giovedì 14 novembre 2013


Reportage Protocol II - 29/10/2013

Concerto decisamente particolare quello che si è svolto all'Esse Music di Montebelluna.
Anche stasera è stato sold-out oppure ci si è andati molto vicini in quanto la sala era piena al 99%.
Tempo quindi di arrivare al locale (con un tempo decisamente antipatico che si è divertito a rovesciare acqua a volontà per buona parte della serata), mettersi in fila e guadagnare un posto decente che poco dopo lo show inizia.

I Protocol II salgono sul palco accolti da ovazioni a cascata e lo dico con sincerità, se le sono meritate tutte dalla prima all'ultima.
Veniamo alla formazione : Simon Phillips alla batteria, Andy Timmons alla chitarra, Steve Weingart alle tastiere e Ernest Tibbs al basso.
Onestamente conoscevo solo Simon e Andy, il primo per il suo lavoro con i TOTO, il secondo per i suoi dischi solisti e anche perchè lo vidi dal vivo in passato.Gli altri due musicisti mi erano ignoti.
Ero anche decisamente dubbioso su cosa avrebbero proposto dal vivo e difatti sono rimasto spiazzato dai pezzi proposti ossia un mix...anzi neanche un miscuglio ma uno stile che era praticamente fusion o free-jazz o
prog ultra tecnico nello stile dei migliori Dream Theater strumentali o i Liquid Tension Experiment ma senza la componente metallica.
Diciamo che il concerto ha due facce ossia una che mette in mostra le mostruose doti tecniche dei 4 musicisti sul palco.Stupefacente è dir poco.Simon dimostra una classe e una raffinatezza assolutamente incredibili rispetto al genere che normalmente suona con la sua band principale.Ingloba tecnica, potenza e genialità, assolutamente un maestro dello strumento.Altra sorpresa è stato Andy.Il suo lavoro alla chitarra ha stupito letteralmente offrendo un lato fantasioso che mai mi sarei aspettato da lui dato che nei suoi lavori solisti privilegia il rock-blues stile Satriani.Spettacolare vederlo jammare con gli altri ed integrasri nelle complesse strutture a incastro create dalla band.Non da meno sono stati il lavoro di basso e tastiere che hanno infarcito la setlist di piccoli gioiellini di tecnica, precisione e lucentezza sonora.Sembrava quasi di essere tornati indietro nel tempo ai mitici anni delle jam session nei fumosi locali frequentati dai grandi jazzisti di una volta.
Se questo quindi era il primo lato della medaglia arriviamo al secondo.
Di sicuro il pubblico era composto da tanti musicisti o appassionati di musica strumentale ma magari chi non è molto appassionato a certi tipi di musica digerire un concerto del genere non è stato affatto facile.I pezzi sono decisamente elaborati e le melodie altrettanto creando quindi un concerto pieno di parti da seguire con la testa.E qui sta il limite.Pochissima immediatezza e decisamente troppa volontà di offrire uno spettacolo prettamente tecnico e non "musicale".Gratificante senza dubbio ma difficilissimo da seguire.
Fortunatamente non è durato moltissimo altrimenti il cervello avrebbe fatto fagotto e sarebbe rientrato a casa in autostop.
Concerto comunque da applausi nonostante le due facce, ma a musicisti del genere si perdona tutto.

A fine concerto sono stati disponibili e allegri con tutti ma devo segnalare che come fanno sempre gli italiani, diverse persone hanno creato l'effetto fila tipico delle nostre parti e Simon difatti si è irrigidito e ha cominciato ad innervosirsi.Poco dopo difatti ha imposto che la fila fosse ordinata e tutti avrebbero così avuto foto e autografi con calma e serenità.Ottimo lavoro!!!!

Alla prossima compari!!!!

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