domenica 2 febbraio 2014


Reportage Ivy Garden of the Desert + Alabastrum - 25/01/2014

Curioso come ci siano dei cambiamenti continui nelle nostre vite, molte volte purtroppo per quel che mi riguarda in peggio, raramente in meglio.E questa situazione, questo continuo sù e giù, non mi permette di godere pienamente degli eventi piacevoli che mi capitano.In qualche maniera più o meno intelligente ci si rimbocca lo stato d'animo e si cerca di guardare oltre quel confine che separa il pessimismo da quella luce che ci aspetta dall'altra parte.Non sappiamo se la troveremo ma proviamo comunque a cercarla.
E stasera riesco perlomento a sfiorarla per un attimo e come ricompensa ottengo un pochino di soddisfazione e orgoglio personale.
Oggi si svolge il primo concerto organizzato in tutto e per tutto dal sottoscritto e mi auguro ce ne possano essere altri prima possibile.
Dopo aver finito l'ennesimo turno osceno di lavoro mi dirigo verso la meta stabilita e come immaginavo sbaglio strada e finisco in mezzo alla campagna.Dopo finalmente aver capito dove accidenti mi trovavo torno sui miei passi ed imbocco la giusta via verso il centro del paese (indicata da un maledetto cartello visibile ai livelli di un UFO).Dopo diversi minuti intravedo il locale, parcheggio e mi dirigo all'entrata passeggiando per la piazza praticamente deserta neanche fossimo in qualche film horror.
Il pub da quello che so è uno di quelli più tenaci e storici della zona ed esiste da parecchi anni.Decisamente confortevole e caldo, il posto offre sicuramente ogni più piccolo dettaglio per passare una bella serata.
Le band si stanno rifocillando e rilassando per dare il meglio.Tempo quindi di chiacchierare ed assicurarmi che tutti siano a loro agio e siano stati trattati al meglio che lo show comincia.

Cominciano gli Alabastrum da Montebelluna, giovanissimo quintetto alfiere di un certo modo di proporre il power sinfonico.Già li vidi di supporto ai Kaledon ma volevo risentirli con suoni migliori e in altre circostanze per confermare meglio quanto di buono avevano da proporre.Stasera si sente ottimamente (forse la chitarra avrebbe meritato dei volumi migliori dato la potenza si perdeva un pochino per strada) e permette di godere appieno del sound della band.I ragazzi prediligono molto l'atmosfera anzichè la velocità assumendo un approccio più prog alle canzoni.Niente scale stile salto nell'iperspazio ma un accurato disegno sul pentagramma che delinea diverse sfumature...aperture sinfoniche, melodie folk, passaggi metallici senza comunque essere troppo pesanti, inserti vocali (davvero ottimi stasera) che giocavano sull'interpretazione piuttosto che sulla potenza a tutti i costi.Lo show è filato via ottimamente con una più che buona prestazione di tutti i musicisti.
Una realtà musicale che racchiude dentro di se molte idee e potenziale.Sono davvero curioso di vedere come sarà la loro evoluzione.
Molti tra il pubblico hanno gradito e questo non può fare altro che piacere!!!Bravissimi!!!A presto sicuramente!!!

La stanchezza mi sta facendo addormentare quindi mi faccio due passi e decido di vedere la seconda band in piedi.Ora si cambia totalmente genere ma di sicuro non la qualità nonostante il cantante e chitarrista Diego non sia in ottima forma (le influenze girano di continuo ultimamente).Che dire del trio chiamato Ivy Garden of The Desert ?La band montebellunese (non è proprio esatto ma diciamo che la base è lì) è autrice di un personale stile che guarda al passato, lo analizza, lo studia ma come fosse una sorta di studente ribelle tiene a mente solo le cose che gli interessano e il resto lo dimentica o meglio ne crea una visione distorta.Anche stasera lo stoner dei ragazzi piomba sugli spettatori (devo dire molto curiosi, ho notato più di uno che veniva ad ascoltare lo show), uno stoner rock che pur rimanendo ancorato all'antico oceano del passato colmo di ondate distorte e schianti contro scogli colmi di schiuma si prende la libertà di invadere altri oceani avvelenandoli  e modificando il loro dna.Durante lo show si possono sentire echi malinconici (una delle caratteristiche che li rende riconoscibili) dettati dal cantato, psichedelia contorta ed oscura che arriva dal primo ep, la durezza grunge del secondo ep (Viscera sarebbe dovuta essere suonata nei bis ma purtroppo l'influenza non lo ha reso possibile) e quell'acido prog/doom tratto dal terzo ep.Ci sono tanti elementi nel loro sound e come sempre vi invito qualora poteste ad assistere ad un loro concerto così vi farete un idea.
Durante il concerto ho notato più delle altre volte una particolare intesa basso/batteria, sembrava che ognuno fosse il prolungamento dell'altro, credo sia proprio la prima volta che vedo un tale affiatamento, una sorta di pazzia strumentale animava entrambi e ha reso il tutto più folle e interessante.

Davvero una serata fantastica!!!Ringrazio nuovamente gli Alabastrum per aver aperto la serata, i fratelli Ivy Garden of the Desert e il Britannia Pub per l'eccellente trattamento!!!!

Alla prossima compari!!!

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