venerdì 21 febbraio 2014


Reportage The Sade + Elbow Strike - 14/02/2014

Secondo della tripletta di concerti che mi aspetta in questo fine settimana.Un po' intontito ma ancora lucido finisco il turno di lavoro e mi dirigo al Mattorosso che, probabilmente vi sareste stancati a leggere di questo, ma è diventato un oasi, un punto di riferimento per la musica dal vivo nelle nostre zone.A pochi mesi dalla nascita ha già piazzato numerosi concerti di altissima qualità e spero continui a farlo senza fermarsi o cedere a serate tributi/cover perchè in quel caso sarebbe l'ennesima coltellata alla musica indipendente suonata live.
Peggio ancora sarebbe vedere sul palco musica spazzatura come il non molto recente trend di cantare in dialetto che per carità ci può anche stare, fa parte della nostra cultura ma usare questa nostra tradizione per fare la figura dei trogloditi che suonano su ritmiche da asilo nido e testi che sembrano essere usciti dalla penna di un adolescente in piena botta ormonale senza un minimo di cervello no, io questo non lo accetterò mai e mi rifiuterò di presenziare a questi eventi.

Stasera rivedrò una band che seguo dal primo disco e ho visto diverse volte live.L'occasione per gustarsi un ottimo show rock'n'roll era troppo invitante per essere ignorata quindi tempo di mangiare con calma e nell'attesa assisto allo show della band spalla.Salgono sul palco gli Elbow Strike, ennesimo gruppo che sento per la prima volta e vi dico chiaro e tondo che non sarà l'ultima in quanto il quintetto si rivela una gradita sorpresa alle mie orecchie.Siamo sul genere grunge/stoner con un cuore metallico che pulsa a tutta velocità.La band con all'attivo al momento un solo disco (a titolo Planning Great Adventures) punta sulla potenza delle chitarre ma senza stordire l'ascoltatore con distorsioni ed effettistiche varie.Qui troviamo la ricerca per un suono roccioso ed energetico volto a sfoderare un impatto micidiale.I pezzi sono davvero ben costruiti strumentalmente e rilasciano delle vere e proprie mazzate sui denti.Come detto prima il lavoro sulle chitarre è davvero ottimo e lascia anche il giusto spazio alla melodia.La sezione ritmica è ben affiatata, compatta e letale al meglio.Difetto principale (che non ha colpito solo loro purtroppo) è la voce, o meglio il volume faceva davvero le bizze.Io in prima fila e sentivo poco o nulla in maniera alternata quindi non riesco a dare un opinione sulla voce perchè davvero mi era impossibile distinguerla in maniera decente.Concludendo concerto davvero impressionante che mi ha fatto venire voglia di andarmi a procurare il loro cd poco dopo la fine dello show.Ci rivedremo presto sicuramente!!!!

Cambio palco veloce e il trio a nome The Sade prende possesso del palco.Forti del nuovo disco uscito da non molto i ragazzi portano on stage il loro rock'n'roll darkeggiante con atmosfere stoner e southern.Sicuramente l'uscire dai classici binari rock combinando una voce tenebrosa stile Danzig, sfuriate e assolo chitarristici southern/rock, una sezione ritmica molto punkeggiante ad un immagine ben studiata ha fatto sì che questa band sia rimasta anonima per poco tempo.Ovviamente ci deve essere qualcosa che sostenga la baracca e in questo caso troviamo un folto lotto di brani immediati e coinvolgenti ma che al loro interno contengono diverse chicche che vale la pena scoprire (vi invito ad ascoltarli per farvene un idea).L'energia c'è, la passione e il coinvolgimento anche ma anche per loro ci sono stati diversi problemi e sinceramente non ho capito che sia successo durante la serata.La chitarra si sentiva a colpi e anche la voce era ad un volume parecchio basso.Il basso si sentiva bene (stavolta ho avuto modo di gustarmi ogni singola nota) e quello stile molto veloce ai limiti del punk combinato alle mitragliate della batteria creavano la giusta combinazione effetto dinamite.Il casino che è capitato tra il mixer e il palco ha purtroppo segato le gambe allo show.Se con gli Elbow almeno le chitarre pompavano per bene, per i The Sade non lo è stato altrettanto indebolendoli troppo e rendendo poco chiaro quello che usciva dagli amplificatori (io parlo sempre da come si sentiva dalla prima fila).Un vero peccato ma alla fine valeva comunque la pena esserci e supportare le nostre band locali che hanno sempre più bisogno di noi spettatori.Serate storte come questa capitano a tutti, sta a noi capire che l'appoggio non deve mai mancare assolutamente.Al prossimo concerto!!!!

Appena finiscono non ho molto il tempo di salutare dato che il giorno dopo dovrò partire.

Alla prossima compari!!!!

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