martedì 22 maggio 2012



Reportage Debora Petrina - 16/07/2011

A volte capita senza rendercene nemmeno conto di assistere ad eventi particolari che ti sorprendono pur nella loro semplicità.Capita di concedersi una vacanza da qualche parte e girando per il web programmando i luoghi da visitare ti capita sotto mano una lista di eventi presenti proprio nel luogo che visiterai.Concerti gratuiti e situati in un luogo tranquillo lontano dal caos del centro.Quindi niente di meglio che godersi dell’ottima musica in pace e serenità.
Lo show in questione organizzato in collaborazione con l’Estragon si svolge in una delle aree dell’Università di Bologna nei giardini di via Filippo Re.Se non sbaglio ogni estate vengono organizzati diversi eventi quindi se vi capita di passare fateci un salto.
Il posto al mio arrivo è poco popolato ma piano piano si riempirà parecchio lasciando comunque ampio spazio per tutti.L’artista in questione che sta per salire sul palco è sconosciuta a molti, io per primo difatti sono andato a cercare informazioni riguardo alla sua musica.

Ed eccola che sale sul minuscolo palco del Botanique assieme ai due musicisti Mirko di Cataldo (chitarra e altri strumenti) e Niccolò Romanin (batteria).Il set prevede alcune cover che vengono riarrangiate in modo davvero personale ma sono i pezzi proposti dall’album di debutto In Doma a risplendere di luce propria mescolando tantissime influenze siano esse jazz, pop, elettronica, rock, blues…Debora non si risparmia ad osare usando oggetti, giocattoli o strumenti al limite dell’assurdo pur di creare forme sonore originali.E la missione riesce in pieno.La sua creatività non conosce limiti.Il suo modo di stare sul palco, le sue movenze tutte particolari, i suoi balletti ma soprattutto la sua voce che varia a seconda delle canzoni…combinando tutto questo si ottiene un artista nel vero senso della parola.Non serve citare una canzone piuttosto che un'altra anche se devo dire che uno dei miei preferiti è A ce Soir ma tutti i brani compresi quelli che andranno sul nuovo album (dove ho notato un maggiore uso della chitarra elettrica) meritano proprio per la loro infinità varietà.La tecnica del trio che si è esibito stasera viene messa al servizio dei pezzi senza che uno prevalesse sull’altro.Continuano a passare per radio e tv delle accozzaglie di musiche che vengono spacciate per arte quando i veri musicisti che abbiamo in Italia sono confinati nel semi-anonimato.Io spero tanto che un giorno le persone aprano gli occhi.Il concerto purtroppo dura molto poco ma gli applausi sono stati meritatissimi dal primo all’ultimo.A fine show riesco ad entrare nel backstage a fare due parole con Debora per i soliti convenevoli.Una persona gentilissima e cordiale, genuina come ce ne sono poche.Lo ripeto sempre, teniamoci stretti questi musicisti.Date un ascolto all’album se vi piace la musica sperimentale che comunque ha sempre quel qualcosa di magico che la rende a portata di tutti.Datele una possibilità.

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