mercoledì 19 febbraio 2014


Reportage L'Alba di Morrigan + Mugaen - 05/02/2014

Da parecchio tempo ci stavo lavorando a questo evento e con orgoglio posso scrivere che dopo un innumerevole tempesta di mail, telefonate, contatti con non so quante persone, discussioni su facebook fino a ore tarde, richieste e invio materiale via web ecc.ecc.ecc. ho fatto in modo di organizzare questo live.In diversi mi hanno chiesto : "Quanto o cosa ci hai guadagnato ?" Assolutamente nulla, anzi no, qualcosa sì ma non è nulla di materiale...la consapevolezza di essere riuscito a portare delle bands a suonare dalle mie parti e trasmettere qualcosa alle persone che (per un motivo o per un alto) erano presenti al concerto.Vedere nei giorni precedenti la pubblicità dell'evento al locale, il completare l'organizzazione piano piano, veder crescere tramite i propri sforzi qualcosa a cui tieni particolarmente.Sarò considerato un idiota che fa fatica per nulla, che a questo mondo non si fanno le cose senza avere nulla in cambio...beh personalmente me ne sbatto di quello che l'ascoltatore medio abituato ad ascoltare musica solo in mp3 o vedere tributi e cover può pensare, e nemmeno mi interessa essere snobbato perchè non ci ho lucrato sopra.La passione signori, è ciò che prima di tutto deve smuovere gli animi, poi viene il resto.E' forse un mio primo passo verso qualcosa di nuovo anche se è sfocato al 99% ma chissà...
Con dispiacere finisco il turno alle 20 di sera quindi mi cambio in tutta fretta e parto sparato verso il Mattorosso a Montebelluna.
Entro e prima di mettermi a mangiare vado a salutare la band di supporto che si sarebbe esibita poco dopo.
Tempo quindi di cenare in compagnia di amici (un saluto anche a Jakob bassista degli Elvenking che era presente ma non ho fatto in tempo a salutare) che si comincia :

Cominciano 4 ragazzi da Vicenza ovvero i Mugaen interessante combo autore di una pregevole combinazione di jazz, elettronica e rock/metal con voce femminile.Molto tempo è passato da quando li vidi la prima volta in azione sul palco quando supportarono i Teodasia al New Age di Roncade.Mica mi immaginavo un così notevole miglioramento.Tutti i componenti della band hanno subito una notevole evoluzione tecnica che ora li porta a districarsi senza problemi tra gli intricati meandri delle loro ardue composizioni.Giuseppe alla chitarra ha indurito il suo stile rendendolo più potente e dinamico avventurandosi in territori molto vicini a Steve Vai e Joe Satriani ma con un tocco più metallico e pesante.Kim e Giuseppe rispettivamente batteria e tastiere/elettronica creano un creativo susseguirsi di situazioni in cui le note sembrano smarrite tra melodie visionarie/eteree su ritmiche schizzoidi ma in realtà c'è tutto un preciso schema dietro a tutto.Avvicinarsi a loro non è semplice, lo ammetto anche io, bisogna dedicargli (come a tutte le cose) tempo e la giusta dose di attenzione.Arriviamo ora alla voce di Sara, giovanissima cantante ma che ha le carte in regola per far vedere che anche in Italia abbiamo ugole di rispetto.Dopo qualche pezzo la ragazza si scalda e fa quello che molte colleghe ostentano, canta!!!!Pure per lei i miglioramenti si sentono, ora la voce pur ancora non del tutto originalissima è più potente/piena e allo stesso tempo dolce/carezzevole con una leggera sfumatura soul.Al momento la band sta lavorando al debutto quindi i pezzi suonati non sono molti e vengono perlopiù pescati dall'unico Ep (se non sbaglio) per ora pubblicato.Rispetto alla volta scorsa le canzoni vengono poste sotto una luce diversa ossia irrobustite e rese più accattivanti facendo risaltare al meglio le qualità del quartetto.La strada intrapresa è quella giusta.Continuate così!!!!

Ed eccoci alla seconda band che vedere sul palco dopo tanta fatica ripaga da tutti gli sforzi.Direttamente da Torino ecco on stage L'Alba di Morrigan.Mi ricordo ancora quando lessi per caso il loro nome su di una rivita.Da lì non li mollai più e per uno strano scherzo di coincidenze li ho conosciuti di persona, strana la vita.Il quartetto aveva previsto una setlist davvero particolare che avrebbe combinato brani acustici ed elettrici ed invece la scaletta è stata a sorpresa stravolta.Gli affezionati sostenitori della musica indipendente (non eravamo moltissimi ma gli applausi di incitamento e apprezzamento si sono sentiti eccome) hanno assistito ad un concerto totalmente elettrico il cui inizio mi ha sorpreso non poco.La band propone come primo pezzo una cover irriconoscibile dei Manowar che riesco a riconoscere solo dal testo in quanto le atmosfere vichinghe/epice del brano originale (The Crown and The Ring) qui lasciano spazio a melodie malinconiche/autunnali.Tutti gli altri brani (compresi medley e una versione di The Number of the Beast mai sentita prima d'ora) seguiranno la luce accesa dal primo brano e ne diventeranno dei pianeti come se fossimo al cospetto di un sistema solare smarrito nelle profondità della galassia sonora.
Come prevedibile viene saccheggiato il disco di debutto The Essence Remains.Io ho voluto deliberatamente evitare di ascoltarlo su internet per godermi al meglio i brani dal vivo.E fu così che iniziò una vero e proprio viaggio musicale intriso di poesia, epicità e melodie da pelle d'oca.E' come se convivessero insieme gli ultimi Anathema, i Katatonia e direi anche gli Alcest con un pizzico di aggressività in più e un senso melodico mediterraneo carico di fascino e mistero.Il loro post-rock venato di atmosfere tristi, forse tragiche, sofferenti viene enfatizzato da robuste iniezioni metalliche dosate con il contagocce che amplificano quel senso di speranza accecata dal dolore.La formazione vede un nuovo batterista e l'aggiunta di un secondo chitarrista (il fratello del cantante chitarrista Hugo).I suoni perfetti permettono di assaporare al meglio ogni finezza ed ogni più piccolo particolare, sia esso un arpeggio (favolosi gli intrecci tra le chitarre), scintille ritmiche di basso (altra perla) oppure le interessanti incursioni vocali (peccato per i cori con volumui troppo bassi).E' uno dei concerti cui vorresti non finissero mai perchè finisci con il sentirli così sotto la pelle che quando finiscono hai come l'impressione di aver perso qualcosa di prezioso.Il bis era assolutamente d'obbligo e quindi a sorpresa viene suonato un pezzo con cantato in italiano a titolo Lilith, chiaro esempio di come la lingua italiana possa disegnare paesaggi che con l'inglese non sarebbe possibile.
Mistici ed emozionanti come pochi!!!!Concertone!!!!

A fine concerto non sono mancati abbracci e foto ricordo con la promessa di rivedersi al più presto.
Consiglio agli assenti ingiustificati di non perdersi tale meraviglia la prossima volta!!!!
Grazie al Mattorosso per aver permesso lo svolgersi dell'evento e grazie a tutti i presenti!!!!

Alla prossima compari!!!

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