qualcuno non interessa di che partito sei, cosa indossi, quanti soldi hai o che accidenti di macchina hai.
L'importante è esserci, condividere quella che si chiama passione per la musica, supportarla, amarla e dare il massimo del sostegno.Non stiamo parlando di matrimonio ovviamente ma quasi, un rapporto duraturo che si instaura tra le persone grazie ad essa.E fa piacere rivedere molti conoscenti accumunati dall'arte oramai dispersa tra radio, tv e politici incompetenti al servizio di uno stato che non fa nulla per garantirne la sopravvivenza.
Stasera ammetto che sono distrutto fisicamente oltre che in parte mentalmente ma non posso mancare.
Finito il turno alle 20.15, cambio vestiario e mi dirigo da amici per cenare e discutere piacevolmente di qualsiasi cosa ci permetta di rilassarci, sulle note dei Grand Magus.
Bene, partenza per Santi Angeli attraverso buie strade solitarie, case senza luci e ombre minacciose.Il paese non è da meno, sembra una "Silent Hill dei poreti" per citare il famoso videogame, con una punta di ironia ovviamente.Il locale si trova diciamo "in centro" ed è l'unico luogo dove si intravede qualche anima di numero superiore alle 4 unità.
Conoscenti, amici, amici di amici, conoscenti di amici...siamo tutti lì per passare una bella serata.Dopo aver conversato è ora di iniziare :

Con piacere rivediamo on stage i Mondo Naif, trio montebellunese dedito ad uno sfiziosa collezione di brani infarciti di ruvidezza grunge, annichilenti bordate stoner, malinconici testi in italiano, dolenti ondate sonore sfioranti il doom e tanto blues.E' una musica adatta al periodo, crepuscolare, ghiacciata pregna di un certo modo di intendere il dolore, le esperienze vissute, la vita quotidiana così tragicamente statica.I ragazzi anche stasera non si fanno pregare e accendono i propulsori a tutta potenza.I suoni sono ottimi e permettono di godersi il concerto fino in fondo.Il sound "Sotterraneo" del gruppo (oramai un nuovo stile musicale) è come sempre una garanzia.E io che una volta non mi soffermavo a dedicargli il giusto tempo.Mi scuso nuovamente e pubblicamente per averli snobbati.O forse è anche la propria personale crescita musicale che ha influito.
La setlist privilegia il per ora unico, LP, un nuvoloso viottolo ribollente della rabbia chitarristica di Alberto che fa letteralmente urlare il suo strumento affondando ogni nota nelle orecchie dei presenti con ottimi giri doom/stoner e assolo davvero potenti e con melodie mai assenti ma bilanciate con la furia omicida.
Il lavoro di batteria è sempre una garanzia di potenza ed efficacia e la giusta dose di creatività.Il basso è il consueto pugno allo stomaco, fa tremare la terra.La voce è un incrocio tra la drammaticità del blues e l'acidità del grunge.Che dire insomma ?Un inizio di serata così fa ben sperare per un finale altrettanto grandioso!!!!

Tempo di spararci una pizza (nonostante l'ora tarda ci siamo concessi lo stesso lo sfizio) che comincia la seconda band ossia i Captain Mantell, band a me sconosciuta.Trattasi di un duo chitarra+voce e batteria che mi ha ricordato molto Gli Sportivi come attitudine.In realtà mi è stato detto che la band era composta da tre persone e comprendeva un tastierista suonando un genere più sperimentale.Stasera invece la band punta più su di uno show rock grezzo ed essenziale.Minimale nel suo percorrere il pentagramma.Non bada a chissà quali orpelli ma  a scuotere con ritmo e groove.Non male come concerto però non sono stato preso più di tanto.Ascoltando in seguito i pezzi in versione trio sul web ho notato diversi spunti davvero interessanti e facendo il confronto con i pezzi eseguiti durante la serata la differenza si sente notevolmente.Sarebbe stato più spettacolare eseguire i brani con le varie sperimentazioni, in versione rock secondo me hanno perso.Buon concerto comunque.Da rivedere!!!!

Ed eccoci al finale.L'oscuro personaggio di cui parlavo all'inizio sta per arrivare...pericoloso, terribile, marcio, inquietante ma squisitamente vero, fiero di ciò che è, genuino e sincero, non ha paura di dire quello che pensa.Un essere scomodo che mette in mostra il lato peggiore che si nasconde dietro al falso buonismo della società moderna...chiamatelo come volete e ricopritelo di qualsiasi aggettivo...verrà comunque presentato durante il concerto scortato dai suoi fedeli Bleeding Eyes che oggi festeggiano l'importante anniversario di 10 anni di carriera.Un punto di arrivo ma anche di partenza, un momento per fare il punto della situazione ed il pubblico non aspettava altro per scatenarsi.Ma una nota deve essere chiarita ossia il livello indecoroso dei volumi.I due gruppi precedenti avevano suoni perfetti (ad opera se non sbaglio del bassista Marco dei BE), gli headliner invece hanno sofferto di un audio letteralmente tempestoso.Non si capiva nulla, gli strumenti andavano e venivano.La batteria era decisamente bassa tranne che sui primi brani...basso e chitarra ritmica altrettanto...la solista e la voce a colpi si sentivano bene altri no...Davvero un peccato ma in compenso c'è stata energia e parecchio coinvolgimento a partire dai cambi di costume del cantante Simone, assolutamente memorabili!
E finalmente durante la setlist viene menzionato il personaggio misterioso in questione : l'Arrotino, pezzo che è diventato la loro Ace Of Spades o la loro Smoke on The Water, la canzone che meglio rappresenta la band e il suo pensiero.Un pensiero che prende forma in brani come Pozzo senza Fondo o Cruel World e si dipana tra mitragliate sludge/stoner direttamente sulle gengive, psichedelia malata e blues ad alto tasso alcolico grazie all'ottimo lavoro chitarristico di Jason supportato da Luigi alla seconda chitarra.La voce è l'urlo che esprime il disprezzo per lo schifo di società che ci circonda, un ruggito aspro che esprime alla perfezione i contenuti dei pezzi.La sezione ritmica per quanto come il resto poco udibile ha fatto il suo lavoro fino in fondo.Anche oggi c'era nuovamente ospite Ama per alcune parti esclusive di tastiera/elettronica ma purtroppo anche lui si udiva poco.
Peccato che lo show fondamentalmente si sentisse male e non sia durato poi così tanto ma va bene così.Massimo supporto ragazzi.Auguroni per questi 10 anni!!!Al prossimo concerto!!!!

Si è fatto decisamente tardi e tra saluti alle bands, rientro e tutto si son fatte le 2 di notte ma in fondo anche questo è Rock'n'Roll!!!!

Alla prossima compari!!!!

martedì 3 dicembre 2013


Reportage Ivy Garden of the Desert - 29/11/2013

Le cose molte volte cambiano, i tempi cambiano, i nostri pensieri anche forse.Ci sono giornate che vedi ovunque problemi su problemi come pure in questo momento.Tutti noi cerchiamo conforto in qualcosa, che sia una spalla amica che sia prendere per mano le nostre passioni e stare in loro compagnia.Fortunatamente all'interno del mio personale arco vitale riesco a trovare sempre qualcosa che attenui quel senso di soffocamento e oppressione che purtroppo molte volte mi assillano.Citando Tolkien..."molto di ciò che era si è perduto...", ma una flebile fiammella brucia ancora da qualche parte, debole ma ancora viva.
Stasera ci si dirige anche se come preannunciato, con l'animo un po' malconcio, ad un locale che mi era totalmente ignoto.Partito di buon ora durante il tragitto sbaglio strada e dopo diversi tentativi "post-fantozziani" imbocco finalmente la presunta strada giusta che mi porta ad un parcheggio.
Da lì dopo aver offeso il GPS condendo il tutto con imprecazioni varie scopro che il posto era giusto dietro l'angolo a farsi grasse beffe del sottoscritto.
Il concerto per fortuna non era ancora iniziato e così dopo aver conversato con conoscenti ed amici prendo posto.La sala concerti si trova al piano superiore di un delizioso edificio a due piani.Sono rimasto piacevolmente stupito dal "Principe in Bicicletta", se avrò occasione ci tornerò!Ok cominciamo :

Dopo aver assistito alla registrazione in studio ero curioso di vedere cosa la band avrebbe combinato on stage, se l'affiatamento, la padronanza strumentale e il coinvolgimento fossero aumentati.
Sinceramente non mi aspettavo che in così poco tempo ci fosse un tale incremento.Sapete quell'alchimia speciale che si crea tra le persone ?Quel flusso energetico che lega i musicisti quando suonano assieme ?E' come un viaggio con una partenza ed una fine.Un cammino che gli Ivy Garden Of The Desert iniziano tra di loro combinando gli ingredienti sonori per il loro piatto fumante a base di stoner rock dove convivono aromi pregni di epici squarci pinkfloydiani (Enchanting Odissey, che fa volare come sempre), terremotanti assalti frontali (Viscera, stasera mi sembrava un pochino rallentata ma sempre devastante), illusori salti nel passato (1991) che ricordano a mio parere la scena grunge modello Nirvana.I pezzi presentati purtroppo non sono molti ma ci pensano la diabolica "I" (dall'incedere ai limiti del doom) e la nuova...la nuova...no meglio non dire il titolo per il momento, un pezzo molto interessante con una parte ritmica finale davvero portentosa.
Ottima la risposta di pubblico, la sala era bella piena e non sono mancati applausi di incitamento per ogni canzone.Nulla da dire sulla prestazione tecnica, tutti e tre stanno affilando sempre di più le loro doti.Paolo al basso è il diciamo "matto" del gruppo per le movenze allucinate ma per capire dovreste vederlo e capirete.Alexander oramai è integrato alla perfezione, potente, deciso e vario, un motore perfetto che integrato al basso stende il tappeto perfetto per il cantante Diego che con la sua voce calda (ma che sa graffiare ogni qualvolta serve) e la sua chitarra rappresentano l'ultimo preparativo per il viaggio.Da lì tutto è pronto per trasportare lo spettatore in un tour che ognuno può apprezzare e vivere a modo suo.Nonostante ci sia un velo triste, forse cinico, forse maledetto, ma è una caratteristica che serve a far uscire quel male di vivere che abbiamo dentro ed esorcizzarlo.
E piano piano, ma neanche tanto, si arriva alla fine senza nemmeno accorgersene.Unico neo forse era la chitarra che ogni tanto andava giù di volume ma per il resto gran concerto!!!!
Al prossimo live!!!

Alla prossima compari!!!