martedì 3 dicembre 2013


Reportage Ivy Garden of the Desert - 29/11/2013

Le cose molte volte cambiano, i tempi cambiano, i nostri pensieri anche forse.Ci sono giornate che vedi ovunque problemi su problemi come pure in questo momento.Tutti noi cerchiamo conforto in qualcosa, che sia una spalla amica che sia prendere per mano le nostre passioni e stare in loro compagnia.Fortunatamente all'interno del mio personale arco vitale riesco a trovare sempre qualcosa che attenui quel senso di soffocamento e oppressione che purtroppo molte volte mi assillano.Citando Tolkien..."molto di ciò che era si è perduto...", ma una flebile fiammella brucia ancora da qualche parte, debole ma ancora viva.
Stasera ci si dirige anche se come preannunciato, con l'animo un po' malconcio, ad un locale che mi era totalmente ignoto.Partito di buon ora durante il tragitto sbaglio strada e dopo diversi tentativi "post-fantozziani" imbocco finalmente la presunta strada giusta che mi porta ad un parcheggio.
Da lì dopo aver offeso il GPS condendo il tutto con imprecazioni varie scopro che il posto era giusto dietro l'angolo a farsi grasse beffe del sottoscritto.
Il concerto per fortuna non era ancora iniziato e così dopo aver conversato con conoscenti ed amici prendo posto.La sala concerti si trova al piano superiore di un delizioso edificio a due piani.Sono rimasto piacevolmente stupito dal "Principe in Bicicletta", se avrò occasione ci tornerò!Ok cominciamo :

Dopo aver assistito alla registrazione in studio ero curioso di vedere cosa la band avrebbe combinato on stage, se l'affiatamento, la padronanza strumentale e il coinvolgimento fossero aumentati.
Sinceramente non mi aspettavo che in così poco tempo ci fosse un tale incremento.Sapete quell'alchimia speciale che si crea tra le persone ?Quel flusso energetico che lega i musicisti quando suonano assieme ?E' come un viaggio con una partenza ed una fine.Un cammino che gli Ivy Garden Of The Desert iniziano tra di loro combinando gli ingredienti sonori per il loro piatto fumante a base di stoner rock dove convivono aromi pregni di epici squarci pinkfloydiani (Enchanting Odissey, che fa volare come sempre), terremotanti assalti frontali (Viscera, stasera mi sembrava un pochino rallentata ma sempre devastante), illusori salti nel passato (1991) che ricordano a mio parere la scena grunge modello Nirvana.I pezzi presentati purtroppo non sono molti ma ci pensano la diabolica "I" (dall'incedere ai limiti del doom) e la nuova...la nuova...no meglio non dire il titolo per il momento, un pezzo molto interessante con una parte ritmica finale davvero portentosa.
Ottima la risposta di pubblico, la sala era bella piena e non sono mancati applausi di incitamento per ogni canzone.Nulla da dire sulla prestazione tecnica, tutti e tre stanno affilando sempre di più le loro doti.Paolo al basso è il diciamo "matto" del gruppo per le movenze allucinate ma per capire dovreste vederlo e capirete.Alexander oramai è integrato alla perfezione, potente, deciso e vario, un motore perfetto che integrato al basso stende il tappeto perfetto per il cantante Diego che con la sua voce calda (ma che sa graffiare ogni qualvolta serve) e la sua chitarra rappresentano l'ultimo preparativo per il viaggio.Da lì tutto è pronto per trasportare lo spettatore in un tour che ognuno può apprezzare e vivere a modo suo.Nonostante ci sia un velo triste, forse cinico, forse maledetto, ma è una caratteristica che serve a far uscire quel male di vivere che abbiamo dentro ed esorcizzarlo.
E piano piano, ma neanche tanto, si arriva alla fine senza nemmeno accorgersene.Unico neo forse era la chitarra che ogni tanto andava giù di volume ma per il resto gran concerto!!!!
Al prossimo live!!!

Alla prossima compari!!!

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