domenica 15 giugno 2014


Reportage Freak Valley Festival - 29,30,31/05

"E così partimmo, pieni di fede e di speranza, carichi di odio e freddo acciaio...
Pronti a sacrificare le nostre vite per la salvezza della nostra anima"

Nel cominciare questo lungo reportage mi è subito venuto in mente il brano "Crociata" dei nostrani Rosae Crucis che ben descrive l'epico viaggio che la compagnia formata da 8 compagni (come la ben più nota compagnia dell'anello in fin dei conti) ha intrapreso verso la Germania.Vediamo quindi di descrivere come è andata sperando di non tralasciare nulla.

29/05

Sveglia alle 4:45, tempo di controllare che non manchi nulla e si parte con tutta calma alle 5:15 per Montebelluna, luogo di ritrovo l'abitazione del cantante e chitarrista degli Ivy Garden of the Desert.La band si esibirà al Freak Valley Festival e io come loro "manager" (ma piace definirmi un amico e collaboratore che non manager) non potevo e non volevo mancare.Arrivo presto in loco e quindi dato l'anticipo ci mettiamo a caricare il furgone in attesa degli altri.Un po' alla volta arrivano gli altri 6 (band, fotografa, addetti al merchandise per la GoDown Records) e infine alle 6:15 circa partiamo.
Comincia così un massacrante viaggio che ha portato i  nostri eroi attraverso tre stati ma fortunatamente grazie al buon umore la serenità ha regnato sovrana e la fatica non si è fatta sentire moltissimo.Tra soste, schifezze alimentari, wc improvvisati all'aria aperta e con la musica sempre al nostro fianco piano piano ci avvicinavamo alla destinazione.La stanchezza probabilmente dopo tante ore ha fatto qualche scherzo (in più anche il tempo ci era contro bersagliandoci con pioggia e aria fredda) facendoci sbagliare più volte strada.Tutto ad un certo punto sembrava filare liscio finchè non veniamo fermati dalla polizia tedesca per un controllo di routine.Fortunatamente i due agenti erano anche di buon umore non facendoci perdere troppo tempo (temevamo potessero farci scaricare totalmente il furgone).Ripartiamo quindi per la nostra destinazione.Io personalmente stavo cominciando a crollare psicologicamente dopo le molte ore di viaggio.Finalmente arriviamo nelle vicinanze della destinazione e poco dopo raggiungiamo il paesino Netphen per lasciare i bagagli all'albergo.Si riparte subito dopo per il festival.Arrivati all'area parcheggio (spacciandoci per i Motorpsycho e mi sa che qualche ragazzino addetto all'entrata ci ha pure creduto XD) veniamo accolti dall'addetta di turno che ci dà i pass spiegandoci regole e istruzioni varie.Io non vedo l'ora di andare a vedere i gruppi quindi appena finiamo mi avvio nell'area concerti.Ci tenevo a vedere almeno le ultime due bands e grazie al cielo arrivo al momento giusto quindi iniziamo :

I Papir si stanno esibendo sull'enorme palco del Freak Valley Festival davanti ad un ottimo numero di partecipanti, parecchio numerosi già dalla prima giornata.Il tempo è stato duro nel pomeriggio-sera regalando pioggia e freddo senza risparmiarsi.Non piove al momento ma fa davvero freddo costringendomi a cercare qualcosa di caldo nel mentre che ascolto le peripezie strumentali del trio live.Trattasi di un interessante mix senza nessun ausilio vocale di prog, jazz e stoner.I brani sono tecnici, psichedelici e intricati ed ottimamente eseguiti.Fantastico in particolare il lavoro di batteria, molto vario e dinamico.Una band davvero atipica per questo evento che era devoto a ben altri tipi di sonorità ma sembra siano piaciuti a tanti, me compreso.Intensità più a livello cerebrale che non di stomaco e ciò mi ha incuriosito molto.Ottimi!!!
Tempo di finire la mia cioccolata calda e due waffle appena fatti che ritorno davanti al palco per l'ultima band della giornata.

Si cambia genere con i Radio Moscow altra band in versione trio.Blues/rock'n'roll con parti stoner/psichedeliche.Ci voleva una botta di adrenalina per resistere dopo il viaggio precedente.Energia ed un assalto frontale tipici del rock, melodie blues e delle iniezioni stordenti tipiche dello stoner.Band davvero potentissima che scalda a dovere l'infreddolito pubblico.Anche loro erano tra le mie priorità e non hanno minimamente deluso le mie aspettative donando ai presenti uno show grintoso, grezzo forse ma coinvolgente e deflagrante.Gran bello show!!!

Finito il concerto vado a fare qualche acquisto nella zona merchandise trovando i Papir che non sono scampati alle classiche firme e foto.Mi dirigo poi nel backstage per trovare i Radio Moscow e bere qualcosa in attesa di rientrare a riposare in albergo per la seconda giornata.

30/05

Ancora un po' rintronato dal giorno prima io e il compare di viaggio andiamo a fare colazione prestino per poi ritrovarci con gli altri.Arriviamo quindi di buon ora al festival per sistemare il merchandise.La band è invitata a fare un intervista e nell'attesa chiacchiero con i Solstafir che erano appena arrivati e i The Midnight Ghost Train.Ed ecco che comincia la prima band dopo che si è svolto un piccolo warm up sul palco piccolo con due gruppi locali.

Ecco i Sun Preachers, gruppo che personalmente mi ha procurato più di uno sbadiglio.Un doom rock con qualche puntatina nello stoner e nella psichedelia.Nei brani più lunghi i brani si perdevano senza avere una direzione precisa e quelli magari più brevi non avevano un gran mordente.I Black Sabbath aleggiavano intorno alla band come pure in molte altre del festival.Esecuzione scialba, una voce grezza e alcolica ma senza calore e trasporto e che puntava solo a sbraitare e basta.Si salva poco.Forse non erano al massimo della forma e i volumi non certo ottimali non hanno aiutato molto.Sarà per un altra volta.10 e lode per la simpatia dimostrata nel backstage a notte fonda!!!

Andiamo avanti con gli Ivy Garden of the Desert, unica band italiana della lineup del Freak Valley Festival.
Prima di iniziare si raduna un numero inaspettato di curiosi che aumenteranno notevolmente durante il concerto.I suoni stavolta pompano alla grande e hanno contribuito notevolmente all'esibizione.Passerò per il ruffiano se parlerò di un concerto fantastico, il migliore della loro carriera bla bla, quindi vediamo di analizzare il tutto in maniera obiettiva.Il trio è sicuramente carico e in forma e offre un ottima performance dal punto di vista tecnico.La setlist ha privilegiato i brani più ipnotici, oscuri e psichedelici.Il loro stoner darkeggiante con deviazioni su sentieri prog, grunge e psych oggi ha deciso di insinuarsi lentamente nei timpani degli spettatori come una serpe, come un amplesso morboso...un pachidermico muro di suono fluttuante scandito da una sezione ritmica stordente atta a massificare l'oscurità.La voce e le chitarra tendono a restare nascoste dentro al buio anzichè ergersi a protagonisti.Un orgia contorta di suoni, sussurri, tuoni e scariche orgasmiche.Ritmiche e pezzi sicuramente non di facile presa ma che convincono pienamente il pubblico ipnotizzandolo e strappandolo da terra.Personalmente avrei preferito qualche brano più potente e d'impatto equilibrando parti veloci e lente.Altra nota che devo dire è che la band tranne le movenze folli del bassista Paolo è si è mossa molto poco.Avrei preferito un po' di azione, più incitamento, più movimento.Il finale ad opera del batterista Alexander è stato epico come pure tutto il suo lavoro durante lo show e gli altri non sono stati da meno.Un errore è scappato durante Enchanting Odissey ma è un granello di sabbia in confronto a uno show che ha dimostrato tutto il valore di una band che può dare molto.Uno dei gruppi più validi ed originali del festival senza dubbio.Troppi cloni si sono succeduti in seguito e pure molte delusioni.Auguro loro il meglio, se lo meritano!!!

Tempo di ricaricare tutto sul furgone che andiamo a vederci i The Midnight Ghost Train.Dopo lo show superlativo al Mattorosso di Montebelluna mi aspettavo fulmini e saette, invece...invece lo stoner metallizzato annegato nel blues ad opera del trio esce impietoso dalle casse.I suoni sono davvero osceni privando il sound di quell'energia di cui la band è capace di sprigionare.Il gruppo sul palco è aggressivo, caldo ma le movenze sono sempre quelle e magari per chi li ha visti viene a mancare l'effetto sorpresa.Davvero un peccato assistere ad uno show privo di mordente dove se gli americani avessero avuto suoni migliori sarebbe stato molto meglio.Dopo pochi brani non sono riuscito ad andare avanti nell'ascolto.Spiacente ma stavolta non ci siamo.

Le due bands successive le ho seguite poco girando per le bancarelle di cd (pochissime, troppo) e curiosando nel backstage e in tutte le aree che di solito mi erano ignote.Ero molto curioso di vedere e scoprire cosa accadeva dietro il palco.Fonici, tecnici, musicisti, organizzatori vanno avanti e indietro di continuo senza fermarsi.Nell'area ristoro c'erano praticamente tre aree.Una tipo salotto con free drink continuo per tutti e potevi bere fino a distruggerti.C'è poi un area dove si mangia con i buffet che venivano spazzolati di continuo e se non ti presentavi in orario anticipato rischiavi di non trovare nulla.Infine c'era la stanza per le bands che volevano stare in intimità e di solito erano quelle più grosse che non volevano essere disturbate.Per il resto a parte fumare, ingozzarsi di cibo, fumare e chiacchierare i gruppi non facevano altro.Era stupendo essere lì in mezzo e assistere alla vita quotidiana dei musicisti e poterci parlare.

Andiamo avanti con un altra sorpresona del festival ossia i Mothership, ennesimo trio americano se non erro che spara uno stoner/rock'n'roll con un tiro pauroso ed un energia ad altissimo voltaggio.Si scatenano di continuo non stando fermi un attimo.Su internet non sembravano il massimo ma on stage hanno polverizzato ogni dubbio con un attitudine molto alla Motorhead e mostrando i muscoli anche sui brani più lunghi non annoiando mai e risultando sempre coinvolgenti dall'inizio alla fine.Tecnica e potenza al massimo.Grandissimi davvero, non mi aspettavo un concerto del genere.Ottimi anche i suoni!!!Fantastici!!!

Segue un altra band che già conoscevo.Già nell'area ristoro ci eravamo ritrovati a chiacchierare e non volevo perdermeli e quindi ecco i Blood Ceremony.Nel gruppo di viaggio sono piaciuti solo a me e aggiungo che sono stati ancora meglio della serata al New Age di Roncade godendo di suoni eccellenti e offrendo una prova assolutamente ottima.Tutti e quattro hanno sfoderato una prestazione sopra le righe sia che si trattasse della bravissima cantante/flautista che degli altri musicisti.Mi sono goduto il concerto da dietro il palco osservando ogni loro movimento e anche andando davanti allo stage.Doom-folk sicuramente non originalissimo ma sinceramente poco me ne importa.Mi hanno emozionato tantissimo grazie al giusto mix di melodie folkeggianti/oscure e di schitarrate lente e tenebrose.Musica per palati raffinati che purtroppo piace a pochi ma a vedere molti tra il pubblico hanno gradito.Fantastici, non ve li perdete se vi piace il genere!!!

Dopo aver salutato la band vado all'area merchandise per salutare i Mothership.Qualche altro acquisto e cominciano i Wo Fat, band stoner-doom che a mio avviso non entusiasmano.Le solite ritmiche, i soliti clichè proposti da una valanga di gruppi.Loro non escono più di tanto dagli schemi proponendo un lotto di canzoni di buon impatto con assolo anche interessanti e qualche accelerata per rendere più dinamiche le lente composizioni.La voce era lurida e sgraziata al massimo, perfetta per il sound ma a me non è piaciuta per niente.Concerto che mi ha lasciato indifferente.Mi aspettavo di meglio.Andiamo avanti.

Proseguiamo ora con i pezzi grossi di questa giornata.Primi fra tutti i Solstafir che rivedo con piacere dopo il loro concerto al Lo-FI assieme ai Long Distance Calling.Suoni splendidi e atmosfere a mille, così potrei descrivere il loro show.Fanno un genere decisamente particolare e sono un po' come dei pesci fuor d'acqua in questo festival ma a quanto pare molti erano interessati.Eterei ,melodici con il loro doom/post rock psichedelico un piccolo tocco di stoner hanno davvero fatto sognare con un esibizione sicuramente superiore al disco.Prestazione sicuramente eccellente.Tutti i musicisti erano concentrati ed impegnati più che mai a far parlare la musica.Peccato per quel suono di batteria plasticoso e soffocato che ha colpito diverse altre bands.Un altro dei picchi della giornata.Maestosi!!!

Torno nel backstage per riposare un pochino e fare qualche incontro come i Blues Pills e i Truckfighters che si sarebbero esibiti a breve.Vi racconto un anedotto ossia il bassista che un ora abbondante prima dello show non ha fatto altro che correre attorno all'edificio per le bands per tenersi in forma ed ha continuato fino a un minuto prima dell'inizio della loro esibizione.Nutrivo molte aspettative per il loro concerto e diciamo che non sono state tradite.Stoner e basta ?Beh non esattamente.Partirono da quel genere (Desert Cruiser proposto anche stasera ne è un esempio) ed in qualche modo sono sempre quelli ma uno dei loro pregi è il riuscire a variarlo senza perdere la loro strada.Cercano di avere una loro originalità variando le canzoni.Durante la setlist ci sono stati sempre dei momenti che mi hanno tenuto fermo ad ascoltare con attenzione restando gratificato da ogni melodia o passaggio strumentale.Rimanendo dietro al palco potevo notare ogni singola cosa e non vi nascondo che ci godevo molto.Finalmente potevo essere a contatto con la musica live in ogni più piccola cosa.Altro show davvero succoso con i tre musicisti che non stavano fermi un attimo (in particolare il chitarrista sembrava l'Angus dello stoner).Altra curiosità è stata la presenza del batterista vecchio in quanto quello nuovo ha sostituito il batterista dei Blues Pills che a poco sarebbero saliti sul palco.Ottimi!!!

Ed eccoci al finale.Fa sempre più freddo ma resistiamo per vedere all'opera la next big thing, la nuova rivelazione musicale finita subito sotto l'ala protettrice della Nuclear Blast.I Blues Pills, giovane e tecnicamente dotato quartetto con all'attivo praticamente un paio di EP salgono on stage.Emerge chiaramente che questi ragazzi sanno suonare benissimo e la cantante si rivela dotata di un ugola splendida ma quello che mi lascia perplesso è che siano finiti così presto ad abbracciare la fama.Si sono bruciati la gavetta e temo che le aspettative verso di loro saranno talmente alte che finiranno molto presto la loro corsa.Considerazioni a parte il soul/blues incrociato con il prog degli anni 70' (seppure con diverse influenze pop) è decisamente godibile e piacevole e canzoni come la mega hit Devil Man fa la sua figura.Non ci troviamo davanti ad un originalità prepotente ma comunque la musica permette di passare dei momenti ma purtroppo nulla di più per il momento.E' troppo presto per farsi delle piene opinioni in merito a tutto ciò.Quello che hanno visto tutti ha convinto su alcuni fronti e lasciato straniti in altri.Ci vorrà tempo per vedere se davvero questo gruppo avrà le carte in regola per sfondare oppure no.Promossi per ora.

Si sta facendo tardi quindi dopo un altra chiacchierata in area relax ce ne torniamo in albergo a riposare per l'ultima giornata.

31/05

Dopo la colazione ci vuole una bella passeggiata rinfrescante data la prima bella giornata di sole che troviamo.Un giretto nel piccolo paesino per fare qualche spesa in tranquillità ci voleva proprio.Nel supermercato trovo poi una panetteria stile "1000 e una notte" che mi "obbliga" ad acquistare una fetta di torta appena fatta che mi dà una bella botta di energia.
Tempo di girare un altro po' il paesino che siamo nuovamente pronti per tornare al festival per l'ultima giornata.

Arriviamo in tempo per vedere la seconda band in cartellone ossia uno dei gruppi che più tenevo a vedere ossia gli Zodiac, band che vede alla batteria lo stesso picchiatore dei Long Distance Calling.Non sapevo bene cosa aspettarmi da questa band e a fine del loro show (corto purtroppo) ho pensato "WOW".Il quartetto in questione giocherella molto con i generi mescolando rock'n'roll, pop, stoner, metal, prog 70' e piccole dosi di post-rock.Questa fusione porta ad un sound magicamente sia orecchiabile che tecnico che intenso.Le canzoni scorrono fluide e cristalline come l'acqua su un tappeto tastieristico che enfatizza il lato melodico.Le chitarre infarciscono partiture varie senza risultare pesanti o indigeste ma concedendosi bordate metalliche a sorpresa quando serve.Ottimo anche l'uso della voce, mai banale e lontano dai classici stereotipi e capace di emozionare con un timbro caldo e avvolgente.Sezione ritmica perfetta che sorregge egregiamente il lavoro di tutto il gruppo.Davvero una sorpresa!!!Grandissimi.

Dopo lo show vado a salutare la band anche per rivedere il batterista che mi saluta ricordandosi del giro per Milano assieme a me.Seguono poi gli Øresund Space Collective, bizzarro gruppo di cui ci si ricorderà più che altro per l'abbigliamento freak, in particolare quello di uno dei componenti ribattezzato Gesù.Qui si parla di viaggi spaziali e ultra psichedelici, non c'è assolutamente altro.Musica sballata per sballarsi sotto qualche effetto da droghe allucinogene.Nessun ritornello o parti memorizzabili ma solo un continuo tempestare di note acide e squilibrate all'apparenza forse senza senso.Personalmente questa psichedelia fine a se stessa non mi ha detto nulla.Dopo pochi pezzi ho preferito farmi un giro.Magari di notte con un uso più interessante delle luci sarebbe stata tutta un altra cosa.Passiamo oltre.

Si cambia genere con un altro trio deflagrante ma non abbastanza a nome Mos Generetor.Diciamo che vocalmente mi son piaciuti parecchio e si trovano diciamo a metà tra i Mothership e i Wo Fat privi del tiro dei primi e non abbastanza catacombali come i secondi.Vocalmente molto validi e anche a livello di presenza on stage mi son piaciuti ma le canzoni non mi hanno preso particolarmente.Il loro stoner metallizzato è piacevole ed energetico ma molte volte dopo la botta iniziale perdeva di mordente e i ritornelli erano poco coinvolgenti.Anche da loro mi aspettavo di più.Sarà magari per un altra volta.

Ci concediamo una pausa ed una cena anticipata prima che gli avvoltoi prendessero d'assalto il buffet e si spazzolassero tutto.Torniamo davanti al palco per vedere all'opera i blasonati Samsara Blues Experiment.Dopo qualche brano mi chiedo di continuo come tale band possa essere così portata sul podio.
Anche qui siamo sullo stoner immerso in un blues ultra rallentato e distorto.Da quel che ho capito hanno cambiato ancora formazione e ora sono un trio.Freddi, distaccati, privi di emozione, il gruppo fa calare una certa oscurità sul freak ma personalmente mi hanno annoiato a morte specie quando il cantante ha cominciato ad intonare le strofe.La sezione ritmica faceva il suo senza mettere in mostra chissà quali doti e la chitarra era il classico duo distorsione/lentezza.Non ci siamo proprio!!!

Comincia a farsi sentire la stanchezza accumulata ma proseguiamo con gli Elder, altra band su cui notivo aspettative molto alte in quanto sentendo i pezzi su disco o youtube avevo l'idea di una musica visionaria, epica e allucinata al punto giusto.La realtà si è dimostrata poco piacevole dato che i pezzi sono risultati di una piattezza enorme.Le badilate chitarristiche dopo l'effetto iniziale di ogni canzone perdevano mordente e l'effetto diventava soporifero ed il resto dei musicisti non spingeva a dovere il sound per renderlo più energico.Altro punto debole la voce che dal vivo era priva della magia presente su disco.Il loro doom-stoner psichedelico visto nell'ottica live è stato un disastro.Non so se magari la giornata anche per loro non fosse buona ma per me è stato l'ennesimo fallimento, troppi in questa giornata a mio parere!!!

Ci voleva una band con gli attributi per risollevare questa giornata ossia gli immensi Motorpsycho.Non mi spiego il motivo per cui abbiano aggiunto una quarta persona dato che in tre erano perfetti quando li vidi anni prima al New Age di Roncade.Qui le cose rispetto alle band precedenti cambiano notevolmente fin dalla tecnica che qui raggiunge livelli sublimi.Impossibile non rimanare affascinati da tanta bellezza musicale che ingloba prog, psichedelia ed un pizzico di stoner.Mettono i sogni in musica raccontando storie senza bisogno di parole e quelle poche volte dove le voci intervengono si rimane comunque estasiati soprattutto dall'efficace uso dei cori (stasera però i microfoni non erano ben bilanciati).Classe e raffinatezza a livelli industriali, forse anche troppa per un popolo musicale che preferisce schitarrate acide e bassi a livelli inverosimili ma molti hanno gradito.Lo show forse è durato anche troppo e dato che la loro musica non è molto movimentata ma si basa molto sull'atmosfera e sull'evolversi continuo di brani molto lunghi ed intricati, il ciò ha messo a dura prova un po'tutti ma in ogni caso ne è valsa la pena.Enormi!!!

E arriva il turno dell'ultimo gruppo ossia un altra band trattata come se fosse la speranza musicale del futuro, i Kadavar.Buona prestazione sul palco del trio mescolante doom settantiano (Black Sabbath ovviamente) con il rock'n'roll e lo stoner.Godibili, energetici anche, coinvolgenti a buoni livelli e anche tecnicamente non erano affatto male ma mancava quella magia, quel fuoco ardente che li rendesse speciali, che li rendesse unici.Alla fine anche per loro le composizioni sanno di un continuo già sentito.Originalità praticamente assente e a moltissimi sembrava davvero che le cose andassero bene così.Io però non mi accontento di così poco ma pretendo che un headliner arrivi a farme arrivare a quell'orgasmo che in pochi riescono a darmi.Loro non ci sono riusciti.Vedremo se ci sarà occasione in futuro ma per il momento non fanno per me.

E così si conclude il Freak Valley Festival.Il giorno dopo ci facciamo una bella foto davanti al cartello del Freak e ritorniamo verso casa con i cuori gonfi delle emozioni che ci hanno lasciato questi giorni e dispiaciuti di dover lasciare così presto la Germania.Sembrava ieri quando eravamo arrivati.Un ringraziamento speciale agli Ivy Garden of the Desert per avermi permesso di fare questo viaggio con loro e ai nostri compagni di ventura (Thomas, Alberto, Alessio ed Enrica).Grazie a tutti davvero di cuore per tutto!!!!

Alla prossima compari!!!

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