sabato 22 febbraio 2014

 

Reportage Ulver + Rise Above Dead - 15/02/2014

E arriva il giorno della partenza.Terzo ed ultimo concerto della trilogia musicale iniziata due giorni fa.Con poche ore di sonno sul groppone agguanto zaino e valigia e verso le 7 di mattina sono in stazione in attesa del primo treno che mi condurrà a Padova.Fa un freddo allucinante e l'osceno quoziente intellettivo degli pseudo-studenti che ho vicino non sono di buona compagnia.Preoccupato che la maledetta Trenitalia non mi facesse brutti scherzi arrivo a destinazione e dato che avevo un pochino da aspettare mi fiondo al bar per trangugiare con violenza due brioche e prendere il treno successivo, la freccia per Milano Centrale.
Anche qui fortunatamente tutto liscio, il viaggio procede come previsto.Appena scendo vado subito al binario dove mi aspetta il fortunatamente ultimo treno per la mattinata ovvero quello per Monza.Una volta tanto evito la confusionaria metropolitana per concedermi un ultimo rilassante tratto di strada in comodità (o quasi almeno).E alla fine eccoci a Monza, ci siamo quasi.Mi tocca aspettare un bel po' perchè arrivi l'autobus per Mezzago (vergognoso lo stato sia della stazione che della fermata del bus).Comincio a pensare che non arriverò mai dove devo andare, le gambe stanno cominciando a cedere ma tengo duro.Dopo un eternità finalmente arrivo alla fermata giusta ma con orrore scopro che mi aspetta un ulteriore pezzo di strada a piedi rispetto all'ultima volta che ero stato qui.Quindi piano piano stremato dal viaggio mi trascino per tutto il paese, attraverso una solitaria strada di campagna, la zona industriale ed infine il cartello Sulbiate mi fa tirare un sospiro di sollievo.L'ingresso all'agriturismo Brugarolo sembra quasi un miraggio.Mentre passeggio nel viale butto l'occhio vicino all'entrata principale e capisco che ci sono degli "ospiti speciali" data la presenza di due furgoncini sospetti.
Incontro dopo tanto tempo il mitico Paolo (persona fantastica come poche) che mi dà le chiavi della camera e mi svela l'arcano riguardo a quello che avevo visto prima.Mi riposo un attimo in camera e riesco pure a mettere sotto i denti dell'ottimo affettato, pane e una deliziosa insalata con zucca, melograno e miele.Il tempo è ancora nuvoloso ma faccio comunque due passi per curiosare in giro (mi ricordavo ci fossero cavalli e animali vari quindi mi dirigo verso le stalle) e nel tragitto vedo in lontananza tre figuri che si aggirano per l'area e avvicinandomi mi accorgo che sono Daniel, Ole e Anders degli Ulver (Ole si ricordava pure di me da Parma).Passiamo un pochino a chiacchierare e ridere finchè non è ora per loro di preprararsi per il soundcheck.Mi incammino verso la camera e sento dei passi dietro di me, mi giro e mi trovo a fianco Garm il cantante e poco dopo il resto della band.Tempo di farci due parole e una bella foto di gruppo che me ne ritorno in camera a riposare fino a sera.
Tempo di prepararsi, trovarsi con amici di lunga data e si riparte per cenare.Consigliatissimo il ristorante a due passi dal Bloom chiamato "All'Antico Borgo" gestito da Giuliano, vi assicuro che si mangia benissimo!!!
E finalmente entriamo al locale.Prima tappa al piano superiore per vedere la prima band.Si tratta di una sala utilizzata per proiettare film su schermo e l'atmosfera è decisamente più evocativa del palco degli headliner.
Poche luci, buio e si inizia :

Iniziano quindi i Rise Above Dead, quartetto strumentale nostrano.Se non ricordo male li avevo già visti ma dato che mi interessava comunque vederli mi sono goduto tutto lo show.L'atmosfera della sala è stata la cornice ideale per il sound oscuro e apocalittico della band.Stasera il gruppo a sorpresa suona in versione strumentale facendoci precipitare in un buco nero immersi in un turbine di sofferenza, rabbia e depressione.Il loro post-metal che profuma di Neurosis trafigge l'anima come una lama invisibile e lacera il corpo piano piano scandendo ogni colpo con ferocia mentale.Il set dura quanto basta per catturare i numerosi presenti e curiosi accorsi intorno all'improvvisato palco.La sensazione è quella di liberazione pur credendo di trovarsi in un mondo in rovina, le chitarre ne sono un chiaro esempio; distruttive, tristi e pessimiste che concedono solo pochi istanti a deboli melodie arpeggiate per poi ricominciare a urlare nere note buie e oscure.La sezione ritmica martella senza sosta sfuttando momenti intricati mescolati a momenti di devastazione pura.Il tempo sembra essere rallentato, si avvolge su se stesso contorcendosi mentre il suono deflagrante dei ragazzi si affievolisce sempre di più fino a lasciare il vuoto seguito poi da calorosi applausi.Grandissimi!!!!

Scendiamo al piano terra e troviamo parecchia gente ma riusciamo a farci strada tra la folla e ci appostiamo a lato del palco per vedere meglio.Ed eccoli, i Lupi del nord, gli Ulver salgono poco a poco sul palco accolti da un pubblico in totale adorazione.E stavolta le carte vengono nuovamente mescolate, smembrate e gettate sul fuoco.Io personalmente non sapevo cosa aspettarmi da questo concerto, o meglio qualcosa loro mi avevano anticipato ma non credevo sarebbe stato uno spettacolo così particolare in quanto è stato eseguito una sorta di mix tra brani propri e jam session gonfie di improvvisazione e sperimentazione.Da quel che mi è stato detto da Daniel i pezzi suonati erano England (da War of the Roses), Dressed in Black (da Blood Inside), Doom Sticks (da A quick fix of melancholy EP), Glamour Box (da Messe I.X--VI.X), Tomorrow Never Knows (da Perdition City), Nowhere/Catastrophe (sempre da Perdition City) e strani miscugli tra cose nuove e come detto prima delle jam.
Le canzoni eseguite comunque sono state allungate rendendole ancora più visionarie e mistiche delle originali.Rispetto ai concerti a Parma il gruppo ha puntato molto su delle sonorità psichedeliche dall'incedere lento.Un altro nuovo viaggio che stavolta ha esplorato territori spaziali pregni di mistero anzichè cercare un rapporto con il divino.C'è comunque alla base una ricerca spirituale ma come approccio direi che la band ha cercato di trasmettere al pubblico delle sensazioni nuove che portassero a trovare qualcosa dentro di ognuno di noi.Quindi bastava chiudere gli occhi e poi loro facevano da ponte verso un qualche Valhalla, uno stato mentale che ci permettesse di comprendere meglio chi eravamo.Magari sarà una chiave di lettura errata ma personalmente io ci ho visto questo.La formazione di stasera è nuovamente cambiata e vede oltre al sempre presente Garm alla voce/elettronica (peccato che anche stavolta abbia cantato poco o niente), Daniel O' Sullivan (basso e chitarra, questo ultima usata poco purtroppo), Ole Alexander Halstengard (elettronica), Tore Ylwizaker (elettronica, tastiere), Anders Moller (percussioni, sfruttate magnificamente) e Ivar Thormodsæter dei Turbonegro se non sbaglio (batteria) a completare il combo.
Tutti i musicisti hanno svolto un eccellente lavoro emozionando tutti i presenti seppur non concedendo per nulla spazio al primo periodo della band, quello più black/pagan metal, ma oramai quel periodo è passato e non appartiene più alla loro concezione musicale ma chissà che un giorno non possano cambiare idea.
Concludendo posso dire che gli Ulver stasera hanno offerto uno spettacolo che ha ricalcato le orme di un altra band e in particolar modo mi ha portato alla mente uno show speciale chiamato Live At Pompeii (non credo serva menzionare chi era il gruppo in questione).
Lo show piano piano si spegne riportandoci alla realtà quotidiana interrompendo un sogno reale che nessuno voleva finisse.Timidamente la band si congeda concedendo poi un paio di bis e lasciando definitivamente il palco in maniera altrettanto introversa.Neanche mezzora dopo erano tranquilli a smontare la strumentazione e disponibili con chiunque volesse.Anche stavolta sono riuscito a salutarli nel backstage ringraziandoli uno ad uno per la gran serata che non poteva essere migliore di così.

Dopo aver finito tutti i convenevoli mi sono concesso una passeggiata notturna per rientrare all'agriturismo.
Gran weekend!!!

Alla prossima compari!!!!

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